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La lettera

Lo spot Vodafone e l’uso dei bambini per l’ideologia Lgbt

Due uomini e un neonato nel nuovo spot Vodafone: regista Alessio Lauria, già realizzatore di spot per i gay pride. L’ideologia Lgbt non si ferma, neanche di fronte alle norme sui bambini.

Giulio Andreotti era solito ripetere l’antico detto che «a pensar male si fa peccato ma spesso non ci si sbaglia». La frase di Andreotti mi è venuta in mente guardando lo spot pubblicitario della Vodafone, in onda sulle principali emittenti televisive, Rai compresa, con protagonisti un uomo che culla un neonato con l’assistenza di un altro uomo, che nella presentazione della campagna per gli spot viene qualificato come amico.

Regista dello spot è Alessio Lauria, regista assieme a Gibbo&Lori dello spot di propaganda omosessuale dell’edizione 2023 del Gay Pride, curata nel 2021 e 2022 dalla stessa Gibbo&Lory.

In quegli spot le relazioni omosessuali erano rappresentate con crudo realismo, con immagini di esplicite effusioni certamente gradite al pubblico dei Pride a cui erano rivolte.

Mi sembra evidente, se non vogliamo prenderci in giro, che in quest’ultimo caso si tratta dell’ennesimo tentativo di promuovere in Italia la diffusione dell’ideologia Lgbtq, ma questa volta anche con il coinvolgimento di un minore nello spot, in un Paese, l’Italia, che per legge limita fortemente l’utilizzo, negli spettacoli, dei bambini da 0 a 3 anni.

Carlo Giovanardi