Così parlò bin Salman, amico dell'Occidente
Si è parlato molto e con ampio anticipo dell’intervista rilasciata dal principe saudita Mohammed bin Salman al The Atlantic, nel corso della sua visita negli Usa. Una volta pubblicata il 2 aprile, possiamo vedere che una cosa è certa: è un’intervista che va presa con beneficio di inventario. Ma quel che esprime è già importante.
Jihad africana: soldi del Qatar e armi di Boko Haram
La strage di Pasqua in Nigeria (20 morti e 100 feriti) è opera del redivivo movimento jihadista Boko Haram. Tutt'altro che morto, si sta riorganizzando e i video dimostra che è anche ben equipaggiato, come un vero esercito. I soldi da dove arrivano? Il Qatar è ancora una volta il principale indiziato.
Skripal, la solita Italietta nella nuova guerra fredda
Le ritorsioni angloamericane dopo il caso Skripal mostrano il tentativo di riaprire la guerra fredda con Mosca. L'Italia ancora una volta si mostra ambigua e ondivaga facendosi dettare la linea da altri. Non come i tanti paesi, Austria e Portogallo in testa che hanno risposto picche alla pretesa Nato e Ue.
Catalogna, Madrid è decisa a stroncare l'indipendentismo
L’arresto di Carles Puigdemont, ex governatore della Catalogna, riapre la questione catalana. Dopo un periodo di “armistizio”, l’attivismo giudiziario spagnolo nei confronti degli indipendentisti è ripreso nella seconda metà del mese di marzo e coincide con la linea del governo Rajoy, deciso a impedire la secessione.
Stop all'educazione all'odio? Ministri palestinesi contrari
Il Ministro dell'Istruzione dell'Autorità Palestinese Sabri Saidam, è preoccupato perché nelle scuole di Gerusalemme cambiano i libri destinati ai bambini arabi. Finora i testi palestinesi loro prescritti erano pieni di inviti alla violenza contro gli ebrei.
Marcia contro le armi. La rivolta contro l'America
Dopo la strage nella scuola superiore di Parkland, Florida, cresce il movimento per il controllo delle armi, con due grandi manifestazioni del 14 e 24 marzo. Si tratta di un movimento molto politicizzato che mira a danneggiare Trump. E a rivedere il Secondo Emendamento (libertà di portare armi), la carta di identità degli Stati Uniti.
Jihad in Francia, i nodi vengono al pettine
Un attentato a Travis, un altro in Francia: eppure del primo non si parla, del secondo sì, ma come se fosse un fatto slegato. L'attentatore francese non era un jihadista di "razza", ma un lupo solitario locale. Ma ciò vuol dire che è in Francia che i jihadisti fanno proseliti. Tutti questi nodi stanno venendo al pettine.
Terroristi islamici in Francia, troppi per controllarli tutti
Se ci fa sentire meglio possiamo continuare a parlare di “lupi solitari” e “cani sciolti”, ma l'attentatore di Carcassonne, in Francia (4 morti e 16 feriti) era ben armato e ben addestrato. Il problema è che i potenziali terroristi, in Francia, sono troppi.
I NODI VENGONO AL PETTINE di S. Sbai
Esce McMaster, entra Bolton. Un conservatore alla Nsa
Nuovo ricambio al vertice nell'amministrazione Trump. Esce McMaster ed entra John Bolton, nel suolo di Consigliere per la Sicurezza Nazionale (Nsa). Ex ambasciatore all'Onu dal 2005 al 2006, è ostile all'accordo con l'Iran. E' l'ultimo episodio della lotta interna al governo federale, nato nel 2016 a seguito di un compromesso instabile.
L'affaire Sarko-Gheddafi, nuova luce sui fatti del 2011
Sarkozy è accusato di aver ricevuto un maxi finanziamento illecito di 5 milioni di euro da Muammar Gheddafi, quattro anni prima che lo il presidente francese si facesse promotore dell’intervento armato internazionale contro lo stesso dittatore libico. Cosa cambia adesso? Ne parliamo con Michela Mercuri, autrice di Incognita Libia.
Quando vince Trump il marketing è un crimine
Quando Obama vinse grazie a una campagna marketing online, condotta dopo una "pesca a strascico" dei dati degli utenti dei social network, i commentatori, entusiasti parlarono di "rivoluzione". Oggi la campagna di Trump vince con metodi analoghi e Facebook finisce alla sbarra. E i sospetti ricadono anche sulla Lega, in Italia.
Afrin, curdi sconfitti. Violenza turca, vergogna europea
Solo tre anni fa, i combattenti curdi della Siria settentrionale erano "eroi": combattevano contro l'Isis e lo sconfiggevano. Adesso sono stati attaccati e battuti ad Afrin dalla Turchia (membro della Nato) e dalle milizie dell'Esercito Siriano Libero (anch'esse alleate, contro Assad). E allora l'Europa volta lo sguardo e tace. Anche se nella città conquistata è piena crisi umanitaria, con centinaia di morti e almeno 150mila civili in fuga.
JIHAD DEMOGRAFICO, IL GRANDE DISEGNO DELLA TURCHIA ISLAMICA di Lorenza Formicola