Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Agnese da Montepulciano a cura di Ermes Dovico
UNIONI CIVILI

Le nozze gay entrano in chiesa e in sinagoga. É il futuro

Presso la sinagoga Emanu El di Buenos Aires lo scorso 10 aprile si è celebrato il primo “matrimonio” gay con rito religioso di tutta l’America Latina. Ma casi analoghi di “matrimoni” omosex con benedizione presbiterale li registriamo anche nella chiesa protestante danese e svedese e in alcune congregazioni anglicane.

Famiglia 14_04_2016
Le nozze gay entrano in chiesa

Presso la sinagoga Emanu El di Buenos Aires lo scorso 10 aprile si è celebrato il primo “matrimonio” gay con rito religioso di tutta l’America Latina. Due sono le donne che sono convolate ad ingiuste “nozze”: Romina Charur e Victoria Escobar. La seconda è comparsa a braccetto con Gustavo Michanie, presidente dell'associazione Ebrei Argentini Gay. Il rito è stato presieduto dalla rabbina Karina Finkielsztein che, lodandone "il coraggio e la perseveranza", le ha unite in “spose” sotto la chuppah (o huppah), un baldacchino di stoffa dove, un tempo, lui e lei diventavano marito e moglie.

«Questo è un passo storico all'interno della comunità ebraica e una grande felicità per noi tutti», ha dichiarato Romina. Le ha fatto eco Victoria: «Non ci posso credere, abbiamo combattuto molto per questo e, alla fine, qual giorno è arrivato. Noi siamo il primo matrimonio gay nel verbale del Tempio» e poi ha aggiunto che «se Dio vuole» il loro sogno troverà compimento in un figlio avuto tramite eterologa. E già, “se Dio vuole”.

Non è la prima volta al mondo che il “matrimonio” gay si ammanta di paramenti liturgici. Casi analoghi di “matrimoni” omosex con benedizione presbiterale li registriamo anche nella chiesa protestante danese e svedese e in alcune congregazioni della chiesa anglicana. Il Sinodo della Chiesa luterana norvegese, riunitosi di recente a Trondheim, ha deciso di realizzare una nuova forma liturgica per le “nozze” gay che prenderà il via il prossimo anno. I pastori dissenzienti che non se la sentiranno di sparare contro il matrimonio potranno avvalersi dell’obiezione di coscienza. La decisione è avvenuta per alzata di mano: 88 voti a favore su 115 degli aventi diritto. Quando la verità viene messa ai voti. Insomma nelle confessioni cristiane i sinodi religiosi attualmente danno a tutti non pochi grattacapi sui temi legati alla famiglia.  

Gard Realf Sandaker-Nilsen, leader omosessuale del movimento liberale Åpen Folkekirke (Chiesa aperta) ha rilasciato una dichiarazione illuminante in merito alla decisione del sinodo di aprire le porte delle chiese luterane a funzioni arcobaleno: «É un messaggio indirizzato alla società norvegese che dice che gli omosessuali non vanno trattati in modo diverso, ma anche un segnale al resto del mondo, in primo luogo alle altre Chiese: anche l’amore tra due persone dello stesso sesso può essere riconosciuto in campo religioso». Sandaker-Nilsen parla di possibilità di celebrare religiosamente “nozze” gay, ma domani potrebbe diventare un dovere in capo alle confessioni religiose. 

L’armamentario linguistico-concettuale è già pronto: non discriminare, accogliere il diverso, non emarginare, applicare il principio di uguaglianza, superare le barriere ideologiche e gli stereotipi. Lo Stato quindi in futuro potrebbe imporre ai sacerdoti di celebrare queste funzioni, così come già in molte nazioni – ad esempio negli States – sono vietate discriminazioni sul luogo di lavoro a danno delle persone omosessuali, sebbene la Congregazione per la Dottrina della Fede abbia scritto nero su bianco che non è ingiusta discriminazione impedire a una persona omosessuale di accedere ad alcuni impieghi, come ad esempio quelli in cui si ha a che fare con i bambini. In modo analogo la cronaca ci racconta di pasticceri che sono finiti a processo perché, a motivo delle loro convinzioni religiose, si sono rifiutati di preparare una torta nuziale per una coppia gay, di proprietari di case o albergatori che sono stati colpiti da uguale sorte per non aver affittato una stanza o una camera d’hotel a due lui. 

Di conseguenza il parroco che dicesse a una coppia di fidanzatini omosex che il loro matrimonio non s’ha da fare, in futuro potrebbe passare guai seri con la giustizia. Perché la libertà di religione agli occhi di alcuni politici puzza molto di “omofobia”.