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EUROPARLAMENTO

Diritto all'aborto, l'Europa ci riprova

Passa in Commissione la risoluzione Tarabella che spingerebbe tutti gli stati membri a liberalizzare aborto e contraccezione. Il mese prossimo va in assemblea plenaria, che un anno fa aveva bocciato l'analoga risoluzione Estrela, grazie anche alla mobilitazione popolare. E ora si ricomincia in vista della battaglia decisiva.

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Vita e bioetica 21_01_2015
Europarlamento

Boia chi molla. Fedeli al motto del Ventennio alcuni eurodeputati non mollano l’osso dell’aborto legale. E quindi dopo la risoluzione Estrela ecco la Tarabella. Ma andiamo con ordine. Il 10 dicembre 2013 il Parlamento europeo bocciò, per la seconda volta, la risoluzione della socialista Edite Estrela su “Salute e diritti sessuali e riproduttivi”.

Se fosse passata gli stati membri avrebbero dovuto garantire a tutti, minori compresi, aborto, contraccezione, fecondazione artificiale e corsi di teoria del gender ad insegnanti e alunni. Al posto di questa risoluzione venne approvata quella del PPE (per soli 7 voti di scarto): «La formulazione e l’applicazione delle politiche in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti – così si leggeva nella risoluzione approvata - nonché in materia di educazione sessuale nelle scuole sia di competenza degli Stati membri». Insomma l’Unione Europea ammetteva che su materie così delicate la palla non poteva che passare al Parlamento di ogni singola nazione.

Partita dunque chiusa? Per nulla. L’eurodeputato belga Marc Tarabella, anche egli facente parte del gruppo socialista, ha proposto una risoluzione che nuovamente vuole diffondere, ancor di più di quanto non sia già diffuso in Europa, il verbo abortivo: «Il Parlamento europeo (...) insiste sul fatto che le donne debbano avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all'aborto; sostiene pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l'accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili; invita gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva». Ciò nonostante quasi tutti gli stati europei si siano già dotati da tempo di normative assolutamente liberali in fatto di accesso all’aborto. Ma la bulimia abortiva è patologia assai virale in certi schieramenti politici.

La risoluzione è stata votata ieri in Commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere ed ha raccolto 24 voti a favore, 9 contrari e 2 astenuti. La guerra è tutt’altro che persa dato che manca il voto decisivo in plenaria, voto che si attende forse per il mese prossimo e che potrebbe rovesciare il risultato appena raggiunto.

In modo preliminare c’è da appuntare che la coerenza giuridica latita in quel di Bruxelles. Una risoluzione bocciata, come quella della Estrela, non può essere ripresentata con contenuto analogo seppur da altro deputato. Il Parlamento già si espresse in senso negativo e quindi perché perdere tempo e risorse per decidere su una questione già decisa? Ovviamente perché il Parlamento europeo viene usato come una slot machine: prima o poi, a furia di tentare, qualcosa ti porterai a casa.

C’è chi poi fa osservare che tanto accanimento sul tema aborto e contraccezione a distanza di così poco tempo dall’ultima bocciatura è motivato dal fatto che questi mesi rappresentano l’ultima possibilità per l’UE di stabilire una posizione condivisa tra gli stati membri su queste tematiche di fondo in vista degli obiettivi dello sviluppo post-2015 dell’ONU. Che figura ci farebbe l’Europa se l’Organizzazione della Nazioni Unite scrivesse un’agenda di obiettivi di sviluppo planetari e gli stati UE litigassero ancora sulla vita nascente e sul gender? Fare fronte comune per i tecnocrati di Bruxelles è fondamentale.

Nel 2013 Estrela fu bloccata anche grazie ad alcune petizioni popolari che chiedevano ai cittadini di fermare questa deriva abortiva ed omosessualista. Visto che la strategia ha funzionato ecco che la Federation Of Catholic Family Associations In Europe (FAFCE) in collaborazione con CitizenGO rilancia una petizione popolare, già sottoscritta in cinque giorni da circa 50mila persone, per affossare questa volta la relazione Tarabella (qui per firmare).

Perché dopo Estrela e Tarabella possiamo dire “Finitèla”.

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