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LA NOTA DEI VESCOVI

Accompagnare gli omosessuali. Cosa dice il Magistero

Dopo le parole del Papa. Il Magistero specifica «come accompagnare» le persone con tendenza omosessuale in una lettera ai vescovi. «Nessun programma pastorale potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l'attività omosessuale è immorale».

Educazione 04_10_2016
Papa Francesco

Come accade regolarmente, le parole di papa Francesco di ritorno dalla Georgia sono state riprese con gran risalto dai media. La consueta chiacchierata con i giornalisti è iniziata con una domanda: «Santità, in Georgia ha detto che la teoria gender «è un grande nemico del matrimonio», parlato di «guerra mondiale». Cosa direbbe a chi sente che il suo aspetto non corrisponde alla propria identità sessuale?».

La risposta di Francesco è stata: «Nella mia vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa io ho accompagnato persone con tendenze e anche pratiche omosessuali, li ho avvicinati al Signore e mai li ho abbandonati. Le persone si devono accompagnare come fa Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Lui sicuramente non dirà: vattene via perché sei omosessuale. No. Io ho parlato di quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria gender. […] Una cosa è una persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso. Un’altra è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: lo chiamo colonizzazione ideologica».

Alla domanda successiva («Come accompagnare?») Francesco ha risposto: «[...] La vita è vita, le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è peccato, ci sono le tendenze, gli squilibri ormonali, esistono tanti problemi e dobbiamo essere attenti non dire “è tutto lo stesso, facciamo festa”. Ma ogni caso bisogna accoglierlo, accompagnarlo, discernerlo e integrarlo. È un problema di morale, umano, e si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità ma sempre col cuore aperto».

Ovviamente non mi lancio nell'esegesi del papa, cosa al di fuori della mia competenza (e, a quanto pare, non solo mia; e questo mi consola). Ad esempio, prima fa riferimento a «tendenze e pratiche omosessuali», come ci ha abituato il Catechismo; poi dice che Gesù non allontanerà nessuno dicendo «vattene via perché sei omosessuale», facendo riferimento ad una essenza («sei omosessuale», riprendendo il linguaggio dell'attivismo gay.

Di fronte alla domanda cruciale («Come accompagnare?»), pur con il suo linguaggio, il papa riporta all'insegnamento della Chiesa, che distingue tra la tendenza omosessuale («oggettivamente disordinata»), gli atti omosessuali (che «in nessun caso possono essere approvati») e le persone con tendenze omosessuali (che «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza») (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, §§ 2357-2358).

Il Magistero specifica anche «come accompagnare» tali persone. Lo fa, in particolare, nella Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali (Congregazione per la Dottrina della Fede, 1 ottobre 1986).

La Lettera costituisce un vero e proprio compendio dell'insegnamento della Chiesa sul tema. Il cuore di tale documento è costituito proprio dai capitoli relativi al «come accompagnare»:

14. Considerando quanto sopra, questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così. Un attento studio delle dichiarazioni pubbliche in essi contenute e delle attività che promuovono rivela una calcolata ambiguità, attraverso cui cercano di fuorviare i pastori e i fedeli. Per esempio, essi presentano talvolta l'insegnamento del Magistero, ma solo come una fonte facoltativa in ordine alla formazione della coscienza. La sua autorità peculiare non è riconosciuta. […]

15. [...] Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l'attività omosessuale è immorale. Un atteggiamento veramente pastorale comprenderà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato. Vanno incoraggiati quei programmi in cui questi pericoli sono evitati. Ma occorre chiarire bene che ogni allontanamento dall'insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale. Solo ciò che è vero può ultimamente essere anche pastorale. Quando non si tiene presente la posizione della Chiesa si impedisce che uomini e donne omosessuali ricevano quella cura, di cui hanno bisogno e diritto. Un programma pastorale autentico aiuterà le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale, mediante i sacramenti e in particolare la frequente e sincera confessione sacramentale, mediante la preghiera, la testimonianza, il consiglio e l'aiuto individuale. In tal modo, l'intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l'isolamento.

17. Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l'insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l'apparenza di esso, può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all'uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi, compresa la possibilità di disporre delle scuole e degli istituti cattolici di studi superiori. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di scandalo.

Per approfondire rimandiamo al saggio di Roberto Marchesini, Omosessualità e magistero della Chiesa. Comprensione e speranza, con Prefazione di mons. Tony Anatrella, Sugarco, Milano 2013.