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DIALOGO DIFFICILE

La Corea del Nord testa i missili e i colloqui di pace

I continui test di missili balistici a corto raggio effettuati dalla Corea del Nord non impensieriscono troppo Donald Trump, che continua ad essere ottimista sui colloqui con Kim Jong-un. Tuttavia preoccupano la Corea del Sud, soprattutto per i nuovi missili a corto raggio che vengono testati ora e possono colpire Seul. 

Editoriali 11_08_2019
I test nordcoreani visti dalla Tv sudcoreana

I continui test di missili balistici a corto raggio effettuati dalla Corea del Nord costituiscono da un a evidente prova di forza del regime di Kim Jong-un contro le esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud: più blande degli anni scorsi, ma comunque di grande consistenza.

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha attribuito a queste esercitazioni il nuovo lancio di due missili balistici a corto raggio, effettuati ieri mattina. Lanciati alle 5.32 e alle 5.50 dalla costa est di Hamhung, hanno volato per circa 400 chilometri a un’altezza di 48 mila metri prima di cadere nel Mar del Giappone. E’ la quinta volta dal 25 luglio che Pyongyang lancia missili e razzi giustificandoli come risposta alle esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud, che da sempre il regime comunista considera preparativi per l’invasione del Nord e il rovesciarnento del suo governo. Nonostante lo stallo nei negoziati tra Kim e Donald Trump, la serie di lanci missilistici non sembra preoccupare gli Stati Uniti. Poche ore prima dei lanci di oggi, il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato di aver ricevuto una “bellissima lettera” dal leader Kim Jong-un e spera di riprendere i colloqui sul programma nucleare del Nord. Trump ammette che nella lettera Kim Jong-un si lamenta delle esercitazioni militari congiunte in Corea del Sud e smorza i toni polemici. Trump minimizza i lanci di questi giorni che non prevedono “test nucleari” mentre i missili erano tutti “a corta gittata” e “nessun test è stato effettuato con missili a lunga gittata” di cui Pyongyang peraltro dispone.

In luglio il Pentagono aveva infatti confermato che i missili balistici intercontinentali nordcoreani sono in grado di raggiungere gran parte (Hwasong 14) o tutto (Hwasong 15) il territorio statunitense. Kim Jong-un avrebbe inoltre espresso il desiderio di incontrare nuovamente Trump e iniziare dei negoziati appena finiranno le esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti-Corea del Sud. E il presidente americano scrive su twitter che "non vede l’ora di vedere di nuovo il leader nordcoreano in un futuro non distante". Se i test missilistici non sembrano impensierire Trump, creano però qualche timore a Seul che si attende nuovi lanci nei prossimi giorni.

Secondo gli esperti militari, Pyongyang sta sperimentando un nuovo missile balistico noto come KN-23 che secondo molti osservatori rappresenta la versione nordcoreana del missile balistico russo 9K720 Iskander. Un’arma con una gittata ufficiale intorno ai 500 chilometri in grado di colpire anche con testate atomiche ogni angolo della Corea del Sud ma ben più difficile da individuare e intercettare rispetto ai Hwasong derivati dai vecchi Scud che riempiono gli arsenali missilistici di Pyongyang.

Non è chiaro come gli Iskander o la loro tecnologia siano arrivati in Corea del Nord dalla Russia o da altri paesi che lo hanno acquisito nella versione E da esportazione (l’arma è stata venduta agli eserciti armeno e algerino ed è stata impiegata dai russi nel conflitto in Siria) ma "è molto probabile che ci siano altri lanci, dal momento che la Corea del Nord sta svolgendo esercitazioni militari estive, in contemporanea con le manovre congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud", ha avvertito lo stato maggiore congiunto sudcoreano.