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ALLA CEI

Attacco alla famiglia, ecco le contromisure

Le parole più sacre della vita e della storia umana – come persona e libertà, amore e famiglia, vita e morte, sessualità e generazione – sono sottoposte da decenni a forti pressioni culturali. Così che ciò che fino a ieri era impensabile oggi diventa plausibile e addirittura oggetto di legislazione.

Famiglia 02_10_2015

Mercoledì 30 settembre il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ha svolto la sua usuale prolusione davanti al Consiglio permanente dei vescovi italiani, nella quale ha detto tra l'altro parole forti sull'attacco alla famiglia e sulla penetrazione dell'ideologia gender nelle scuole. Curiosamente - e contrariamente al passato - il suo discorso è passato completamente inosservato sui principali quotidiani italiani. Eppure si tratta di parole pronunciate in una sede istituzionale, che hanno un peso ben diverso dalle esternazioni estive di mons. Nunzio Galantino che pure hanno riempito per giorni le cronache di giornali e tv.
A beneficio dei nostri lettori riportiamo allora, dalla prolusione del card. Bagnasco, proprio l'ampio passaggio dedicato alla famiglia e al pericolo del gender nella scuola.

“La famiglia, per la Chiesa, non è prima di tutto un motivo di preoccupazione, ma la felice conferma della benedizione di Dio al capolavoro della creazione – ha sottolineato domenica scorsa Papa Francesco – per cui la stima e la gratitudine devono prevalere sul lamento, nonostante tutti gli ostacoli che abbiamo di fronte” .

Riuniti attorno al Papa, da domenica prossima la famiglia – papà, mamma, figli – sarà il fulcro della riflessione dei Padri: una considerazione a tutto campo, ancorata alla fede cattolica, attenta al popolo di Dio e alle dinamiche di questo tempo, e insieme libera dalle logiche del mondo.

Anche il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ne ha parlato con grande attenzione: “La Chiesa crede nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: essa è la cellula basilare della società umana e della stessa comunità cristiana. Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo. Particolare preoccupazione desta il tentativo di applicare la ‘teoria del gender’: è un progetto del pensiero unico che tende a colonizzare anche l’Europa, e di cui spesso ha parlato Papa Francesco” . 

Il Santo Padre, parlando dell’ecologia umana, fa sue le parole di Benedetto XVI –“Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere” – e le commenta dicendo che “anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere se stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé (…). Pertanto non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa” . Le parole più sacre della vita e della storia umana – come persona e libertà, amore e famiglia, vita e morte, sessualità e generazione – sono sottoposte da decenni a forti pressioni culturali. Così che ciò che fino a ieri era impensabile oggi diventa plausibile e addirittura oggetto di legislazione. In diversi Paesi europei, perfino certe aberrazioni come la pedofilia, l’incesto, l’infanticidio, il suicidio assistito sono motivo di discussioni e di interrogativi non astratti. 

È risaputo che tutto ciò non è casuale: attraverso alcune tecniche di persuasione delle masse – la più nota è la cosiddetta “finestra di Overton”, una finestra mentale che si allarga sempre di più attraverso sei fasi precise – si riesce a far accettare l’introduzione e la successiva legalizzazione di qualsiasi idea o fatto sociale, fosse anche la pratica che, al momento, l’opinione pubblica ritiene maggiormente inaccettabile. Uno di questi passaggi è quello che potremmo chiamare la “cultura degli eufemismi”: consiste nel chiamare le cose peggiori con nomi meno brutali e respingenti per la sensibilità generale. 

In questa prospettiva, l’educazione delle giovani generazioni deve nascere in famiglia ed essere in ogni modo custodita e vigilata dai genitori nelle istituzioni e in particolare nella scuole. Come prevede il Ministero, infatti, “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’offerta formativa (POF)”. Quindi le scuole sono chiamate ad “assumere le iniziative utili per assicurare da parte delle famiglie una conoscenza effettiva e dettagliata del POF”; la stessa “partecipazione a tutte le attività extracurriculari, anch’esse inserite nel POF, prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti” .

Le pressioni europee sono sempre più pesanti e insistenti anche in materie che non competono all’Unione, come il diritto di famiglia e – più ampiamente – i valori morali e spirituali che hanno formato la coscienza e la storia delle singole Nazioni. Anche a tale proposito sono illuminanti le parole del Papa: “La visione consumistica dell’essere umano, favorita dagli ingranaggi dell’attuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire l’immensa varietà culturale, che è un tesoro dell’umanità” . Veramente tra i luoghi deteriorati dall’individualismo, laddove sono custodite le fondamenta dell’umanità, c’è la famiglia, ancor prima che il sociale e il politico: “Una società cresce forte, cresce buona, cresce bella e cresce sana se si edifica sulla base della famiglia” . Rispetto a tali problemi, a volte si sente parlare di “irrilevanza” dei cattolici nella società: la vera questione non è però essere rilevanti per il mondo, ma il rimanere fedeli a Cristo. L’esempio di tanti martiri del nostro tempo ce ne dà ampia testimonianza.