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LO SCHERZO E GLI INSULTI AL FAMILY DAY

Fedez, bambinone debole coi forti e forte coi deboli

Lo scherzo delle Iene al rapper mostra che dietro i tatuaggi da duro si cela un bambinone emotivo che alla prima difficoltà piange a dirotto. Ma che, protetto dalle telecamere può recitare la parte dell'uomo che non deve chiedere mai insultando il popolo del Family Day. Un forte coi deboli, ma debole coi forti. Che piace ai ragazzi e soprattutto è molto attento ai soldi. 

Cultura 14_03_2017
L'insulto di Fedez e J-Ax al Family Day (foto dal profilo Fb delle Iene)

Si agghinda tutto tatuato e incute terrore agli astanti, ma in fondo è un bambinone forte coi deboli e debole coi forti. Se Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, fosse dotato di un minimo di intelligenza mediatica avrebbe impedito la messa in onda del cattivissimo scherzo che le Iene con la complicità di J-Ax e diversi membri del suo staff, gli hanno architettato provocandogli un pianto a dirotto che evidenzia tutte le fragilità del soggetto. 

Ma il narcisismo è una brutta bestia e pur di comparire e restare ancorato allo star system il poveretto ha dato il suo placet alla messa in onda dello sputtanamento, salvo poi scaricare per dovere di copione tutta la sua insulsa rabbia verso il popolo del Family day che nulla c’entrava con la sua colossale figura da boccalone. 

Tutto si è svolto nella puntata di domenica delle Iene. Il suo compare J-Ax, un altro bambinone cresciuto che fa coppia con lui da un annetto per un tour che registra il tutto esaurito  da comunisti col Rolex, ha assoldato le Iene per una zingarata televisiva: ha fatto credere al giovanotto che buona parte dei biglietti venduti per i concerti milanesi erano finiti, per colpa del loro produttore, nelle mani del bagarinaggio on line in quello che si chiama in gergo secondary ticketing, ossia un sistema perverso di sovraprezzo mostruoso che danneggia i poveri fan e fa gonfie le tasche dei cantanti. Ovviamente mentre J-Ax reggeva la parte scrollando la testa e dicendo “io non ci sto dentro”, Fedez cadeva dal pero. E ha iniziato a sudare freddo quando il suo avvocato, anch’egli attore del gioco, gli ha detto che la questura stava indagando sulla truffa. 

Il rapper di Generazione boh invece di preoccuparsi per l’ipotesi di reato che sembrava pendere sul suo capo, ha iniziato a sbroccare per il mancato introito che i biglietti sequestrati dalla Polizia avrebbe causato all’immagine dei due bambinoni. Della serie: chissenefrega dei reati, quel che mi interessa è non avere i palasport vuoti e meno danè in cassa. Insomma, l’immagine da duro e irreprensibile si era già squagliata in quel momento. Attento al soldo, come tutti gli altri. 

Ma il top lo si è raggiunto quando J-Ax gli ha svelato lo scherzo. Lui, che nel frattempo aveva chiamato disperato mammina, che è anche il suo agente, è scoppiato in un pianto a dirotto simile a quello di Franco Baresi dopo il rigore fatale di Pasadena. Che in quel caso aveva un senso, qui un po’ meno, anche per la posta in gioco era decisamente irrisoria.

Ma il truce tatuato invece ha reagito come le vecchie zitelle alle prese con gli stress troppo grandi: un penoso lacrymosa che invece di strappare risate ha mostrato all’inclito pubblico una cosa: che dietro lo sguardo da duro si cela un ragazzino ancora emotivo, che alla prima difficoltà si dispera. Proprio un bell’esempio da offrire ai giovani. Un macho tatuato e palestrato, di plastica però. La cosa poteva finire lì come una goliardiata in seconda serata, ma quelli delle Iene, che sono diabolici, mica pensavano di avere messo nella rete il poveretto a gratis. No, hanno invitato i due in trasmissione per presentare lo scherzo, un po’ come si faceva ai tempi su Scherzi a parte, e poi li hanno fatti anche parlare. Di cosa? Di famiglie arcobaleno e matrimoni gay, ovviamente tutto secondo copione: che sono famiglie come le altre, che sono come gli altri e bla bla bla.

Se non fosse per la battuta conclusiva. Il giovanotto ha guardato in camera e ha detto: «Vorrei dire una cosa che urterà profondamente Mario Adinolfi e il mio amico Carlo Giovanardi». E il compare ha aggiunto: «E anche tutto il popolo del Family Day. Questo è il nostro saluto». E lì è partito il dito medio perché fosse ben chiaro quale livello di libertà e di sensibilità alberga non solo in casa Mediaset, ma anche in casa di J-Ax e Fedez, che prendono in giro i comunisti col Rolex, ma non si accorgono di essere loro la quintessenza del conformismo italico. Proprio un bell’esempio di onestà intellettuale. Compiuto il quale il bamboccione, pronunciata la frase passe-partout contro i pro family, è stato così pienamente riaccreditato nel circo dell’insulso cui appartiene. 

Restano però quelle lacrime a testimoniare la sua estrema fragilità di fronte alle difficoltà della vita. Una fragilità che è ancora rimasta allo stadio infantile e che forse in una famiglia si potrebbe colmare con un po’ di coraggio e fiducia nella vita. Ma se il suo obiettivo è quello di sputare sulla famiglia non pretendiamo che il fenomeno da baraccone che è ne faccia tesoro. 

Resta l’immagine di una marionetta di cartapesta, che collassa al primo ostacolo, ma che si fa scudo del birignao e del conformismo per svillaneggiare chi non può difendersi, protetto dalla telecamera del mainstream. Un bambinone, da centinaia di migliaia di euro, però. Quello che le famiglie normali non possono permettersi di allevare, essendo abituate a fare i conti tutti i giorni con la realtà. C’è chi ha citato un passaggio del Cyrano di Francesco Guccini per fotografare il comportamento vigliacco di Fedez. Ci sta. Ma c'è un altro suo azzeccato verso, più degno dell’Avvelenata che si merita uno come Fedez: «Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni». Il finale trovatelo su internet.