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PAGANESIMO

Salta Halloween nel castello del vescovo

Il Ctg, emanazione dell'Azione Cattolica, organizzava una festa di Halloween nel castello di Rossena, antica residenza dei vescovi. È intervenuto il vescovo Massimo Camisasca a porre fine alla festa.

Santi: uomini che non portano maschere

Libertà religiosa 28_10_2013
Mons. Camisasca

Alla fine a mettere il no definitivo è stato il vescovo Massimo Camisasca che ha dovuto far valere la sua autorità con un comunicato nel quale, richiamandosi alla nota della Cei Emilia Romagna di appena 15 giorni fa sulle derive spiritualiste, ha ribadito come quella di Halloween fosse una festa pagana.

La diocesi di Reggio Emilia ha avuto però a che fare con la tetra festa subendo per diversi anni, senza mai intervenire, un'iniziativa discutibile da parte del Centro Turistico Giovanile, di chiara ispirazione cattolica: una festa di Halloween per bambini e famiglie. Dove? In un castello medievale. Mai luogo poteva essere contemporaneamente più azzeccato e sconveniente al tempo stesso. Eh sì, perché il castello di Rossena, siamo a Canossa, nelle terre della gran contessa Matilde che sottomise l'imperatore Enrico IV a Papa Gregorio VII, è da sempre di proprietà della Diocesi di Reggio.

Anticamente residenza estiva dei vescovi, oggi grazie a un ingente finanziamento per il restauro in occasione del Giubileo, con fondi statali, è visitabile e dato in gestione al Ctg. Questi è un centro nazionale nato da una costola di Azione Cattolica che si occupa di promozione del territorio secondo una visione "cristiana della persona", come recita lo statuto pubblicato sul proprio sito Internet.

Il Ctg da diversi anni organizza una festa di Halloween il 31 ottobre, inserendosi perfettamente nella moda di tanti altri circoli laici che per la vigilia di Ognissanti hanno ormai incamerato la moda come fosse tipicamente italiana. 40 euro a persona, balli attorno al pentolone con streghe e maghetti, mostri, zombie e tutto l'armamentario kitch importato dai paesi anglosassoni.

Ma il Ctg è un'associazione ecclesiale, con un suo assistente spirituale e il fatto che non più tardi di 15 giorni fa a Bologna i vescovi dell'Emilia Romagna abbiano tuonato contro le derive spiritualiste come Yoga, New Age, cartomanzia, occultismo e appunto Halloween ("può rovinare una persona perché è una porta verso derive sataniche ed esoteriche"), ha contribuito ad accrescere stupore e confusione.

La cosa è stata denunciata, come stranezza e possibile incongruenza da parte della Diocesi, dal quotidiano Prima Pagina che aveva sollevato la questione anche lo scorso anno, quando a Reggio c'era ancora Adriano Caprioli come vescovo titolare. Ma in quell'occasione non si accese il fuoco della polemica e la festa venne fatta senza proteste.

Oggi a Reggio, con l'arrivo di Camisasca qualche cosa sembra cambiato. E quando il quotidiano locale ha rispolverato la stranezza di una festa di Halloween organizzata in un maniero di proprietà del vescovo dopo che lo stesso vescovo aveva tuonato con i suoi confratelli proprio su Halloween, la stranezza, e l'inopportunità, è esplosa in tutta la sua evidenza.

Il padre spirituale del Ctg, don Ennio Munari, si è detto all'oscuro di tutto, eppure l'evento veniva fatto ormai da diversi anni ed ha annunciato che avrebbe fatto di tutto per fa annullare la festa. «È inammissibile - ha tuonato sui giornali -, quella festa non deve essere fatta». Intanto la vicenda ha occupato le prime pagine anche degli altri giornali per alcuni giorni. E mentre la curia ufficialmente si trincerava dietro ad un laconico "vedremo", "ci informeremo", "stiamo valutando", il Ctg vistasi accerchiata se ne usciva con un candore davvero sospetto e vendicativo: «Ma quale satanismo! È una festa innocua, e poi la curia aveva dato il suo permesso».

Dopo alcuni giorni di dibattito acceso e contraddittorio con la curia impegnata a non far uscire lo scandalo e semmai a minimizzare e il Ctg deciso a non mollare una festa che, fatti i dovuti conti avrebbe rappresentato anche un discreto incasso per il gestore cattolico, il vescovo è dovuto intervenire d'imperio per sciogliere il nodo gordiano e mettere la parola fine.

Camisasca non è entrato nel merito della vicenda, ma in un comunicato ha sottolineato come la festa di Halloween sia pagana e «il diffondersi di Halloween mostra che le nostre comunità hanno spesso perduto il senso della festa e anche l’occasione di far festa intorno agli eventi della vita di Gesù e dei santi».

Un comunicato scarno, ma abbastanza inequivocabile e che ha costretto il giorno dopo la curia ad annunciare dopo un incontro con il Ctg che la festa era annullata.

Ma anche qui, colpo di scena, a stupire sono state le motivazioni ad essere sorprendenti. Nel comunicato diffuso ai giornali che metteva la parola fine alla polemica il vicario insieme al Centro Turistico Giovanile ribadivano come «modalità e finalità della festa in maschera erano di aggregazione e non confliggevano in alcun punto con le questioni di dottrina e di fede cristiana che soggiacciono alle ricorrenze del 1° e del 2 novembre (solennità di Tutti i Santi e Commemorazione dei fedeli defunti)».

Strano, soprattutto tenuto conto che quella delle insidie del diavolo anche nelle iniziative "lastricate di buone intenzioni" è un topos abbastanza assodato all'interno del messaggio cristiano. Così come è molto attiva la predicazione di Papa Francesco che sui rischi del demonio sta impegnando buona parte del suo pontificato.

Un'affermazione davvero singolare quella della curia, soprattutto dopo il documento dei vescovi emiliani. Ma ciò che più ha stupito è stato leggere che la festa veniva cancellata per «porre fine a confusioni e strumentalizzazioni di ogni genere della vicenda da parte degli organi d’informazione».

Come se il problema fosse stato creato dalla stampa, la quale, se fosse stata zitta, avrebbe consentito alla diocesi di fare il gioco delle tre scimmiette per ancora molto tempo.

In conclusione di questa vicenda, quel che conta è che un potenziale male sia stato fermato: in diocesi a Reggio sono molte infatti le famiglie e le parrocchie alle prese con richieste pressanti per organizzare feste di Halloween in spazi ecclesiali. Il caso di Rossena avrebbe creato un precedente pericoloso. A conti fatti per la Chiesa reggiana è stato meglio essere sottoposti a tre giorni di polemiche sui giornali e marce indietro imbarazzanti, piuttosto che continuare a far finta di nulla e far passare per innocue e cristiane iniziative che oltre a non esserlo sono palesemente a rischio esoterico.