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LA CRISI POLITICA

Europa e mercati, le solite speculazioni anti italiane

Mentre la trattativa Lega-Cinque Stelle sul contratto di governo, pur tra mille smentite e colpi di scena, sembra al rush finale, riesplode la polemica sulle ingerenze europee nella politica italiana. Cancellerie di mezza Europa e giornali si stanno scatenando contro i “nuovi barbari”. Le solite speculazioni. 

Politica 17_05_2018

Mentre la trattativa Lega-Cinque Stelle sul contratto di governo, pur tra mille smentite e colpi di scena, sembra al rush finale, riesplode la polemica sulle ingerenze europee nella politica italiana. Sia le cancellerie di mezza Europa sia i giornali di mezzo mondo si stanno scatenando contro i “nuovi barbari”, che sarebbero quelli di Lega e Cinque Stelle, "pronti a fare un esecutivo anti-euro e a distruggere l’Unione".

Le ripercussioni sul piano finanziario già ieri sono risultate evidenti. Mercati nervosi, Piazza Affari in vistoso calo (la peggiore in Europa, in controtendenza con le altre principali borse continentali, tutte in crescita), andamento degli indici economici al ribasso. L’Italia torna sotto la lente della finanza, il termometro delle preoccupazioni risale, lo spread cresce, anche se moderatamente, sfondando il tetto dei 150 punti. Nel 2011, all’epoca del governo Berlusconi, il differenziale tra titoli italiani e titoli tedeschi salì in breve tempo da 200 a 500 perché i mercati persero fiducia nell’Italia. Se la cosa si ripetesse, si registrerebbe subito un aumento degli oneri dello Stato per coprire gli interessi sul debito e quindi ci sarebbero meno risorse per fare politiche attive per la crescita e contro la povertà. Nessuna, quindi, delle promesse fatte in campagna elettorale da Lega e Cinque Stelle potrebbe essere mantenuta.

Ecco perché quelle due forze politiche gridano già al complotto e temono speculazioni e manovre occulte da parte dei soliti noti in Europa per condizionare la vita politica italiana e le scelte governative.

Nella bozza di programma giallo-verde non ci sono riferimenti né all’uscita dall’euro, né alla presunta richiesta di cancellare 250 miliardi di titoli italiani attualmente nelle mani della Bce. Dunque sembra trattarsi di una manovra speculativa anti-italiana. Di qui la crescente irritazione da parte di Salvini e Di Maio, che si preparano a salire al Colle "anche prima di lunedì"  ma che già vanno all’attacco.

Il leader leghista, in diretta Facebook tuona dicendo: "Provano a fermarci coi soliti ricatti dello spread che sale, delle Borse che scendono e delle minacce europee. Stavolta si cambia, più lavoro e meno clandestini, più sicurezza e meno tasse. Un leghista al Viminale sarebbe una garanzia per rimpatri ed espulsioni. Il Financial Times scrive che arrivano i barbari a Roma? Io rispondo meglio i moderni barbari che i soliti servi, che svendono la dignità, il futuro, le aziende, perfino i confini dell’Italia. Prima gli italiani. Un’altra Europa è possibile. I numeri che devono spaventare sono quelli sugli indici demografici, con le culle vuote e una popolazione italiana sempre più vecchia, non quelli economici".

Messaggio simile dal capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio: "Stiamo cercando una soluzione politica per la premiership, nei tecnici non ci credo. Se serve a far partire il governo, io e Salvini siamo pronti anche a starne fuori". E in merito al rapporto con l'Europa puntualizza: "Massimo dialogo ma l'Italia non può più essere subalterna alle dinamiche di qualche eurocrate. Più ci attaccano e più mi fanno capire che siamo sulla strada giusta". Ma altre voci pentastellate sono decisamente sopra le righe. Belle Grillo rilancia il referendum sull’euro e sostiene che servono due monete. Alessandro Di Battista lancia un’invettiva contro i “fantomatici mercati” che sono “tornati a farsi sentire”. E si rivolge ai parlamentari del Movimento 5 Stelle e della Lega: "Siate patrioti. Siete rappresentanti del popolo italiano e non emissari del capitalismo finanziari".

Nel frattempo resta insoluto il nodo della scelta del premier. Tramontata l’ipotesi della staffetta Salvini-Di Maio, così come quella di un tecnico a Palazzo Chigi, prende quota quella di un politico di area Cinque Stelle (Fraccaro, Carelli), considerato che i pentastellati sono il primo partito.

Ma a lasciar intendere che l’Italia, in caso di governo Lega-Cinque Stelle, potrebbe diventare un sorvegliato speciale è proprio il premier Paolo Gentiloni, che da Sofia, dove si trova per un vertice europeo sui Balcani occidentali, ricorda che "l’Italia è uscita da una crisi difficilissima" e avverte che "con proposte velleitarie e stravaganti, diventa difficile rassicurare gli alleati europei" e che "andando fuori strada non c’è il paradiso ma il burrone".

Il Presidente della Repubblica, dal canto suo, attende con pazienza che Di Maio e Salvini gli presentino la bozza definitiva del programma e l’indicazione del premier, dopo di che si riserverà eventuali controproposte, sia sul nome scelto dai due sia sui contenuti del documento.

Il centrodestra sull’Europa appare peraltro molto diviso. Tra gli azzurri serpeggia allarme per gli eventuali contraccolpi sull’Italia di un eventuale governo Lega-Cinque Stelle che fosse troppo anti-europeista. Silvio Berlusconi da Sofia, dove ha partecipato ieri a una riunione del Partito popolare europeo, ha preso nettamente le distanze da Salvini, smentendo le parole del leader della Lega circa un eventuale complotto anti-italiano e ha anzi rassicurato dicendo che c’è voglia in Europa di aiutare l’Italia a uscire dalla situazione in cui si trova.

Più tranchant la posizione del Pd. "Lega e Cinque Stelle stanno giocando sulla pelle del Paese", sostiene il segretario reggente, Maurizio Martina, che teme uno scontro con l’Unione europea e l’isolamento dell’Italia.

Certo è che i poteri forti internazionali e gli avversari politici nazionali stanno ancora una volta facendo il gioco di Lega e Cinque Stelle, offrendo loro l’alibi di poter scaricare sull’Europa l’eventuale insuccesso del loro governo.