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GENDER

Ci resta solo la resistenza di base

L'accelerazione impressa dal governo dei boy scout alla discussione del disegno di legge sulle unioni civili, a cui l'opposizione di altri cattolici appare più di facciata che altro, impone alle persone comuni di dire no a questa cultura. A cominciare dai genitori nella scuola.

Politica 18_10_2015
Renzi

Caro direttore,

è impressionante l’accelerazione impressa dal boy scout Renzi (Agesci) alla discussione in aula del Senato del ddl Cirinnà, che, malgrado gli artifici nominalistici, introdurrebbe in Italia il matrimonio tra persone dello stesso sesso, con la conseguente possibilità di permettere adozioni che priverebbero i bambini del diritto ad avere una mamma (donna) ed un papà (uomo).

È impressionante il destino dei cattolici, che, come è già successo per divorzio ed aborto, firmeranno un’altra legge che dovrebbe rimordere la loro coscienza, non solo di credenti, ma anche di semplici cittadini che usino normalmente la ragione. Per poter governare l’economia, il cattolico Renzi è costretto a concedere alla sua minoranza ancora comunista infauste leggi sui cosidetti “diritti”, che tali non sono, perché non è ammissibile che ogni desiderio diventi un diritto. Sta accadendo la stessa cosa successa alla vecchia DC, che, per governare banche, economia e IRI, lasciò alla sinistra e ai radicali la gestione della cultura e dei diritti anarco-libertari, le cui nefaste conseguenze ora si possono facilmente constatare.

Oggi, il governo dei boy scout (Renzi, Del Rio, Boschi, etc. supportati dai grillini) non solo voterà a favore di una legge che sconvolgerà la nostra ultramillenaria tradizione, ma sta facendo di tutto perché una tale legge venga approvata il più presto possibile. Perché tanta fretta? Solo per accontentare la sinistra PD o anche per ubbidire a quel disastro che è Obama? Renzi non ha la forza e la dignità di dirgli un sonoro NO, come ha fatto, con grande dignità, il presidente del Kenya? O i cattolici sono definitivamente ininfluenti?

D’altra parte, lo scatenato Matteo ha buon gioco nel proseguire velocemente su questa strada, perché altri cattolici lo stanno aiutando, con una teatrale finta opposizione, ma un sostanziale  assenso. Mi riferisco ai cattolici dell’NCD, che, senza alcuna dignità politica, accettano che il giovane Premier si avvalga di maggioranze variabili a seconda delle materie di cui si tratta: e così l’NCD, buono buono, porta i voti su certe riforme economiche e istituzionali (tra i fischi di grillini e sinistre) e permette che epocali riforme antropologiche vengano votate da Renzi con 5 Stelle e SEL. E aggiungono anche, per mettersi la coscienza a posto, che non trattandosi di materie rientranti nel programma governativo, non mettono in gioco la tenuta di un governo, che oramai è un esecutivo monocolore. Ma se non si provoca una crisi di governo per una rivoluzione antropologica che non si condivide (almeno a parole), quando mai si provocherà una crisi di governo? Per la coltura delle barbabietole?

Caro direttore, perché Ti scrivo?

Perché oramai l’unica arma che abbiamo è quella della resistenza di base. In questo contesto deprimente, tocca ai singoli associati dire NO ad una cultura (quella gender), che sottende a tutto questo andazzo.

Ti chiederei, allora, che, tramite il Tuo ottimo giornale, venissero invitati i genitori (titolari del diritto costituzionale all’educazione e all’istruzione dei propri figli) a rientrare coscientemente negli organi collegiali della scuola, sia a livello di classe che a livello di istituto, in modo da vigilare attivamente che a partire dalla scuola non venga stravolto l’insegnamento dei nostri figli piccoli e grandi. Alcune circolari ministeriali permettono questo e, in un certo senso, lo auspicano. I genitori non possono più sottrarsi alla loro decisiva responsabilità. Smattiamola di unicamente lamentarci: passiamo all’azione.