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Omoeresie

E ora anche le scuse dei vescovi agli Lgbt

Un manifestino contro la teoria Gender è inserito in alcune pubblicazioni cattoliche. Di fronte alle critiche il vescovo di Liverpool si scusa.

Gender Watch 25_06_2019

Questa notizia sembra incredibile, eppure è veramente accaduto qualche giorno fa. Le diocesi britanniche si sono scusate perché all’interno di alcune pubblicazioni cattoliche era stato inserito un manifestino che criticava la teoria Gender. Ma ci sono state critiche da parte di alcuni giornali, e naturalmente dalle lobbies LGBT, e precipitosamente i vescovi sono corsi a scusarsi.

Ora, l’apparentemente incredibile, ma purtroppo vero in questa Chiesa che sembra aver perso capo e bussola, è che tutto questo è accaduto proprio nei giorni in cui la Congregazione per l’Educazione cattolica pubblicava il documento “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”. Che anche se consiglia il dialogo, comunque mette i puntini sulle “i”. In un’intervista a Vatican News, pur ammantata di delicatezze e prudenze, il Prefetto della Congregazione, Giuseppe Versaldi, dice: “Ci sono argomenti razionali che chiariscono la centralità del corpo come soggettività che comunica l'identità dell'essere. In questa luce si comprende il dato biologico della differenza sessuale tra uomo e donna. La formazione dell'identità si basa sull'alterità e nella famiglia il confronto con la madre e il padre facilita il bambino nell'elaborazione della propria identità-differenza sessuale. Il genere “neutroˮ o “terzo genereˮ, invece, appare come una costruzione fittizia”.

Il manifestino incriminato aveva come titolo: “Teoria del Gender NO!”. Era inserito in giornali cattolici in tutta la Gran Bretagna. La pagina frontale della brochure presentava un gruppo di giovani ragazzi e ragazze che chiedevano. “Sono un ragazzo? Sono una ragazza? O entrambi?”. E sotto era riportato il versetto della Genesi, 1:27, lo stesso che da’ il titolo al documento vaticano: “Maschio e femmina li creò”. Il manifestino era il lancio di un libretto intitolato: “Teoria del gender: Diversity o Totalitarismo dei 21° secolo?” ed era pubblicato da Tradizione, Famiglia e Proprietà, un’organizzazione caritativa con sede in Scozia.

Il manifestino metteva in guardia dall’ideologia Gender, definendola “un’ideologia delirante che sostiene che ciascuno può immaginare di essere un uomo, una donna, o entrambi allo stesso tempo a seconda del puro capriccio”. E avvertiva i genitori di diffidare da “attivisti sofisticati”, che sono “già al lavoro per imporre le loro vedute antricristiane e contro Dio ai ragazzi nella vostra scuola”. Il manifestino è stato inviato a scuole e chiese nell’arcidiocesi di Liverpool come inserto in “Catholic Pic”, la rivista diocesana. Inserire manifestini come avvisi a pagamento fa parte della normale procedura. Naturalmente le lobbies LGBT e i giornali di sinistra hanno attaccato l’iniziativa, e hanno definito un “hate group” gli autori del manifestino “transfobico”.

 E qui arriva il bello. Invece di difendere il diritto della diocesi – e dei cattolici –di diffondere quello che è il convincimento della Chiesa, ribadito di fresco dal documento della Congregazione per l’Educazione cattolica, l’arcidiocesi di Liverpool si è precipitata a chiedere all’editore della sua rivista, Mersey Mirror, di scusarsi per aver inserito il manifestino. “Un inserto è stato inavvertitamente piazzato nell’edizione di giugno di Catholic Pic, la rivista dell’arcidiocesi di Liverpool, e in un certo numero di pubblicazioni cattoliche nel Paese” – ha detto un portavoce dell’arcidiocesi. “La procedura normale per questi inserti è di essere mandati in anticipo agli editori per un controllo. In questo caso non è avvenuto. Il contenuto del manifestino non ha l’appoggio dell’arcidiocesi di Liverpool e non avrebbe dovuto apparire”. E continuava: “Alla luce di questo incidente le procedure sono state riviste per assicurare che tutti i futuri inserti siano controllati prima della pubblicazione”. Non solo: il prossimo numero della rivista conterrà delle scuse.

Così sappiamo che l’arcidiocesi di Liverpool (e anche quella di Northampton) non condividono la sostanza del documento della Congregazione per l’Educazione cattolica in tema di Teoria Gender. Un elemento interessante; e forse se a Roma ci fosse una Chiesa centrale qualche spiegazione potrebbe (dovrebbe?) essere richiesta a questi pastori che appaiono così esitanti di fronte al Politically Correct dominante. D’altronde il Catholic Education Service (CES) dell’Inghilterra ha approvato le nuove leggi su Relazioni ed Educazione Sessuale per le scuole, che passano sopra i diritti dei genitori, e presentano come una cosa normale unioni fra persone dello stesso sesso e transgenderismo fin dalle classi dei bambini di quattro anni.

A dispetto delle proteste di molti, il CES ha deciso di applicare le nuove regolein 2300 scuole in Inghilterra e Galles. Non stupisce allora il comportamento conigliesco delle diocesi. In pratica a combattere contro queste forme di imposizione autoritaria sono rimasti pochi cristiani etichettati come “tradizionalisti” e i musulmani. Questi ultimi in maniera estremamente efficace, come recenti episodi a Birmingham (clicca qui) hanno dimostrato. Ex islam lux

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