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CHIESA

Pedofilia, via i vescovi negligenti dalla Curia

Il Papa ha creato un nuovo dicastero pontificio per Famiglia, Laici e Vita, che controllerà anche la Pontificia Accademia per la vita e l'Istituto Giovanni Paolo II. Quest'ultimo durante il Sinodo è stato critico verso le istanze di rinnovamento. Nello stesso giorno un Motu proprio che permetterà di rimuovere i vescovi negligenti nel controllo dei casi di abusi su minori.

Ecclesia 05_06_2016
Il Papa con vescovi e cardinali

Ieri il Papa ha varato un Motu proprio e ha approvato ad experimentum lo Statuto del nuovo dicastero pontificio dedicato a laici, famiglia e vita.

IL MOTU PROPRIO “COME UNA MADRE AMOREVOLE”

Si tratta di un provvedimento riferito ai vescovi “negligenti”, che potranno essere rimossi dal loro incarico. Al contrario di quanto emerge da molti commenti, non si tratta esclusivamente di “negligenze” nei casi di pedofilia, ma abbraccia una casistica molto ampia.

Il Vescovo, o il Superiore religioso, si legge nell'articolo 1 del Motu proprio, può «essere legittimamente rimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza, posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme. Il danno può essere fisico, morale, spirituale o patrimoniale».

Non è una novità in senso stretto in quanto, come ricorda lo stesso Motu proprio, il «diritto canonico già prevede la possibilità della rimozione dall’ufficio ecclesiastico “per cause gravi”: ciò riguarda anche i Vescovi diocesani, gli Eparchi e coloro che ad essi sono equiparati dal diritto (cfr can. 193 §1 CIC; can. 975 §1 CCEO). Con la presente Lettera – ha specificato Papa Francesco - intendo precisare che tra le dette “cause gravi” è compresa la negligenza dei Vescovi nell’esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili».

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, in una nota ha rilevato che il Motu proprio è «una Legge che stabilisce una Procedura da seguire per l’attuazione di un Canone già presente. (…) Non si tratta di procedimento penale, perché non si tratta di un “delitto” compiuto, ma di casi di “negligenza” da parte di Vescovi o Superiori religiosi».

Per la rimozione, nel caso di abusi su minori «è sufficiente che la mancanza di diligenza sia grave» (art.1§3), mentre negli altri casi si richiede mancanza di diligenza «molto grave» (art.1§2). Negli articoli 3, 4 e 5 il Motu proprio norma quindi la procedura per questi casi di negligenza: la decisione di rimozione sarà comunque sempre rimessa all'approvazione definitiva del Papa, «il Quale, prima di assumere una decisione definitiva, si farà assistere – ulteriore novità - da un apposito Collegio di giuristi».

IL NUOVO DICASTERO PER LAICI, FAMIGLIA E VITA

Dopo tre anni arriva la prima pietra della riforma della Curia romana a cui Papa Francesco sta lavorando con il C9, gruppo di cardinali che lo consiglia nell'azione di governo. Si tratta del nuovo Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita che va ad accorpare gli attuali Pontificio Consiglio per i laici e Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Dal 1 settembre 2016 i due vecchi dicasteri «cesseranno dalle loro funzioni e verranno soppressi». A quella data probabilmente avremo anche i nomi del Prefetto e del Segretario che vi saranno posti a capo, mentre Mons. Vincenzo Paglia, attuale prefetto del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e il Card. Stanislaw Rylko, attuale presidente del Pontificio Consiglio per i laici, lasceranno i loro posti. L'articolo 3 del nuovo statuto dice che il Segretario «potrebbe essere laico», mentre i tre sotto-segretari saranno certamente “laici”.  

Ieri il Papa ha approvato ad experimentum lo Statuto del nuovo dicastero a cui sarà connessa anche la Pontificia Accademia per la Vita, che però non cesserà le sue attività e coadiuverà nei temi di interesse. Un particolare ruolo sembra, invece, verrà a svolgere l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, perché, si legge all'articolo 10, l'Istituto operante nell'ambito dell'Università Lateranense, avrà con il neo dicastero «un diretto legame (…)  per promuovere un comune indirizzo negli studi su matrimonio, famiglia e vita».

L'Istituto, voluto da Giovanni Paolo II nel 1981 “perché la verità su Matrimonio e Famiglia sia indagata con metodo sempre più scientifico”, aveva sempre avuto un vincolo particolare con il Pontificio Consiglio per la Famiglia, tuttavia ora viene esplicitato il «diretto legame» con la necessità di «promuovere un comune indirizzo». Sarà interessante anche vedere chi sarà il Preside che andrà a sostituire l'attuale, Mons. Livio Melina, ormai in scadenza, visto che molti avevano preannunciato da tempo la volontà del Papa di riformare anche l'Istituto Giovanni Paolo II. Non è un segreto per nessuno che la posizione dell'Istituto durante il lungo sinodo sulla famiglia sia stata critica rispetto a certe istanze di rinnovamento pastorale, e quindi c'è chi vede nell'articolo 10 dello Statuto un primo passo per una sua “conversione pastorale”.

Il nuovo Dicastero che partirà in settembre avrà come finalità quella «di animare e incoraggiare la promozione della vocazione e della missione dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo» (art. 5) e «alla luce del magistero pontificio, promuove la cura pastorale della famiglia, ne tutela la dignità e il bene basati sul sacramento del matrimonio» (art. 8). Infine, «sostiene e coordina iniziative in favore della procreazione responsabile, come pure per la tutela della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale» (art. 11).