Cina-Vaticano, un silenzio tutto da decifrare
Un mese fa l'annuncio di uno storico accordo tra Cina e Santa Sede sembrava imminente. Poi all'improvviso il silenzio. Tutto da capire il motivo ma gli insoddisfatti da ambo le parti erano molti.
Erdogan fa sul serio: addestra le sue milizie civili
Erdogan sta anticipando le elezioni a giugno e pare stia anche iniziando a formare una milizia civile. Una deriva apertamente dittatoriale, insomma, che fa il paio con le continue purghe iniziate dopo il fallito golpe del 2016. E non solo: appoggia i Fratelli Musulmani sia in Nord Africa che nel Medio Oriente. L'Europa acconsente?
Trump convince Macron a rivedere l'accordo sull'Iran
Macron è andato negli Usa con lo specifico obiettivo di indurre Trump a cambiare idea sull’accordo sul programma nucleare iraniano. Non solo non ci è riuscito, ma ha cambiato leggermente la sua linea di condotta, ammettendo la possibilità di rivedere i contenuti del trattato.
Siria, il ritiro degli Usa: la vera posta in gioco
La vera posta in gioco è il prossimo ritiro delle truppe americane dalla Siria orientale. Trump lo ha promesso, parte dell'amministrazione non è d'accordo perché questa mossa regalerebbe più spazio a Turchia, Russia e Iran, a scapito dei curdi. Le crisi in Siria di queste settimane ruotano tutte attorno a questa singola vicenda.
Armenia, una rivoluzione di velluto nel Caucaso
Alla vigilia del 24 aprile, giorno del ricordo del genocidio del 1915, gli armeni portano a compimento una rivoluzione pacifica. Spinto dalla protesta di piazza, il premier ed ex presidente Serzh Sargsyan rassegna le dimissioni, dopo che aveva provato a prolungare il suo potere con una riforma costituzionale.
Fine dei test nordcoreani. Kim e Trump verso il vertice
Altra sorpresa in Corea del Nord. Dopo l’annuncio di Donald Trump di voler dialogare direttamente con Kim Jong-un, prima trattativa diretta fra Usa e Nord Corea, stavolta è stato il dittatore di Pyongyang ad annunciare la sospensione dei test dei missili balistici intercontinentali e la chiusura del poligono dei test nucleari. Perché?
Da Castro a Diaz Canel, tutto cambi perché nulla cambi
A Cuba non c’è più un Castro al comando, per la prima volta dalla rivoluzione del 1959. Fidel è già morto, ma anche il fratello Raul, che lo aveva sostituito da dieci anni al vertice del regime comunista caraibico ha ceduto il potere al suo vicepresidente, Miguel Diaz Canel. Ma gli esuli sono scettici su qualsiasi ipotesi di cambiamento reale.
Erdogan anticipa il voto, per prendersi tutto il potere
Elezioni anticipate in Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan si rimette in gioco con la nuova Costituzione. Sarà un unico “election day”: si voterà sia per il Parlamento che per la Presidenza. Oggi ha buona probabilità di prendere tutto il potere, perché, se dovesse attendere, già ci sono sintomi di logoramento politico ed economico.
Congo, una raccolta di aiuti (non richiesta) di Ue e Onu
Il 13 aprile, a Ginevra, si è svolta una conferenza di donatori organizzata da Nazioni Unite e Unione Europea per raccogliere fondi da destinare alla Repubblica Democratica del Congo. Ma un paese la sta boicottando: la Repubblica Democratica del Congo.
Fratellanza o Haftar? Europa scegli con quale Libia stare
Dopo la sciagurata guerra contro Gheddafi, la Libia sconta una fragilità etnico-politica senza precedenti; e nel caos la Fratellanza riesce sempre ad inserirsi in maniera più che efficace l'Occidente deve scegliere con chi stare: con gli estremisti foraggiati dal Qatar oppure con la stabilità di un uomo forte come Haftar e con il quale studiare for collaborazione inter-mediterranea.
Siria, più che un attacco si tratta di una messinscena
Attacco missilistico sulla Siria di Assad, o messinscena? Molti elementi portano a pensare che si sia trattato solo di un'azione simbolica. Lo dimostra il fatto che ha preceduto (e non seguito) l'ispezione dell'Opac a Douma per verificare l'accusa ad Assad di attacco chimico. Vuol dire che non c'era alcuna "pistola fumante".
Siria, un simbolico "schiaffo" missilistico contro Assad
L’attacco di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Siria per punire l’uso di armi chimiche contro i civili da parte di Assad (ancora tutto da provare) è scattato questa notte e, come previsto, ha avuto un valore soprattutto simbolico.