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IL BELLO DELLA LITURGIA

Luca, un medico-pittore per il quadro dell'eternità: Gesù

Nonostante fosse medico di professione, la tradizione ha voluto trasformare San Luca evangelista in pittore e davvero numerose, a partire dalla Madonna nera di Częstochowa, sono le icone di Maria, come anche di Pietro e Paolo, a lui attribuite. Ma nella "sua" Padova, il Mantegna lo ritrae come un amanuense fedele e autorevole. 

Cultura 20_10_2018

Andrea Mantegna, Polittico di san Luca, Milano – Pinacoteca di Brera

Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. (Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo a Timòteo)

Luca è il terzo Evangelista e autore degli Atti degli Apostoli. La sua festa liturgica si celebra il 18 ottobre e il suo simbolo iconografico è il bue che rimanda ai sacrifici che si compivano dentro il tempio di cui Zaccaria, padre del Battista, era sacerdote, come racconta l’incipit della sua buona novella. Nonostante fosse medico di professione, la tradizione ha voluto trasformarlo in pittore e davvero numerose, a partire dalla Madonna nera di  Częstochowa, sono le icone di Maria, come anche di Pietro e Paolo, a lui attribuite.

Altrettanto numerosi sono, di conseguenza, i dipinti in cui egli stesso è ritratto alle prese con tempere e pennelli: dal fiammingo Roger van der Weyden ai nostrani Mattia Preti e Guercino, sono tanti i pittori che lo elessero a modello e patrono.  E, naturalmente, ancora più cospicue, soprattutto in epoca romanica, furono le sue rappresentazioni sotto le sembianze del biblico e apocalittico animale tetramorfico che compare sempre, rigorosamente, accanto all’angelo di san Matteo, all’aquila di San Giovanni e al leone di San Marco. Privo di tutti questi potenziali atteggiamenti e attributi, il Luca di Andrea Mantegna ci appare, dunque, un uomo diverso.

Rewind. Nel corso del Quattrocento i monaci dell’abbazia di Santa Giustina a Padova affidarono a Giovanni Storlato il compito di narrare sulle pareti della trecentesca cappella di San Luca - di cui allora conservava l’arca con le reliquie, poi spostata nel braccio sinistro del transetto - gli episodi salienti della vita del santo.  Culmine di questa campagna decorativa fu la commissione della pala d’altare a un giovanissimo astro nascente dell’arte padovana, nel caso specifico, e italiana, in assoluto: Andrea Mantegna. Era l’agosto1453: il polittico sarebbe stato posto in loco entro la fine dell’anno successivo, quando ormai il pittore era impegnato su altri fronti. A discapito di ogni eventuale dubbio, il Mantegna firmò, comunque, la pala in caratteri romani al centro della tavola che, a seguito delle soppressioni napoleoniche, arrivò infine alla Pinacoteca di Brera di Milano, tuttora sua attuale casa.  

Dodici scomparti, distribuiti su due registri, compongono questo meraviglioso artefatto cui il fondo oro e la diversa proporzione dei personaggi conferiscono un apparente aspetto arcaico.  Il finto marmo policromo su cui poggiano i santi del registro inferiore, che garantisce alla composizione un’unificazione spaziale prospettica, e la visione scorciata dei santi del piano superiore, così solidi e monumentali, sono, viceversa, elementi di un linguaggio innovativo.

Luca, esattamente sotto la Pietà, è, al centro, il centro. Non è un pittore e non è neppure accompagnato dall’animale a lui familiare. Mantegna lo presenta come uno studioso, un amanuense, descrivendo con precisione gli strumenti del mestiere che probabilmente alludono alla presenza, in santa Giustina, di un attivo scriptorium.

A noi appare come un uomo che occupa saldamente un preciso spazio, un trono marmoreo per l’esattezza, con tanto di delfini scolpiti sui braccioli, totalmente concentrato e intento a scrivere con la penna appena intinta nel calamaio ciò che lui, che non era stato discepolo di Gesù, aveva appreso da testimoni oculari ma, soprattutto, da Paolo di cui fu fedele discepolo. Quel messaggio evangelico che a lui cambiò la vita e che volle trasmettere, con il suo greco colto e fluente, a tutti gli uomini. Arrivando fino a noi.