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APERITIVO

L'errore del duca di Urbino

Non facciamo come Federico da Montefeltro, che non volle libri stampati nella sua biblioteca...

A TAVOLA 08_12_2010
Federico da Montefeltro, duca di Urbino Mi tornava alla mente in questi giorni che il duca di Urbino Federico da Montefeltro, grande bibliofilo che morì alla fine del Quattrocento, fece in tempo a vedere i primi sviluppi della stampa ma nella sua biblioteca non volle mai avere un libro a stampa. Riteneva infatti che i codici miniati degli amanuensi fossero l’unico modo per fare editoria. Non fu il solo a comportarsi così, rifiutando la novità della stampa. Oggi che stiamo passando dalla stampa al Web non dobbiamo fare lo stesso errore del duca Federico, anche se questo nuovo adattamento comporta, per persone come me, uno sforzo, uno strappo, una fatica.

Se vogliamo continuare a fare un po’ di apostolato, dobbiamo adeguarci alla rete, dobbiamo essere online. Vale la pena di ricordare che, mentre il duca di Urbino vietava l’accesso dei primi libri a stampa nella sua biblioteca, la Chiesa comprese subito le grandi potenzialità della nuova scoperta: non è un caso se una delle prime, o addirittura la prima stamperia italiana, fu quella dei monaci di Subiaco. Eccoci dunque all’inizio di questa avventura, pronti a sfruttare le potenzialità del Web. Senza mai dimenticare la prospettiva cattolica, quella dell’«et, et»: sappiamo infatti che la parola più cliccata su Internet nel mondo è composta di tre lettere, «sex», e che la rete ha permesso il diffondersi di una pornografia senza limiti. Dunque, online ci può essere il paradiso come l’inferno. Da cristiani, sappiamo che la nostra sarà una voce flebile, quella di un piccolo gregge, che vuole essere lievito. E anche se la voce più cliccata su Google continuerà ad essere «sex», il fatto che da oggi ci sia online La Bussola Quotidiana, è piccolo segno di speranza.

(Conversazione telefonica trascritta dalla redazione e non rivista dall'autore)