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ITINERARI DI FEDE

La Madonna che sconfisse barbari, alluvioni e nazisti

La chiesa di San Michele a Caorle. Protesse gli abitanti dalle invasioni barbariche, da un'alluvione e dall'invasione tedesca dopo l'armistizio. Uno straordinario esempio di fede popolare. 

Cultura 30_09_2017

All’arcangelo Michele fu dedicata la chiesetta eretta dagli abitanti di Concordia Sagittaria in quel di Caorle, qui approdati per sfuggire alle invasioni barbariche. La sua storia è legata a un’antica leggenda secondo la quale alcuni pescatori, avendo intravisto una statua della Vergine galleggiare sulle acque, avevano, senza successo, provato a trasportarla a riva. L’impresa riuscì solo a un drappello di giovani e innocenti fanciulli cosicché la popolazione, considerando questo un segnale miracoloso, decise di custodirla dentro la chiesa che fu trasformata nel santuario della Madonna dell’Angelo.

Passarono i secoli e il tempietto affacciato sul mare Adriatico fu nuovamente al centro di un episodio prodigioso. Una violenta inondazione nel 1727 travolse Caorle senza procurare, però, alcun danno alla chiesa che ne uscì completamente indenne.  Altre trasformazioni, ricostruzioni, restauri la interessarono fino a che, intorno alla metà del XVIII secolo, al primitivo edificio risalente a VI secolo, fu conferito l’aspetto attuale, dopo che un crollo, seppur parziale, compromise la sicurezza di tutto l’impianto che venne tempestivamente rifatto.

La parte più antica, del XIII secolo, risulta essere il campanile eretto ai lati del santuario. La sua mole quadrangolare, di stile romanico, è percorsa su tutti i lati da contrafforti che arrivano fino alla cuspide, di forma ottagonale. La torre, addossata al porticciolo sul promontorio, svolge anche la funzione di faro.

Originaria è, pure, la nicchia nella quale è inserita la statua miracolosa, posizionata da sempre sull’altare maggiore e sormontata dal simulacro dell’angelo. Ai suoi lati furono collocate le statue di San Gilberto e Santa Margherita, compatroni di Caorle. L’interno, che nel corso dell’ultima risistemazione perse l’impianto basilicale, è a una sola navata con abside quadrata e tetto a spiovente, ed è preceduto da un piccolo atrio con colonne e pilastri dai capiteli corinzi.

Dopo l’armistizio del 1943 e l’occupazione tedesca del Nord Italia, i germani decisero che avrebbero inondato i territori del Veneto Orientale fino alla profondità di quindici chilometri dalla costa: Caorle rischiò di essere annientata. Ancora una volta la Vergine Maria intervenne in suo soccorso: tutti i cittadini si radunarono ai piedi della Madonna dell’Angelo facendo voto solenne che, nel caso fossero scampati alla distruzione, avrebbero restaurato il Santuario che necessitava di ulteriori cure. Qualche giorno dopo arrivò la notizia della revoca dello sfollamento. I caorlotti si misero subito al lavoro e, raccolti i fondi necessari, rivestirono di marmo le pareti della chiesa, affrescarono il soffitto con l’episodio del leggendario ritrovamento del simulacro mariano e dipinsero in prossimità del presbiterio vari titoli della Vergine, come compaiono nelle litanie lauretane.

La devozione della popolazione locale, così come il considerevole numero dei miracoli compiuti per intercessione di Maria, è tangibile e visibile dal numero di ex voto con cui è impreziosito il coro.