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IL VOTO IN ITALIA

Lega primo partito, ora Salvini è a un bivio

Le elezioni europee confermano l'exploit della Lega che si attesta sul 30% e oltre. Crollo 5 Stelle, Pd in crescita. Ma ora per Salvini si apre un bivio: rimescolare i pesi nel governo e affrontare una manovra lacrime e sangue con rapporti sempre più tesi nella maggioranza o staccare la spina al governo e tentare la legittimazione anche a Politiche anticipate? 

Politica 27_05_2019

Le elezioni europee confermano solo in parte le previsioni della vigilia. Scontato il successo della Lega, che supera il 34%. Sorprendente il sorpasso del Pd (22,7%) sui Cinque Stelle, che sprofondano al 17,1%. Forza Italia tiene e si attesta sul 9%, Fratelli d’Italia supera il 6%, +Europa resta fuori dal Parlamento europeo, non raggiungendo lo sbarramento del 4%.

L’affluenza alle urne in Italia, contrariamente a quanto accaduto nel resto d’Europa, cala di due punti e mezzo rispetto al 2014, fermandosi al 56%, e l’astensione più ampia si registra al sud, che volta almeno in parte le spalle ai Cinque Stelle.

Il Carroccio diventa quindi il primo partito in Italia, cresce notevolmente rispetto alle politiche di un anno fa, mentre i Cinque Stelle scendono dal primo posto delle politiche di un anno fa al terzo posto, dopo il Pd. Un tracollo che mette in discussione la leadership di Luigi Di Maio e riapre la faida tra chi, nel Movimento, era contrario fin dall’inizio all’attuale alleanza di governo e chi, invece, vorrebbe andare avanti nell’esperienza attuale di collaborazione con la Lega.

Tra Carroccio e Cinque Stelle il rapporto numerico si è rovesciato: 34 a 17 in favore della Lega, mentre alle politiche del 4 marzo 2018 i grillini avevano raccolto quasi il doppio dei voti leghisti (33 contro 17%).

Che cosa possa cambiare oggi dopo questo risultato è ancora presto per dirlo. Bisognerà attendere anche lo spoglio delle amministrative e i ballottaggi che in molti capoluoghi di provincia si terranno domenica 9 giugno. In Piemonte si profila una vittoria del centrodestra, che pianta un’altra preziosa bandierina nella geografia del potere regionale, diventando di fatto padrone del nord, e pone le premesse per un successo alle prossime elezioni politiche, quando si faranno.

La somma dei voti dei tre parti del centrodestra tradizionale è vicina al 50%, il che potrebbe indurre Matteo Salvini a qualche riflessione su cosa fare nelle prossime settimane. Far saltare il tavolo di governo, chiedendo la testa del premier Giuseppe Conte per tentare la scorciatoia delle elezioni anticipate? Andare avanti nell’esperienza dell’attuale esecutivo ma imponendo l’agenda delle priorità e chiedendo un rimescolamento di carte a livello ministeriale?

Presto per dirlo. Alla vigilia sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio avevano rassicurato i rispettivi elettorati sul fatto che nulla sarebbe cambiato dopo il voto europeo, a prescindere dai risultati. Ora, però, con rapporti di forza rovesciati, la tentazione di Salvini potrebbe essere quella di andare all’incasso e di ricevere una legittimazione popolare forte anche alle elezioni politiche, per poi conquistare Palazzo Chigi. Anche perché per fare una manovra di bilancio “lacrime e sangue” con i Cinque Stelle senza essere d’accordo su nulla ci vorrebbe davvero un miracolo. Tuttavia, a frenare il “Capitano” potrebbe essere il desiderio di non tornare tra le braccia di Berlusconi, che farebbe pesare il suo 10% in un’eventuale alleanza di governo. Con un Di Maio estremamente debole Salvini avrebbe invece buon gioco nell’imporre le sue ragioni.