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Sant'Eufemia a Grado, una chiesa contro le eresie

Il vescovo Elia volle intitolare a Sant'Eufemia la chiesa di Grado per ribadire la posizione anti ariana affermata nel concilio di Calcedonia, città di origine della fanciulla martire per non rinunciare alla fede in Cristo.

Cultura 16_09_2017

Dai suoi 43 metri di altezza l’Arcangelo Michele vigila e protegge la comunità di Grado che ne ha fatto il proprio simbolo da quando, nel 1460, i Veneziani lo donarono alla città divenuta sede dei patriarchi fuggiti da Aquileia, ai tempi delle invasioni di Attila prima e dei Longobardi poi. L’Anzolo svetta sulla sommità della cuspide della torre campanaria del Duomo, intitolato a Sant’Eufemia di Calcedonia: la sua storia ha origini molto antiche.

In loco esisteva, dal IV secolo, la “basilichetta di Petrus” sulla quale il vescovo Elia, nella seconda metà del 500, innestò l’attuale basilica dall’aspetto ancora medievale. La facciata esterna, a salienti, in mattoni e arenaria a vista, è tripartita da lesene e aperta da due portali e da tre semplici finestre che compaiono nell’ordine superiore. Sul lato destro è addossato il campanile quattrocentesco, di stile veneziano, mentre il prospetto posteriore è caratterizzato da abside poligonale affiancata da prothesis e diaconicon.

Lo spazio interno conserva un’aura paleocristiana. Suddiviso in tre navate da colonne antiche di spoglio, sormontate da altrettanti capitelli di reimpiego, ha il soffitto a capriate lignee e una conca absidale su cui domina un Cristo in mandorla, benedicente, circondato dal Tetramorfo, da Maria e dai SS. Giovanni, Ermacora e Fortunato. La pala d’altare è un prezioso lavoro di alta oreficeria, a sbalzo e a cesello, che un patrizio veneziano donò, nel 1372, al Duomo.  Sui tre registri si distribuiscono il Pantocratore, in posizione centrale, la scena dell’Annunciazione, san Marco e altri santi tutt’intorno.

Pulpito e pavimento sono manufatti artistici davvero pregevoli. Il primo, datato all’ XI secolo, presenta una struttura piuttosto singolare: una cassa polilobata, rivestita all’esterno di rilievi, sorretta da colonnine e sormontata da una cupoletta di stile moresco. Il secondo è interamente a mosaico e fu realizzato da artigiani di altissimo livello nel VI secolo.  Coevo è il Battisero, edificio ottagonale, con vasca esagonale interna, che sorge accanto alla chiesa.

Eufemia era una giovane donna greca. Nel 303, durante le persecuzioni di Diocleziano, fu gettata in pasto ai leoni che si rifiutarono di divorarne il corpo. Venerata dalla chiesa ortodossa e da quella cattolica è da quest’ultima celebrata il 16 settembre, giorno del suo martirio. La scelta di intitolare a lei la chiesa di Grado fu dovuta alla volontà del vescovo Elia di ribadire la posizione anti ariana affermata con vigore durante il concilio di Calcedonia, la città di origine della fanciulla e quella in cui andò incontro alla morte pur di non rinunciare alla propria fede in Cristo.