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CONTRORDINE

Mica vero che negli Usa gli atei superano i cattolici

Per la prima volta il numero degli atei e degli agnostici supera, negli Stati Uniti d’America, quello dei cattolici, in forte calo, come le altre Chiese protestanti. Così annunciava il ptrestigioso Pew Research Center (Prc). E così avevamo anche scritto noi della Bussola. Ma anche i grandi a volte sbagliano. Ecco perché.

Ecclesia 15_06_2015
Cattolici americani in piazza San Pietro

La notizia è rilevante, e per questo La nuova Bussola Quotidiana ha fatto eco (clicca qui). Per la prima volta il numero degli atei e degli agnostici supera, negli Stati Uniti d’America, quello dei cattolici, in forte calo, come le altre Chiese protestanti mainline. Statistiche e sondaggi alla mano, lo afferma il Pew Research Center (Prc), che in fatto di numeri e religioni è tra gli istituti più grandi. Ma anche i grandi toppano. Perché quelli che il Prc raccoglie nella categoria “atei e agnostici” sono coloro che, interrogati sulla propria appartenenza religiosa, hanno risposto “nessuna” e però nulla autorizza a trattare automaticamente tutti i “nessuno” da atei e da agnostici. Tra i “signori nessuno” è infatti compreso un numero assai significativo d’“irregolari” che praticano religiosità nuove, alternative o (come si dice) non istituzionali, ma che non sono affatto atei e nemmeno agnostici. E persino dei cristiani che disertano le proprie Chiese per disaccordi dottrinali (è frequente tra i protestanti) e che solo apparentemente ingrossano le file dell’irreligione. Costoro sono addirittura la maggioranza di quelli che sbrigativamente il Pew contra tra “atei e agnostici”. A conti fatti, ciò significa che i non credenti americani non sono per nulla aumentati, anzi semmai il contrario.

A dimostralo è stato un importante convegno scientifico patrocinato il 5 maggio dall’Institute for the Study of Religion (Iss) della Baylor University di Waco, in Texas (clicca qui). La nuova Bussola Quotidiana ha voluto approfondire e per questo ha intervistato in parallelo due dei massimi esperti mondiali di religione e religiosità: J. Gordon Melton (fondatore dell’Institute for the Study of American Religion nell’Università della California di Santa Barbara e oggi ricercatore specializzato nello stesso ateneo oltre che membro eminente dell’ISS della Baylor) e Rodney Stark (docente di Scienze sociali alla Baylor, codirettore dell’ISS e autore di studi imprescindibili tradotti anche in italiano).

Secondo il Prc, oggi gli atei e gli agnostici americani sono più dei cattolici…

Melton: «È una lettura miope dei risultati raccolti. Il cristianesimo americano è in crescita costante da un secolo. Nulla può dirci che continuerà così, eccetto il fatto che la religione ha ampiamente permeato di sé il Paese e che i non-religiosi sono pochi. Quanto ai cattolici, per tutto l’ultimo secolo sono stati la Chiesa più grande (circa 60 milioni di fedeli) e oggi sono il triplo del loro rivale maggiore, i battisti (più di 16 milioni). In realtà, il vero problema dei cattolici oggi è quello delle vocazioni: non ci sono abbastanza sacerdoti in rapporto al numero dei fedeli (anche se 20 anni fa era peggio). Dove stanno dunque gli atei in questo quadro? La prima volta che sono stati contati era il 1944 ed erano tra il 4 e il 5% della popolazione. Oggi la percentuale è identica. Il numero degli atei è cresciuto in termini assoluti, ma proporzionalmente è lo stesso. Pensare di paragonarlo al numero dei cattolici è sciocco».

Stark: «Pochi di coloro che dicono di non riconoscersi in alcuna religione sono in verità atei o agnostici. La grande maggioranza degl’intervistati che rispondono “nessuna religione” dicono infatti al contempo di credere nel Paradiso, negli angeli custodi, nei miracoli, e così via. Dicendo “nessuna religione” molto intendono dire che non frequentano la chiesa locale. Se si fosse domandato loro se si ritengono cristiani, la maggior parte avrebbe risposto “sì”. Quanto al declino del numero dei cattolici, è solo il Prc ad affermarlo. Nessun altro istituto di statistica lo sostiene.

Per il Prc è in crisi profonda anche il protestantesimo mainline. Vero?

Melton: ««Sì, è così sin dalla fine egli anni 1960; e benché sia ancora molto influente, nessuno sa se le Chiese protestanti “maggioritarie” saprà fermare il declino o addirittura invertire la rotta».

Stark: Al Prc dovrebbero leggere anche qualcos’altro oltre le proprie statistiche. Scoprirebbero che i protestanti mainline (cioè liberal) calano da un secolo con un ritmo che negli ultimi decenni è solo aumentato. Ma non è così tra i protestanti conservatori, in crescita rapida. I protestanti che abbandonano i gruppi liberal non smettono di credere: si rivolgono a Chiese più tradizionali, tipo appunto gli evangelical». 

È vero che negli Stati Uniti stanno crescendo le religioni non-cristiane?

Melton: «Sì, ci sono 2 milioni di buddisti a quasi altrettanto d’induisti. Si discute molto sul numero dei musulmani, ma è certo che siano almeno 2 milioni e mezzo. La crescita dei non-cristiani è iniziata nel 1965, lo stesso anno in cui è cominciata la crescita del cristianesimo in Cina». 

Stark: «È comunque un aumento molto lento dovuto all’immigrazione, non a conversioni. Il pregiudizio antireligioso dei media fa sì che le statistiche sul declino delle fedi siano amplificate e invece ignorate le correzioni. Gli allarmismi si ripetono da 50 anni, concentrandosi sul calo di credenti tra i giovani. È vero, quando lasciano la casa paterna molti smettono di frequentare le chiese; ma poi, in ogni generazione, con il matrimonio, l’età che avanza, i figli che arrivano, la gente torna alle Chiese e il numero dei praticanti cresce. Ho pubblicato questi dati almeno una ventina di volte negli anni, ma nessuno li considera…».