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ELEZIONI

L'Ucraina conferma Zelensky, populista che dà speranza

Dalla sorprendente vittoria elettorale alle scorse elezioni Presidenziali del 21 aprile scorso, vinte dall'ex comico Volodymyr Zelensky, non c'erano dubbi su chi avrebbe vinto anche le parlamentari. Il partito del presidente ha vinto la maggioranza assoluta. Un nuovo populismo si consolida alle porte dell'Europa. Non è detto che sia un male

Esteri 23_07_2019
Volodymyr Zelensky

Dalla sorprendente vittoria elettorale alle scorse elezioni Presidenziali del 21 aprile scorso, nelle quali il neo Presidente Volodymyr Zelensky vinse contro l’uscente Petro Poroshenko, con un risultato eclatante e conquistando il 73,22% contro il 24,25%, non c’erano dubbi sul risultato delle elezioni anticipate.

Da un lato, la decisione condivisa con le forze parlamentari di anticipare le elezioni al 21 Luglio, una richiesta del Presidente Zelensky alla quale nei mesi scorsi nessuna forza politica e parlamentare aveva avuto la forza di opporsi, dall’altro la necessità urgente per il neo eletto Presidente di veder confermata una ampia maggioranza parlamentare di cui era sprovvisto sinora. Zelensky ha stravinto, diversamente da quanto confidavano i leaders parlamentari ucraini, anche le elezioni politiche tenutesi ieri e conquista la maggioranza del Parlamento.

I risultati di ieri non devono sorprendere, l’Ucraina che in pochissimi anni è passata dal presidente Yanuchovic (pro russo) alle proteste, più o meno spontanee di piazza Maidan, alla elezione di Poroshenko e al suo approccio totalmente filo europeista, identitario ucraino e conflittuale, a seguito della conquista della Crimea da parte russa e della istituzione delle repubbliche del Donbass, ha scelto di cambiare protagonisti e forse anche strada.

Già nelle scorse settimane, oltre alle visite in Germania e in altri paesi europei, il Presidente Zelensky aveva aperto a discussioni senza pregiudizi e franchi con la Russia e lo stesso Presidente Putin. Ora, a seguito del risultato eccezionale e quasi ‘bulgaro’ ottenuto alle elezioni di ieri, Zelensky avrà a disposizione una solida e stabile maggioranza per prendere ogni decisione, in politica estera come in quella interna. Non ci saranno dunque più alibi per lui e, pur avendo una scarsissima esperienza politica, non potrà che governare e, passo passo, comprendere la differenza tra la ‘telenovela’ di cui era stato protagonista negli scorsi anni (Servo del popolo) e il governo del proprio paese, ammaliato dal suo carisma. Un populista vero non solo vinse le elezioni mesi orsono, ma le ha rivinte conquistando oltre il 42% dei suffragi, sbaragliando le opposizioni classiche e tradizionaliste, contribuendo indirettamente a piazzare al secondo posto nella classifica dei consensi la Coalizione di Opposizione, per la Vita e pro Russa al 13%.  

Indietro molto indietro Yulia Timoshenko, Petro Poroshenko e gli altri.  E’ molto probabile, viste le urgenti necessità di budget e aiuti finanziari europei che il nuovo Governo non tradirà la sua vicinanza all’Occidente, possibile che alcune forzature di Poroshenko (creazione di una Chiesa ortodossa separata da Mosca, conflitto permanente nel Donbass etc.) vengano mitigate per riposizionare il paese in una posizione geopolitica più consona alla sue vari entità storiche ed etniche, cioè un paese ‘ponte’ tra la Russia e l’Europa. Il trionfo elettorale apre ad ogni possibile direzione, certo Zelensky imparerà qualla prudenza necessaria a governare un paese complesso come l’Ucraina, nel quale regioni come Leopoli sono strettamente e storicamente legate alla Polonia e quella di Donetsk dove i russi sono larga maggioranza.

Nel nuovo parlamento ucraino non ci saranno più deputati per i radicali di estrema destra di Lyashko, nessuno per il Partito del Risorgimento (figlioccio della Fondazione Reinassance di Soros che da anni investe milioni di dollari nel paese), tra i partiti che spariranno anche quello dell’ex Primo Ministro Yatsenyuk che perderà tutti i 79 parlamentari sinora in carica. Cataclisma o compimento della rivoluzione, restaurazione soft del passato o nuova ondata di populismo, difficile dirlo oggi. Certo non saranno i commentatori odierni che potranno descrivere gli scenari futuri, il nostro auspicio è quello che il nuovo Presidente e la nuova maggioranza sappiano risolvere le difficoltà socio economiche del paese, rafforzino la consapevole alleanza con USA e Europa pur mantenendo un rapporto dialogante e costruttivo con la Russia. Il risultato eclatante della lista proporzionale di partito per Zelensky è una conferma che la sua popolarità non è stata una semplice meteora, i prossimi giorni certamente anche i risultati nei collegi confermeranno il successo, qualche sorpresa ci sarà (visti tanti oligarchi ancora presenti e attivi nel territorio ucraino), ma non aspettiamoci nessun ‘terremoto’.

 Un nuovo populismo nasce e si consolida al confine dell’Europa, non sempre dobbiamo pensare che sia un male, gli esempi europei dimostrano che si può essere amati dal popolo e servirlo con passione. Zelensky ci riuscirà? Cominci a favorire la riconciliazione delle Chiese orotdosse e dei greci cattolici, sarebbe un passo decisivo per un futuro di crescita per tutti.