Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Marco a cura di Ermes Dovico
COREA DEL NORD

Il gioco diplomatico di Trump con Kim Jong-un

Il vertice fra Kim Jong-un e Donald Trump si farà o non si farà? Fino a ieri mattina pareva ormai archiviato, da ieri pomeriggio si è invece riaperto uno spiraglio. E' un balletto diplomatico in cui gli Usa mirano a ottenere le condizioni di un disarmo totale, irreversibile e verificabile della Corea del Nord, con un misto di minacce e blandizie.

Esteri 26_05_2018
Trump e Kim visti dalla TV sudcoreana

Il vertice fra Kim Jong-un e Donald Trump si farà o non si farà? Fino a ieri mattina pareva ormai archiviato, da ieri pomeriggio si è invece riaperto uno spiraglio diplomatico. Attualmente è più probabile che si faccia. Magari non subito. Che cosa sta succedendo, in realtà?

Andando con ordine: dopo la storica visita di Kim Jong-un in Corea del Sud, ottenuta anche grazie alla mediazione statunitense, era stato Trump ad annunciare il primo vertice fra Usa e Nord Corea per la fine di maggio, o giugno, volto alla denuclearizzazione della penisola. Poi la data e il luogo sono stati formalizzati: il 12 giugno a Singapore, dunque in un paese terzo e neutrale. I toni sono improvvisamente cambiati nel corso della settimana appena trascorsa. Il regime di Pyongyang non ha reagito bene alla proposta del modello di denuclearizzazione avanzato dal consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton e dal vicepresidente Mike Pence: denuclearizzazione immediata, irreversibile e verificabile. Tuttavia è facile ricordare che lo stesso modello venne accettato da Gheddafi nel 2003. Se nessuno lo ricordava, ci ha pensato Bolton a citarlo espressamente. Kim sa bene come è andata a finire: otto anni dopo il regime libico è stato rovesciato grazie all’intervento della Nato. Kim per iniziare a rimettere in discussione l’incontro e l’impegno per la denuclearizzazione. Nel frattempo le esercitazioni di Usa e Sud Corea sono state depotenziate: annullati i voli dei bombardieri strategici B-52. Nonostante tutto, il fatto stesso che si siano svolte, dall’11 al 25 maggio, è stato interpretato da Pyongyang come un gesto di sfida.

Non appena il regime nordcoreano ha cancellato gli incontri inter-coreani e la propaganda di Pyongyang ha incominciato ad alzare i toni, Trump ha deciso di anticipare i tempi. Lo ha fatto, come suo solito, in modo estremamente irrituale, con una lettera dai toni molto informali, quasi di scherno nei confronti del suo interlocutore: “Siamo stati informati che l’incontro è stato richiesto dalla Corea del Nord, ma ciò per noi è del tutto irrilevante. Non vedevo l’ora di incontrarti, ma purtroppo per l’enorme rabbia e l’aperta ostilità delle vostre recenti dichiarazioni, credo sia inopportuno, in questo momento, tenere questo incontro così a lungo pianificato… Per il bene di entrambe le parti, ma a danno del mondo, il summit di Singapore non avrà luogo”. Ma dal rammarico si passa a una minaccia neppure troppo velata nella frase successiva: “Parlate delle vostre capacità nucleari, ma le nostre sono così massicce e potenti che prego Dio che non dovranno mai essere utilizzate”. Poi Trump sottolinea come, il primo e più importante obiettivo americano sia già stato raggiunto: “Nel frattempo, voglio ringraziarti per il rilascio degli ostaggi che ora sono a casa con le loro famiglie. E’ stato un gran bel gesto ed è stato molto apprezzato”. E infine, da bravo venditore (quale è), lascia la porta aperta per riaprire il negoziato: “Se cambi idea riguardo a questo importantissimo summit, non esitare a chiamarmi o a scrivermi… Sinceramente tuo, Donald”.

Si tratta di un documento incredibile, se pensiamo che comunque si tratta di una lettera da un capo di Stato a un altro capo di Stato in materia di disarmo nucleare. La missiva è giunta nelle mani di Kim all’indomani della distruzione del poligono di Punggye-ri, dove sono stati effettuati i test atomici. La sua liquidazione faceva parte dei primi passi di distensione compiuti dalla Corea del Nord e rende più difficile tornare repentinamente al confronto militare muscolare. E comunque l’effetto non si è fatto attendere. Il regime di Pyongyang ha nuovamente addolcito i toni e riaperto la possibilità di un vertice a Singapore, alla data prevista. “E’ davvero una buona notizia ricevere una dichiarazione calorosa e produttiva dalla Corea del Nord”, ha commentato il presidente Usa su Twitter. Intervistato ieri pomeriggio, Trump ha ribadito alla stampa americana, “Stiamo dialogando con loro (i nordcoreani, ndr). Loro lo vogliono fare veramente. A noi piacerebbe farlo”, il summit, si intende. Alla domanda se i nordcoreani stiano “giocando”, Trump ha risposto sinceramente che “Tutti stanno giocando”. E il gioco vale la candela, se il risultato sarà realmente il disarmo integrale, irreversibile e verificabile della Corea del Nord.