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SIVIGLIA

Preservativi e lubrificanti sessuali anche ai bambini, olè

In Spagna negli zaini dei bambini insieme alle merendine qualcuno ci ha messo anche dei lubrificanti anali e vaginali. L'iniziativa è della giunta comunale che governa una città importante come Siviglia. Lo scopo? «Garantire che ogni persona sia in grado di stabilire relazioni di amore e affettive di qualità».

Esteri 18_10_2015
A Siviglia preservativi e lubrificanti sessuali anche ai bambiuni

In Spagna negli zaini dei bambini insieme alle merendine qualcuno ci ha messo anche dei lubrificanti anali e vaginali. Non è un attentato al pudore di un depravato isolato, bensì di una comunità di depravati che governano pure una città importante come Siviglia. L’amministrazione comunale di Siviglia ha infatti ha acquistato, per 1.470 euro, 7.000 dosi di lubrificanti vaginali e anali da distribuire gratuitamente a bambini dai 12 anni in su. I lubrificanti non sono un succedaneo dell’olio per la catena delle biciclette dei piccoli scolari – mezzo usato in genere per andare scuola - bensì nella mente lubrica di questi burocrati potranno essere utili a “godere di relazioni erotiche”, come si legge in un comunicato stampa del comune. 

Altro che quaderni e sussidiari che l’amministrazione dovrebbe mettere a disposizione delle scuole. Tutta roba vecchia. Oggi l’aggiornamento didattico passa per lubrificanti erotici, preservativi, peni e vagine in plastica. Questo “materiale didattico” è stato infatti distribuito a decine di migliaia di studenti dal 2008 ad oggi, all’interno del programma di educazione sessuale che interessa molte scuole. Solo nell’anno scolastico 2014-2015 quasi 5.500 studenti di 66 scuole hanno ricevuto insieme alle pagelle anche colorati preservativi. Chi sta nella sala dei bottoni del comune di Siviglia non fa mistero circa gli scopi di questa iniziativa: «L'educazione sessuale, in qualsiasi fase della vita, non mira semplicemente ad evitare gravidanze indesiderate o la trasmissione di infezioni veneree. Essa mira anche a garantire che ogni persona sia in grado di stabilire relazioni di amore e affettive di qualità, di relazionarsi in modo equilibrato, di riconoscere i propri diritti sessuali e riproduttivi, di prendere decisioni in modo libero, di saper chiedere, di dire di no, di soddisfare i propri desideri, di godere delle relazioni erotiche».

Quindi a Siviglia non solo si insegna ai preadolescenti ad abortire (l’espressione «diritti sessuali e riproduttivi» significa proprio questo), ma anche ad usare i metodi contraccettivi e a sperimentare quanto prima il piacere sessuale, ben dimentichi – tra l’altro – che sono proprio i rapporti in età precoce ad innalzare il numero di ragazzine che decidono di abortire. Incentivando a fare sesso si incentiva l’aborto. Come poi passare sotto silenzio che tale iniziazione all’eros avviene esattamente nell’età puberale? Insomma proprio nel momento in cui bambini/ragazzini iniziano a sperimentare certe pulsioni ecco che la Pubblica amministrazione già li instrada ad assecondare la dea Libido. Nessuna spiegazione nella prospettiva di una retta antropologia sul significato di questi cambiamenti fisici e psichici, ma solo assecondamento, scavalcando poi mamma e papà che si troveranno in casa, se va bene, un erotomane in erba. 

Anzi, più che assecondamento pare proprio una anticipazione, perché i ragazzini nati nell’era digitale saranno pur svegli quanto vogliamo, ma quanti dodicenni hanno già rapporti sessuali e quanti tra questi sono usi nell’adoperare lubrificanti e per di più per avere rapporti anali? Qui si vuole istigare al sesso e ad anticipare ciò che la curiosità dei ragazzini, anche quella più morbosa, avrebbe forse scoperto solo tra un po’ di anni. Una postilla su questo ultimo punto che concerne appunto il fatto che quei pederasti del comune di Siviglia incoraggiano ad avere rapporti anali. Ciò non solo perché l’omosessualità non conosce più età, ma anche perché se il sesso è solo piacere non devono esistere più orifizi con divieto di accesso.

Naturalmente sulla vicenda è intervenuta pure la posizione del solito “cattolico” aperturista, categoria molto alla moda oggi in tempo di sinodi. Carlos Herrera, responsabile della programmazione mattutina della Radio Cope, radio della Conferenza episcopale spagnola, commentando la vicenda si è espresso in questi termini: «Effettivamente occorre fare educazione sessuale a bambini tra i 12 ei 18 anni, farli partecipi di questo tema, inoculando in loro responsabilità sessuale prima che si verifichino mali peggiori. É più utile regalare loro preservativi che lubrificanti (quando la strada per l’inferno è lubrificata di buone intenzioni, ci verrebbe da commentare, ndr). In genere a quell'età tu pensi davvero che sentano la mancanza di un lubrificante? Il lubrificante manca al sindaco, o a me, o a qualcun altro più adulto o che siede a questo tavolo, ma a un ragazzo di 16 anni può mancare un lubrificante?». 

Quindi per una della voci più rappresentative della radio della Conferenza episcopale spagnola il problema non sarebbe morale, ma solo di utilità. Che se ne fanno i ragazzini di un lubrificante? Meglio i preservativi che, nell’ottica del fare il male ma in tutta sicurezza, offrono più garanzie di qualche gel, sextoy nelle disponibilità – così pare di intendere – del conduttore della radio. Attendiamo la distribuzione di lubrificanti per l’intelletto.