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IMMIGRATI

C'è persino chi rimpiange Mare Nostrum

C'è chi, dopo l'ultima tragedia in mare, vorrebbe ripristinare l'operazione Mare Nostrum per il salvataggio degli emigranti nel Mediterraneo. Ma l'azione della Marina Militare, per quanto encomiabile, non ha risolto il problema: gli scafisti sono partiti in numero ancora maggiore. L'unica soluzione realistica resta quella dei respingimenti.

Politica 11_02_2015
Mare Nostrum

"L'ennesima tragedia del mare con decine di vittime per il freddo tra la Libia e Lampedusa mostra il vuoto lasciato dalla fine dell'operazione Mare Nostrum e la necessità di riprendere i soccorsi in mare aperto. Infatti, la pura sorveglianza delle coste operata da Triton non può arrivare a salvare in situazioni di emergenza i tanti disperati che vogliono raggiungere l'Europa". Dichiarazioni come quella dell’onorevole Milena Santerini sono state espresse nelle ultime ore da molte figure politiche e istituzionali e diversi esponenti della sinistra e del mondo cattolico sull’onda emotiva suscitata dalla morte per congelamento di 29 immigrati clandestini diretti verso Lampedusa a bordo di un gommone. 

Sotto accusa la missione Triton, gestita dall‘agenzia europea per le frontiere Frontex, le cui navi coprono un settore operativo limitato a 30 miglia da Lampedusa che superano solo per rispondere alle richieste di soccorso. La due unità navali d’altura , un pattugliatore islandese e uno italiano, nel momento della tragedia si trovavano in porto per rifornirsi e cambiare gli equipaggi approfittando delle pessime proibitive condizioni meteo (mare forza 8).

Condizioni che avrebbero dovuto scoraggiare le partenze di gommoni e barconi dalla costa libica.  Con tutto il rispetto per chi muore non si può incolpare l’Italia, la Ue, Mare Nostrum o Frontex per il comportamento suicida di migliaia di clandestini ignari di cosa sia la navigazione e imbarcati su gusci fragili e sovraccarichi. 

Le marine europee, soprattutto quella italiana durante l’operazione Mare Nostrum e persino gli equipaggi dei mercantili in transito nel Canale di Sicilia hanno soccorso migliaia di persone incoscienti. Senza l’Italia e la Marina Militare i morti sarebbero stati decine di migliaia solo nell’estate scorsa ma persino con Mare Nostrum, missione prettamente di salvataggio, i clandestini morivano tra le onde. Benché la flotta italiana si spingesse fino a poche miglia dalle coste libiche diverse imbarcazioni sono affondate subito dopo essere salpate trascinando sul fondo centinaia di persone, forse migliaia tenuto conto che di molte imbarcazioni si sono perse le tracce e i morti si valutano contando i cadaveri recuperati e raccogliendo le testimonianze di eventuali sopravvissuti. 

Rimpiangere Mare Nostrum come fanno la sinistra in blocco e parte del mondo cattolico è un’assurdità sotto tutti i punti di vista e significa soprattutto non guardare in faccia la realtà: le responsabilità dei morti in mare sono dei trafficanti e dei clandestini, non certo di un sistema di soccorso che non potrà mai garantire che nessuna bagnarola stracarica si rovescerà o che nessuno congelerà su un gommone. Mare Nostrum non ha avuto alcun effetto deterrente sui trafficanti e gran parte degli scafisti arrestati sono già tornati in libertà… e al loro lavoro.

In compenso ha invece portato in Italia 200 mila immigrati illegali in appena 14 mesi favorendo l’arricchimento di trafficanti e terroristi islamici senza peraltro riuscire a scongiurare la perdita di vite umane. 

Se a questo uniamo un contesto geopolitico in cui nessuno (Italia, Ue, USA, ONU….) intende intervenire in armi per stabilizzare la Libia neppure ora che ampie regioni sono sotto il controllo di qaedisti e sostenitori dello Stato Islamico, appare evidente che nessuna missione di soccorso potrà mai gestire, scongiurando incidenti e tragedie in mare, flussi così consistenti di immigrati illegali. 

Come la NBQ aveva ampiamente previsto, la fine dell’operazione di soccorso della Marina italiana non avrebbe certo eliminato la piaga dell’immigrazione clandestina dalla Libia che avrebbe ripreso a muoversi sulle rotte precedenti al varo di Mare Nostrum

Facile prevedere che senza le navi italiane a ridosso delle coste libiche i barconi avrebbero ripreso a muovere verso Lampedusa, primo lembo di territorio italiano per chi proviene dalla Libia. In gennaio gli arrivi in Italia sono stati oltre il 60% in più di quelli del gennaio 2014 e con l’arrivo della bella stagione le strutture d’accoglienza dell’isola verranno presto messe a dura prova. Dopo l’ultima tragedia sul mare il sindaco dell’isola Giusi Nicolini ha chiesto il riavvio di Mare Nostrum denunciando le carenze di Triton

In realtà, pur facendo tutti appello a immotivati sensi di colpa che dovrebbero attanagliare gli italiani per un esodo di cui certo non abbiamo colpa e di fronte al quale abbiamo mostrato accoglienza e tolleranza senza pari nel mondo, nessuno sembra voler comprendere che il solo modo per scongiurare i morti in mare è respingere i flussi di migranti applicando una sorta di blocco navale alle coste libiche e utilizzando i mezzi militari per riportarli sulla nostra ex “quarta sponda” in condizioni di sicurezza. 

Piaccia o non piaccia ai cultori del politically correct e alle tante organizzazioni che sull’assistenza ai clandestini ci hanno anche costruito un consistente giro d’affari, solo i respingimenti assistiti possono fermare esodo e morti. 

Come abbiamo più volte illustrato nessun migrante spenderà più i suoi risparmi per un viaggio che di certo si concluderà sulla sponda africana del Mediterraneo, non su quella europea. I respingimenti azzereranno o quanto meno ridurranno i flussi e con essi gli incassi miliardari di malavita e terrorismo islamico. 

Un risultato non disprezzabile specie in tempi in cui si rafforzano le notizie di infiltrazioni di terroristi in Europa sfruttando i flussi dell’immigrazione illegale. I respingimenti inoltre consentirebbero all’Italia di ridurre le tensioni sociali innescate dall’elevato numero di clandestini in un tessuto sociale nazionale già impoverito e di ribadire un contesto di legalità in cui i nostri confini vengono superati solo da chi ha le carte in regola per farlo, non da chiunque paghi il “pizzo” a mafiosi e terroristi islamici.  In quest’ottica potrebbe essere un’ottima idea ripristinare Mare Nostrum ma solo se la missione fosse l’opposto di quella dell’anno scorso, affidando cioè alla Marina il compito di riportare barconi e clandestini sulle coste libiche. Come fa da tempo la Marina australiana con le imbarcazioni provenienti dall’Indonesia.