Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Fedele da Sigmaringen a cura di Ermes Dovico
IL BELLO DELLA LITURGIA

Il giglio e il libro di Caterina da Siena

La festa liturgica di santa Caterina da Siena si celebra il 29 aprile.  Di questa donna che visse all’insegna dell’appartenenza totale a Cristo, della determinazione e del coraggio in un secolo, il XIV, particolarmente travagliato per la Chiesa, l’Italia e l’Europa intera, il diplomatico e pittore Andrea Vanni, suo affezionato discepolo, ha lasciato un fedele ricordo.

Cultura 28_04_2018

Francesco Vanni, Il matrimonio mistico di Santa Caterina, Siena – Chiesa di S. Raimondo al Refugio

La festa liturgica di santa Caterina da Siena si celebra il 29 aprile.  Di questa donna che visse all’insegna dell’appartenenza totale a Cristo, della determinazione e del coraggio in un secolo, il XIV, particolarmente travagliato per la Chiesa, l’Italia e l’Europa intera, il diplomatico e pittore Andrea Vanni, suo affezionato discepolo, ha lasciato un fedele ricordo nell’affresco che la rappresenta insieme a una devota, sulla parete di fondo della cappella delle Volte in San Domenico a Siena, dove Caterina ricevette l’abito delle Mantellate e dove più volte fu vista cadere in estasi. Per la prossimità e l’amicizia tra l’artista e la santa, il dipinto, in cui Caterina, non ancora canonizzata, compare senza aureola, è considerato un suo veritiero ritratto.

I simboli iconografici che spesso accompagnano la sua immagine sono prevalentemente due: il giglio e il libro, rispettivamente sinonimi di purezza e di sapienza. Sì perché, nonostante fosse analfabeta e avesse imparato a leggere per grazia divina, e a scrivere da autodidatta, Caterina fu autrice di appassionate lettere e preghiere, di fondamentali testi sacri e riflessioni teologiche che, unica donna con S. Teresa d’Avila, le valsero il titolo di dottore della Chiesa, conferitole da Papa Paolo VI nel 1970.

Altre volte la santa viene rappresentata con una corona di spine, con le stigmate da cui zampillano i bianchi fiori, o mentre tiene tra le mani un crocefisso o un cuore. Anche l’anello può essere considerato un suo attributo, riferendosi al celebre episodio del matrimonio mistico tra lei e Gesù.

E’ la Legenda Major il testo più autorevole relativo alla sua agiografia. Lo dobbiamo al beato domenicano Raimondo da Capua che fu suo confessore per circa quattro anni, dal 1376 al1380. Verso la fine del XII capitolo racconta la visione di Caterina che, ritirata in preghiera nella sua stanza, vide il Signore Gesù che le diceva: “Stabilisco di celebrare con te la festa nuziale dell’anima tua, e così come ti promisi, ti sposo a me nella fede”. Le nozze, stando a quanto riferito dalla mistica, avvennero al cospetto di San Giovanni Evangelista, di san Paolo e san Domenico mentre il profeta David suonava la sua arpa e la Vergine Maria presentava la sposa allo Sposo.

Francesco Vanni, pittore barocco senese vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, di questo episodio ha lasciato la sua interpretazione nella grande tela collocata sopra l’altare della parete destra della chiesa di San Raimondo al Refugio a Siena, inserita tra due dipinti di dimensioni più piccole, firmati dal maestro Sebastiano Folli nel 1613, che rappresentano altri due episodi della vita di Caterina e, rispettivamente, la santa che riceve da Cristo la veste splendente e Caterina che dona un mantello a un mendicante. 

Il Vanni, attenendosi al racconto di Fra Raimondo, costruisce una scena piuttosto complessa. I testimoni ci sono tutti, ciascuno col proprio attributo iconografico, ovvero le lettere per l’Apostolo delle Genti, il giglio per il fondatore dell’ordine domenicano, il calice da cui esce un serpente per l’evangelista Giovanni. In posizione simmetrica rispetto a re David, e alla sua lira, Vanni riprodusse una donna dormiente, la romana Semia che, sempre secondo il frate confessore, quando Caterina morì, la sognò in gloria tra gli angeli.

E anche questi ultimi, non potendo mancare, sono stati rappresentati mentre, festanti, suonano le più dolci melodie per allietare il sacro evento. Caterina è qui genuflessa di fronte al suo Sposo che Le dona il prezioso anello, accompagnato dal gesto premuroso della Madre.

Santa Caterina da Siena è, dal 1939 e per volontà di Papa Pio XII, Patrona d'Italia insieme a San Francesco d'Assisi: nel 1999 Giovanni Paolo II la proclamò Patrona d'Europa.