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ITINERARI DI FEDE

La cattedrale di Aquileia

La cattedrale di Aquileia era al centro di una delle più grandi diocesi del Medioevo europeo, che si estendeva dal Danubio all'Istria, passando per il Nord Est italiano. Famosa per il più grande pavimento mosaicato paleocristiano, ospita la mostra "Costantino e Teodoro. Aquileia nel IV Secolo".

Cultura 12_10_2013
Basilica di Aquileia

Il patriarcato di Aquileia è stata la più grande diocesi di tutto il medioevo europeo, amministrando, a partire dall’anno 568, un vasto territorio che dal Danubio arrivava fino a Como, estendendosi, verso Sud, fino a comprendere l’Istria. Cotanta metropolia aveva la sua sede cattedrale presso la basilica di Santa Maria Assunta la cui storia ebbe inizio nel lontano 308, quando il vescovo Teodoro decise di adattare resti di una nobile casa romana e di alcuni edifici del porto ad ambienti per il culto cristiano. Tracce di queste antichissime aule, dette teodoriane, sono ancora visibili nella navata dell’attuale basilica, frutto di rimaneggiamenti succedutisi tra l’XI e il XIII secolo. L’ultimo intervento consistente risale, invece, al Cinquecento, secolo in cui artigiani veneziani vennero coinvolti nella realizzazione del mirabile soffitto ligneo, tuttora in loco.

La facciata a doppio spiovente, nella sua semplicità, rende ancora più sorprendente la grandiosità dello spazio interno che robuste colonne suddividono in tre navate. Subito all’ingresso, sul lato sinistro, ci si imbatte in una ricostruzione dell’Anastasis di Gerusalemme, a pianta centrale e copertura conica, in blocchi di marmo, risalente all’XI secolo. Dello stesso periodo è la conformazione odierna della cripta, interamente affrescata con storie della vita di Gesù e Maria e della vita di San Marco e Sant’Ermacora, primo vescovo della città friulana. La sua figura compare anche nel più antico ciclo pittorico bizantino, in tre registri, del sovrastante catino absidale, accanto alla Vergine con Bambino, altri santi e il compagno di martirio Fortunato.

All’inizio del 1900 indagini condotte da archeologi austriaci riportarono alla luce il vero capolavoro della basilica, il pavimento mosaicato più grande e antico della cristianità, 750 metri quadrati di immagini e colori che dal IV secolo raccontano le verità della fede! Un testo simbolico, dunque, ripartito in dieci riquadri, che attinge anche al patrimonio iconografico orientale, fondendolo con motivi occidentali. Celeberrima la scena della sfida tra il gallo e la tartaruga, simbolo della lotta tra male e bene. Avvicinandosi all’altare ci si immerge nel mare giallo ocra, popolato da ogni sorta di animale acquatico, dell’episodio biblico di Giona, rimasto nel ventre della balena per tre giorni, che allude alla morte e resurrezione del Cristo. Scene istoriate sono alternate a ritratti di benefattori e di personaggi, maschili e femminili, dai lineamenti accentuati, tra i quali si riconoscono l’imperatore Costantino e la madre Elena. Mediato dalla classicità pagana il Buon Pastore, con la pecora sulle spalle, eredita l’icona greco romana del dio Mercurio.

Antistante la Basilica, a lei connessa tramite portico, sorge la chiesa dei Pagani, cosiddetta perché utilizzata, un tempo, dai catecumeni.

Fino ai primi giorni di novembre la cattedrale è parte integrante del percorso espositivo della mostra “Costantino e Teodoro. Aquileia nel IV secolo”, che riunisce preziosi reperti che evidenziano il ruolo religioso, politico e amministrativo della città in un’epoca per lei così feconda e significativa.