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VENEZUELA

Maduro: il Papa è con me. Ma è un bluff

Cercando di accreditarsi come uomo del dialogo, il presidente venezuelano - denunciato alla Corte Penale dell'Aja - annuncia una nuova lettera di Papa Francesco che sostiene i suoi sforzi di pace. La notizia fa il giro del mondo, ma è una bufala. I vescovi del Venezuela smentiscono e accusano il presidente.

Esteri 15_09_2016
Nicolas Maduro

La notizia della lettera scritta da Papa Francesco al presidente del Venezuela ha fatto il giro del mondo. È bastata una dichiarazione di Nicolas Maduro durante la trasmissione del suo programma televisivo “En Contacto con Maduro No. 66”, e un suo riferimento a Papa Francesco, per scatenare innumerevoli articoli sull’esistenza di una presunta nuova lettera. Visto il successo della notizia che pure fin dall'inizio sembrava inverosimile, La Nuova BQ ha deciso di verificare quella che si è poi rivelata una grande bufala. 

Ernesto Samper, Segretario generale dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), “mi ha consegnato una lettera di Papa Francesco: ringrazio per quanto scrive nella sua comunicazione, in cui rinnova il suo impegno a favore dei dialoghi di pace", ha dichiarato Maduro durante il suo programma. Da ricordare che lo scorso maggio il Pontefice aveva fatto recapitare una sua lettera al Presidente venezuelano, notizia confermata dall’ex portavoce vaticano Padre Federico Lombardi.

La prima domanda obbligatoria: esiste una nuova lettera di Papa Francesco? Dalla Santa Sede non è stato possibile ottenere informazioni ufficiali, ma a Caracas la risposta è stata chiara: “Non possiamo confermare l’esistenza della cosiddetta lettera”, ha affermato il portavoce della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV), padre Pedro Pablo Aguilar. Ha spiegato che la CEV non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale né si trova a conoscenza di questa comunicazione. “Per noi è stata una sorpresa”, sottolineando che “quando c’è una comunicazione di un Papa, la Santa Sede la fa arrivare attraverso il Nunzio, non attraverso una terza persona”. 

Poi arriva la smentita dall’arcivescovo di Mérida, mons. Baltazar Porras: “Non c’è una nuova lettera, non c’è prova di una seconda comunicazione del Papa. Maduro si riferisce alla stessa lettera che Francesco ha inviato qualche mese fa”. L’ex presidente della CEV ha tentato di informarsi in prima persona, riferendo che “se fosse stata consegnata una lettera a Samper, la Segretaria di Stato lo avrebbe prima comunicato alla Nunziatura”. 

Sicuramente in un paese in cui vige lo Stato di diritto, la dichiarazione del Presidente sarebbe presa per oro colato. Invece “la democrazia in Venezuela è dilaniata”, avevano allertato i vescovi venezuelani lo scorso 12 luglio, in un loro documento. Mons. Porras ha anche riferito che l’intenzione del governo è mettere in cattiva luce l’opposizione. “Sono informazioni che ricevo da fonti attendibili. Si tratta di una mossa politica per apparire come una pecora innocente davanti ai diplomatici che si trovano all’Isola di Margarita per il vertice dei Paesi Non Allineati”, ha spiegato.

In effetti, nella stessa trasmissione, Maduro ha salutato i Paesi non allineati. E ha anche parlato di pace: “Attraverso il dialogo, vorrei cercare punti di incontro per lo sviluppo della pace”, ha detto il Presidente, sottolineando le parole “tolleranza” e “riconciliazione” nel suo discorso. In contrasto invece con il fatto che lo scorso 19 agosto, qualche settimana prima, aveva minacciato l’opposizione con promesse di azioni sullo stile del presidente turco Recep Erdogan, se qualcuno avesse tentato di rovesciare il suo governo. Questa è stata la sua risposta all’annuncio di mobilitazioni pacifiche per chiedere l’attivazione del referendum revocatorio del Presidente entro il 2016. Unico meccanismo costituzionale che può garantire una via di uscita democratica alla grave crisi istituzionale che vive il Venezuela. 

Ecco invece la tolleranza di Maduro: 93 prigionieri politici e 6494 persone arrestate per motivi politici durante il suo mandato (da febbraio 2014 a settembre 2016). Lo ha riferito la dottoressa Tamara Roa Suju, coordinatrice internazionale dell’Ong “Foro Penal Venezolano” (una associazione formata da avvocati che portano avanti gratuitamente la difesa delle vittime di persecuzione politica in Venezuela) e direttrice dell’Istituto Casla di Praga (una delle principali piattaforme per lo studio dei paesi latinoamericani nella Repubblica Ceca). “Solo dal 30 agosto al 7 settembre sono stati arrestati 168 venezuelani.  La violazione dei diritti umani cresce di giorno in giorno, soprattutto contro i giovani e gli attivisti del partito di opposizione Voluntad Popular”, ha affermato l’avvocatessa. Situazione che ha portato l’Istituto Casla a denunciare formalmente il governo di Nicolas Maduro presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia.  

Morale della favola? Non è tutto oro quello che luccica, come le fantomatiche parole conciliatorie del Presidente, prese fuori contesto dalla stampa internazionale. In realtà c’è un lupo travestito da pecora innocente alla guida del gregge. I veri pastori, i vescovi venezuelani, e la Sede Apostolica, sono da tempo impegnati nel tentare di sbloccare lo stallo politico del Paese, anche per dare una risposta alla grave crisi umanitaria. “Ci troviamo in una situazione complessa, si respira una strana atmosfera. Il governo tenta di nascondere i problemi reali della popolazione venezuelana”, ha concluso l’ex presidente del CEV.