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ELEZIONI CON SORPRESA

Le Maldive tornano democratiche. E amiche dell'India

Pareva una storia con finale già scritto, l’ennesimo fallimento della democrazia islamica, l’ennesima dittatura asiatica. Invece no, alle Maldive c’è stato un finale a sorpresa, contro ogni pronostico. Nelle isole dell’Oceano Indiano, meta esotica di tanti nostri turisti, ha vinto Ibrahim Mohamed Solih, candidato dell’opposizione.

Esteri 25_09_2018
Ibrahim Mohammed "Ibu" Solih

Pareva una storia con finale già scritto, l’ennesimo fallimento della democrazia islamica, l’ennesima dittatura asiatica. Invece no, alle Maldive c’è stato un finale a sorpresa, contro ogni pronostico. Nelle isole dell’Oceano Indiano, meta esotica di tanti nostri turisti, ha vinto Ibrahim Mohamed Solih, candidato dell’opposizione del Movimento Democratico, benvoluto dall’India. Il presidente uscente, Abdullah Yameen, islamista e appoggiato dalla Cina, ha accettato la sconfitta pacificamente, dimostrando così di non essere un dittatore.

Contrariamente a tutti i pronostici e ai timori condivisi all’estero che le elezioni fossero pilotate dagli islamisti a favore di Yameen, il candidato laico democratico ha preso 134.616 voti contro i 96.132 del rivale. In un paese piccolo come le Maldive, un arcipelago con più di 1000 isole nel centro dell’Oceano Indiano, questi numeri esigui sifnificano l’89% degli aventi diritto al voto. Una partecipazione corale, dunque, per mandare a casa un presidente sempre più discusso. Solih, sono con il soprannome di “Ibu”, è uno dei più anziani politici delle Maldive ed era uno dei più stretti collaboratori di Mohamed Nasheed, leader dell’Mdp e primo presidente democraticamente eletto nel 2008, costretto all’esilio nel 2012 da un colpo di Stato. La coalizione che lo appoggia è formata, oltre che dal Partito Democratico anche dai partiti Jumhooree e Adhaalath con cui condivide soprattutto l’avversione a Yameen. Ma secondo gli osservatori più attenti della politica delle Maldive, non sarà facile formare una coalizione di governo. “Il popolo delle Maldive ha scelto quello che voleva. Io accetto il risultato”, ha dichiarato ieri Yameen nel suo discorso di addio. “Congratulazioni al presidente eletto @ibusolin. Hai reso uno straordinario servizio non solo al popolo delle Maldive, ma a tutti coloro che amano la libertà. La democrazia è un’inevitabilità storica”, ha scritto sul suo profilo Twitter l’ex presidente in esilio Nasheed.

Si temeva una rapida discesa verso la dittatura islamica dopo che era stata adottata la shariah, nella versione più intransigente, quale legge di Stato. E soprattutto dopo un vero e proprio golpe a febbraio di quest’anno (di cui si era parlato anche su queste colonne). La Corte Suprema aveva votato all’unanimità per la scarcerazione dei più importanti prigionieri politici e la riabilitazione dell'ex presidente Nasheed, ma l’allora presidente Yameen, imponendo leggi speciali, aveva fatto arrestare due giudici. I tre ancora liberi avevano annullato la sentenza precedente. Mentre Nasheed, in politica estera, era politicamente più vicino all’India, Yameen si stava alleando con la Cina. Con Pechino stava creando legami sempre più solidi. Ultimamente, la maggior parte dei turisti nelle Maldive provengono dalla Repubblica Popolare, che ha investito miliardi nelle isole per la costruzione di grandi infrastrutture. Non deve trarre in inganno la distanza ideologica fra Pechino e l’ex presidente di Male (capitale delle Maldive). Sebbene il regime comunista cinese sia nemico dichiarato dell’islam e lo perseguiti brutalmente nella regione musulmana dello Xinjiang, nella politica estera sta tessendo una rete di alleanze con tutte quelle nazioni islamiche che possono circondare l’India, sua grande rivale in Asia. E’ nota l’alleanza, anche militare, con il Pakistan, è sempre più visibile quella con lo Sri Lanka e le Maldive erano parte di questo disegno.

La vittoria del democratico Solih, porta dunque la bilancia a pendere dalla parte dell’India. La prima reazione entusiasta, infatti, è arrivata da New Delhi. “Questa elezione – ha dichiarato il ministro degli Esteri indiano – segna non solo il trionfo delle forze democratiche nelle Maldive, ma riflette anche il fermo impegno per la democrazia e lo stato di diritto. Nel ribadire la nostra politica del ‘Prima il vicinato’, l’India resta in attesa di lavorare con le Maldive per rafforzare ancora di più la nostra partnership”.