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L'ENCICLICA E I SUOI INTERPRETI

Qualcuno prepara i Patti lateranensi sulla morale

Leggendo autorevoli commenti preventivi all'enciclica in uscita il 18 giugno, si capisce che c'è chi proporrà il modello "kasperiano" di distinzione tra dottrina e prassi. La dottrina nell’Enciclica sarà magistrale, la prassi le permetterà di esser interpretata ed adattata in ogni parte del mondo e circostanza diversa.

Creato 08_06_2015
San Francesco predica agli uccelli

San Francesco predica agli uccelli

«Laudato sii o mi Signore … perché il senso della vita è cantarti e lodarti …». Indiscrezioni di giornali dicono che sia "Laudato sii" il titolo e quindi l'inizio della prossima enciclica di papa Francesco. Già questo è interessante perché San Francesco loda il Creatore, non le creature.

Comunque leggendo i vari commenti alla Enciclica che uscirà il 18 giugno (un vero record) la curiosità cresce. Da una parte si diffida a parlarne perché non essendo ancora uscita non si può conoscere. Dall'altra si leggono dichiarazioni di chi è stato coinvolto nella preparazione della stessa, corredate da biografie e pensieri sublimi degli esperti che hanno contribuito. Poi ci sono commentatori molto autorevoli che ci dicono che questa Enciclica andrà interpretata (perbacco, deve essere interpretata con intermediari?). A questo punto un atto di fede diventa imprudente e proporrei una riflessione. 

Anche se gli allarmismi sullo sfruttamento dell’ambiente e delle persone, così ben declamati dai vari “sachsiani e gutierreziani”, fossero veri, la Chiesa grande “esperta di umanità” avrebbe il compito di spiegare il perché si sfrutta l’ambiente e l’uomo. Ciò prima di contribuire a sostenere soluzioni progettate da altri meno esperti in umanità. Per questa ragione ho scritto sulla NBQ una lettera aperta al Papa.

La Chiesa, che spiega cosa è bene e cosa è male per l’uomo, dovrebbe chiarire che chi origina questi “sfruttamenti” di ambiente e di persone, è il peccato. Dovrebbe spiegare che chi provoca lo sfruttamento dell’ambiente e dell’uomo è la superbia, l’avidità, l’ingordigia, la lussuria, ecc., cioè i famosi vizi capitali conseguenza del peccato. Dovrebbe spiegare che per risolvere i problemi di sfruttamento dell'ambiente e dell'uomo si deve prima risolvere il problema della conversione dell’uomo. È la miseria morale di un uomo che rifiuta da tempo il nutrimento spirituale ed intellettuale, che ha provocato la crisi in corso, lo sfruttamento dell’ambiente, la povertà, e così via. Se non si debella prima la miseria morale dell’uomo è impensabile risolvere i problemi ambientali o di povertà proponendo leggi, regole, strumenti nuovi. È l’uomo che va cambiato, non gli strumenti da lui usati. Se l’uomo resta corrotto corromperà ogni altro strumento anche se di per sé buono. 

Leggendo le direttive (autorevoli) di come dovrà essere interpretata questa Enciclica, si capisce che c'è chi proporrà il modello "kasperiano" di distinzione tra dottrina e prassi. La dottrina nell’Enciclica sarà magistrale, la prassi le permetterà di esser interpretata ed adattata in ogni parte del mondo e circostanza diversa. È possibile che si stiano preparando i Patti lateranensi del XXI secolo in materia morale con il mondo globale? Santo Padre, solo Lei può intervenire.