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A NOMADELFIA E LOPPIANO

Il Papa nei centri della fedeltà creativa

Prima nella città della fraternità, Nomadelfia, poi Papa Francesco è volato per raggiungere un’altra cittadella che è frutto del carisma di Chiara Lubich, Loppiano. Due opere frutto della amore a Cristo di due apostoli che hanno fatto della carità il loro tratto distintivo, pure nelle differenze che caratterizzano le personalità di Chiara e don Zeno.

Ecclesia 11_05_2018

Prima nella città della fraternità, Nomadelfia, fondata nel 1947 da don Zeno Saltini (1900 – 1981), poi dalla campagna grossetana Papa Francesco è volato in provincia di Firenze, per raggiungere un’altra cittadella che è frutto del carisma di Chiara Lubich (1920 – 2008), Loppiano. Due opere frutto della amore a Cristo di due apostoli che hanno fatto della carità il loro tratto distintivo, pure nelle differenze che caratterizzano le personalità di Chiara e don Zeno.

NOMADELFIA
È una comunità oggi formata da 300 persone, dove non esistono i cognomi e ci si rifà direttamente alle comunità cristiane delle origini. A Nomadelfia non si usa denaro e chi lo guadagna fuori dalla comunità lo versa alla stessa; le liti vengono risolte con l’evangelcia «correzione fraterna». Tutto è amministrato insieme.

«La Legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno», ha ricordato il Papa, «che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli». La fraternità si esprime a partire dall’architrave della famiglia, dove vi sono segni tangibili di questa comunione, come l’esempio citato da Francesco a proposito «dell’attenzione amorevole verso gli anziani che, anche quando non godono di buona salute, restano in famiglia e sono sostenuti dai fratelli e dalle sorelle di tutta la comunità».

«Di fronte a un mondo talvolta ostile agli ideali predicati da Cristo», ha concluso il Papa, «non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo».

LOPPIANO
Francesco definisce la cittadella dei Focolari «abbazia» e non sbaglia, perché l’idea originaria di Chiara Lubich era proprio quella di dare vita a una nuova forma di abbazia, sulla scia di quello che furono le abbazie benedettine nei primi secoli. Una città senza frontiere dove c’è un’università (l’Istituto Sophia), centri di spiritualità e formazione, un polo economico industriale, un auditorium e, al centro, una Chiesa, dedicata a Maria Theotokos, Maria Madre di Dio.

Il popolo di Loppiano pone tre domande al Papa. Nelle risposte Francesco indica due parole chiave, parresia e hypomoné, cioè «il coraggio e la sincerità nel dare testimonianza della verità e insieme fiducia in Dio e la sua misericordia», e il «sottostare, il rimanere e imparare ad abitare le situazioni impegnative che la vita ci presenta».

Per perseverare nel cammino di fede e di comunità occorre sano umorismo, che è «l’atteggiamento umano che più si avvicina alla grazia di Dio», ha detto il Papa a braccio.

«Nel cambiamento epocale che stiamo vivendo occorre impegnarsi non solo per l’incontro tra le persone, le culture e i popoli e per un’alleanza tra le civiltà, ma per vincere tutti insieme la sfida epocale di costruire una cultura condivisa dell’incontro e un civiltà globale dell’alleanza. Come un arcobaleno di colori in cui si dispiega a ventaglio la luce bianca dell’amore di Dio!».

Il consiglio consegnato alla cittadella di Loppiano è quello di una «fedeltà creativa», come quella degli apostoli nei primi tempi. «Per me - e consiglio a voi di farlo - l’esempio più grande è quello che possiamo leggere nel Libro degli Atti degli Apostoli: guardare come loro sono stati capaci di restare fedeli all’insegnamento di Gesù e avere il coraggio di fare tante “pazzie”, perché ne hanno fatte, andando dappertutto. Perché? Sapevano coniugare questa fedeltà creativa».

Quindi ha concluso invitando a guardare a Maria, la madre di Gesù. «Ed è in lui la Madre di tutti noi, la Madre dell'Unità».