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Algeria

L’Algeria respinge le accuse di deportare brutalmente gli emigranti irregolari

Il relatore speciale dell’Onu sui diritti umani dei migranti Félipe Gonzales Morales ha accusato l’Algeria di deportare gli emigranti irregolari. Il governo algerino ha respinto l’accusa

Migrazioni 17_10_2018

“Il governo algerino ha appreso con stupore il contenuto della conferenza stampa del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti”. Con queste parole il ministro degli affari esteri algerino Abdelkader Messahel il 10 ottobre ha commentato le dichiarazioni di Felipe Gonzalez Morales durante la conferenza stampa del giorno precedente, al termine di un viaggio di otto giorni in Niger. Felipe Gonzales, basandosi su informazioni raccolte durante il soggiorno, accusa l’Algeria di deportare illegalmente degli emigranti illegali, in particolare quelli originari dell’Africa sub sahariana. “Gli emigranti vengono strappati ai loro domicili in piena notte, senza neanche avere il tempo di vestirsi, di prendere denaro ed effetti personali – ha scritto Morales nel suo rapporto – poi vengono portati nelle stazioni di polizia, picchiati e infine caricati su dei pullman e trasportati alla frontiera con il Niger dove sono costretti a camminare per raggiungere la città più vicina”. “Il governo algerino – ha replicato il ministro Messahel – respinge del tutto e in ogni loro dettaglio le affermazioni  del relatore Onu che non solo è andato oltre i limiti del suo mandato, ma per di più ha prestato fede alle accuse di persone che erano state scortate ai confini del paese a causa della loro presenza illegale”. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni stima che dal 2014 a oggi l’Algeria abbia espulso, rimandandoli in Niger da dove erano arrivati, 35.600 emigranti nigeriani,12.000 dei quali nel solo 2018. Inoltre dal settembre 2017 ha espulso più di 8.000 emigranti originari di altri stati dell’Africa occidentale. Secondo Felipe Gonzales Morales tra questi ultimi molti erano persone che “vivevano e lavoravano da molti anni in Algeria dove i loro figli erano nati ed erano andati a scuola”.