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LA MOSTRA A MATERA

Madonne Lucane, solo la Chiesa ispira bellezza nella moda

Lo stilista italiano Miglionico ha messo in mostra abiti ispirati all'iconografia mariana, a Matera. "Madonne Lucane", si intitola l'evento. La mostra ha mantenuto il rispetto richiesto. Rimane la domanda: perché i modisti sono attratti da questo tema? Perché, nei secoli, solo la Chiesa cattolica ha saputo ispirare la bellezza nell'arte.

Cultura 10_09_2018
Madonne Lucane

Il grande successo della sfilata Heavenly bodies, fashion and catholic imagination a New York ha generato una mostra al Costume Institute, sempre a New York, che ha altrettanto successo. Ricordate? Modelle e Vip dello spettacolo sfilavano indossando abiti ispirati all’iconografia cattolica. All’inaugurazione (cui dedicammo un articolo sulla Lnbq) le firme più prestigiose della moda internazionale si erano profuse in opere, alcune davvero d’arte, altre di dubbio gusto; altre ancora decisamente pacchiane, tanto da far venire in mente il vecchio detto «scherza coi fanti ma lascia stare i santi».

Nella mostra al Costume Institute ci sono una quarantina di pezzi realmente preziosi e rari, faticosamente contrattati col Vaticano: tiare papali, mitre vescovili, pregiatissimi piviali. E centocinquanta abiti di Dior, Versace, Galliano, Gaultier, Dolce&Gabbana, Armani, Balenciaga, Lacroix, Valentino eccetera. Lo stilista italiano Miglionico ha fatto rimbalzare l’idea dalle nostre parti, a Matera. Qui, nella settecentesca chiesa del Purgatorio, ha esposto, su manichini, trenta modelli ispirati alla Madonna. «Madonne lucane» è il titolo della mostra (da giugno). Non si tratta, come a New York, di borsette con sopra degli ex-voto argentati, né di sacricuori, né di crocifissi da collo, ma di abiti, solo abiti, ispirati all’iconografia mariana. Non mancano quelli che descrivono le donne in processione, nerovestite, velate e col rosario in mano. Ed ecco la Madonna del Carmine, quella Addolorata, quella Bruna patrona di Matera. Dalle foto sembra che, a differenza di certe americanate newyorkesi, non si sia superata la soglia del buongusto e della sobrietà. Un pastificio locale ha voluto fiancheggiare l’evento foggiando paste a forma di croce, di bibbia, di calice. Ora, la mostra è stata tenuta in una chiesa consacrata. Evidentemente, a Matera, di sconsacrate non ce ne sono. E sia. D’altra parte, il tema scelto richiedeva una cornice in stile. La mostra ha mantenuto il rispetto richiesto, e pure sulla pasta si può sorvolare.

Rimane la domanda: perché i modisti sono attratti da questo tema? Be’, se si sceglie la religione come argomento, c’è poco da scegliere: solo la cattolica ha un armamentario iconologico. E’ vero, anche quelle orientali, induismo in primis. Ma non hanno la diffusione planetaria della cattolica, né costituiscono una memoria per gli occidentali. E tutte le grandi maison di moda sono occidentali (anche i pochi  stilisti giapponesi o cinesi disegnano robe occidentali). Ci ricordano, gli stilisti, forse inconsapevolmente, che solo la religione cattolica e la sua Chiesa hanno saputo  creare bellezza e hanno creduto di rendere gloria a Dio producendo bellezza. Certo, qualcuno può eccedere, e scivolare sul kitsch (la mancanza di rispetto è sempre kitsch), ma in molti si tratta di un eccesso di confidenza. Che presuppone una certa confidenza. Come nei «misteri buffi» medievali: il figlio prende in giro il padre, senza per questo smettere di volergli bene. Un curioso libro di Francesco Ricossa, La vergogna della tradizione (centrolibrario@sodalitium.it, pp. 174), fa l’elenco dettagliato di quasi tutti i poeti, i pittori e gli scrittori decadentisti inglesi (il decadentismo visse e morì a cavallo dei secoli XIX e XX). Quasi tutti omosessuali e quasi tutti convertitisi al cattolicesimo. Come il loro caposcuola, il francese Huysmans (uno dei pochi  etero), morbosamente ossessionato  dal suo desiderio di bellezza, che si fece cattolico perché sentì il canto sublime e struggente (in latino) di un coro di monache in un piccolo convento.

Solo il cattolicesimo aveva almeno un barlume di quella sovrumana bellezza che costoro andavano cercando e non trovavano. Per tornare ai nostri stilisti odierni, è significativo che nessuno di loro tragga ispirazione dagli stilemi moderni: le chiese-garage o i cristi deformi. Ma andatelo a spiegare ai cultori dei «segni dei tempi»…