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IL VIAGGIO

Il Papa a Fatima "rilegge" la Madonna

«Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo - che sono perdonati dalla sua misericordia!». Così si è espresso papa Francesco a Fatima introducendo la preghiera del Rosario. Dura critica alle "false" rappresentazioni di Maria.
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Ecclesia 13_05_2017
Papa Francesco davanti alla Madonna di Fatima

«Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo - che sono perdonati dalla sua misericordia!». Forte il richiamo di Papa Francesco sulla spianata del Santuario di Fatima alla Cova da Iria, con una parola sul primato della misericordia che è risuonata davanti alla folla convenuta per la recita del Rosario in occasione del centenario delle apparizioni mariane che più hanno segnato la storia recente della Chiesa. 

Un viaggio breve quello di Papa Francesco a Fatima, è arrivato ieri pomeriggio alle 16,30 ora portoghese, e tornerà a Roma oggi, atterrando a Ciampino verso le 19 ora italiana. Un viaggio importante, a ricordo di quel 13 maggio 1917 in cui tre pastorelli, Lucia dos Santos e i suoi due cugini Francesco e Giacinta Marto, mentre pascolavano le pecore presso il terreno della Cova da Iria videro la Santa Vergine Maria. Fino al 13 ottobre di quello stesso anno, per sei volte, la Madonna apparve ai tre bambini, consegnando loro un messaggio per tutta l’umanità: l’urgenza di un ritorno a Dio degli uomini e delle nazioni, la preghiera e la penitenza.

QUALE MARIA?

Ieri sera alle 21,30 ora portoghese, il Papa ha benedetto le candele e introdotto la recita del Santo Rosario, la preghiera tanto raccomandata dalla Madonna ai tre pastorelli. Nel suo saluto il Papa ha chiesto alle migliaia di fedeli presenti nella spianata verso “quale Maria” si rivolgono, una domanda a suo modo provocatoria e ricca di spunti.

«Quale Maria?», ha chiesto il Papa. «Una Maestra di vita spirituale, la prima che ha seguito Cristo lungo la “via stretta” della croce donandoci l’esempio, o invece una Signora “irraggiungibile” e quindi inimitabile?»

«La “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine (cfr Lc 1,42.45), o invece una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo?»  

«La Vergine Maria del Vangelo, venerata dalla Chiesa orante, o invece una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi?». 

A questo punto ha fatto un chiaro riferimento al primato della misericordia, dicendo che «dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio e, comunque, il giudizio di Dio sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia. Ovviamente», ha aggiunto, «la misericordia di Dio non nega la giustizia, perché Gesù ha preso su di Sé le conseguenze del nostro peccato insieme al dovuto castigo. Egli non negò il peccato, ma ha pagato per noi sulla Croce. E così, nella fede che ci unisce alla Croce di Cristo, siamo liberi dai nostri peccati; mettiamo da parte ogni forma di paura e timore, perché non si addice a chi è amato». 

Infine, Francesco si è augurato che ognuno di noi possa «diventare, con Maria, segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto».

All'inizio del suo saluto aveva invocato la benedizione del Signore per intercessione della Vergine «su ciascuno dei diseredati e infelici ai quali è stato rubato il presente, su ciascuno degli esclusi e abbandonati ai quali viene negato il futuro, su ciascuno degli orfani e vittime di ingiustizia ai quali non è permesso avere un passato». 

LA VISITA ALLA CAPPELLINA DELLE APPARIZIONI

Al suo arrivo in Portogallo, nel pomeriggio, dopo un saluto in forma privata al presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa nella base aerea di Monte Real, il Santo Padre si era recato in visita alla cappellina della apparizioni. E’ il luogo dove i tre bambini ebbero la visione e oggi vi si trova la statua della Madonna di Fatima in cui è incastonata la pallottola sparata da Alì Agca il 13 maggio 1981 per colpire Giovanni Paolo II, il papa in cui si è riconosciuto quel “vescovo vestito di bianco” di cui parla il cosiddetto Terzo segreto. Quello che ancora oggi è oggetto di molte speculazioni circa la sua completezza e che è stato svelato dalla Chiesa nel 2000.

«In questo luogo», ha pregato il Papa rivolgendosi alla Vergine Maria, «da cui cent’anni or sono a tutti hai manifestato i disegni della misericordia di Dio, guardo la tua veste di luce e, come vescovo vestito di bianco, ricordo tutti coloro che, vestiti di candore battesimale, vogliono vivere in Dio e recitano i misteri di Cristo per ottenere la pace».

«Fa’ che seguiamo l’esempio dei Beati Francesco e Giacinta, e di quanti si consacrano all’annuncio del Vangelo. Percorreremo così ogni rotta, andremo pellegrini lungo tutte le vie, abbatteremo tutti i muri e supereremo ogni frontiera,uscendo verso tutte le periferie, manifestando la giustizia e la pace di Dio. Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco,del candore lavato nel sangue dell’Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo».

L'OMELIA DEL CARDINALE PAROLIN ALLA VEGLIA

Dopo la recita del Rosario, intorno alle 22, c'è stata la solenne veglia mariana per la solennità del 13 maggio, con la Santa Messa celebrata dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. 

«Come mamma preoccupata per le tribolazioni dei figli», ha ricordato il cardinale, «Ella è apparsa qui con un messaggio di consolazione e di speranza per l’umanità in guerra e per la Chiesa sofferente: “Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà” (…) E la Madonna ci invita ad arruolarci in questa lotta del suo Figlio divino, in particolare con la recita quotidiana del Rosario per la pace nel mondo. Poiché, anche se tutto dipende da Dio e dalla sua grazia, bisogna agire come se tutto dipendesse da noi, chiedendo alla Vergine Maria che il cuore delle persone, il focolare delle famiglie, il cammino dei popoli e l’anima fraterna dell’intera umanità siano a lei consacrati e posti sotto la sua protezione e guida. Lei vuole gente che le si affidi!»

Il richiamo alla battaglia per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria è un richiamo alla preghiera. Davanti al tempo presente, tempo di incertezze e preoccupazioni «che cosa ci chiede Fatima? La perseveranza nella consacrazione al Cuore Immacolato di Maria», ha risposto Parolin. «Vissuta ogni giorno con la recita del Rosario. E se, nonostante la preghiera, persisteranno le guerre? Anche se non si vedranno risultati immediati, perseveriamo nella preghiera; questa non è mai inutile. Prima o poi darà i suoi frutti. La preghiera è un capitale che si trova nelle mani di Dio e che Egli fa fruttare secondo i suoi tempi e i suoi disegni, molto diversi dai nostri».

Infine, un monito ad usare l'unica arma che può fermare il male e favorire il trionfo del Cuore Immacolato di Maria: il sacrificio, quel sacrificio che i tre pastorelli di Fatima, due dei quali, Francesco e Giacinta, saranno canonizzati proprio questa mattina, hanno praticato con grande generosità. Fermare l’avanzata del male, ha concluso il cardinale, «è possibile solo pagando un prezzo (…)  Gli esseri umani ottengono questa vittoria quando sono capaci di un sacrificio che diventa riparazione; Cristo la compie, manifestando che il suo modo di amare è misericordia».