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ANCORA UNA DOCCIA FREDDA

Sbarchi, aria fritta per consolare il flop italiano

I risultati ottenuti in tre settimane di intensa quanto raffazzonata campagna politica e diplomatica del governo italiano per ottenere maggiore cooperazione dai partner Ue per ridistribuire i migranti illegali in arrivo dalla Libia si è conclusa in un colossale fiasco. Si promette a settembre una revisione del piano sbarchi. Ma è un'illusione. 

Politica 14_07_2017

I risultati ottenuti in tre settimane di intensa quanto raffazzonata campagna politica e diplomatica del governo italiano per ottenere maggiore cooperazione dai partner Ue per ridistribuire i migranti illegali in arrivo dalla Libia si è conclusa in un colossale fiasco.

Dopo gli smacchi subiti al summit Ue di Tallin, al G-20 di Amburgo e nei rapporti con i singoli partner europei, l’Italia ha incassato una dura sconfitta anche al vertice in Polonia di Frontex, l’agenzia europea delle frontiere che gestisce l’operazione Triton nel Canale di Sicilia.

Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ha di fatto confermato quanto “rivelato” dall’ex ministro degli Esteri, Emma Bonino: lo sbarco di tutti i migranti illegali soccorsi in mare nei porti italiani era stato espressamente chiesto dal governo Renzi nel 2014.

Del resto anche ‘operazione Poseidon varata per aiutare all’epoca le forze navali greche alle prese con i flussi di migranti illegali dalle coste turche prevedeva la stessa condizione-capestro. Pare però chiaro che l’Italia oggi voglia cambiare le regole che Matteo Renzi stesso aveva accettato solo perché i flussi costanti (ormai 100 mila gli arrivi da gennaio) stanno minando le possibilità del PD di vincere le prossime elezioni.

Anche per ragioni politiche al vertice di Frontex il governo Gentiloni sembra aver preteso un contentino da spacciare per “moderato successo”. I porti dei partner europei restano chiusi (giustamente perché la loro apertura agli sbarchi di clandestini farebbe crescere ulteriormente i flussi) ma l’agenzia ha concesso all’Italia l’istituzione di un gruppo di lavoro per "adattare e migliorare il piano operativo" dell'operazione Triton, che dovrebbe proteggere le frontiere ma in realtà, come tutte le altre flotte presenti nell’area, soccorre immigrati illegali e li sbarca in Italia.

Il gruppo di lavoro, ha detto Leggieri, si riunirà "immediatamente quest'estate" con l'obiettivo "di condividere un progetto con i paesi partecipanti già nel mese di settembre".

"In un primo tempo, senza indugi, Italia e Frontex lavoreranno insieme al miglioramento e adattamento del piano operativo. Spero che in settembre avremo qualcosa da presentare agli altri Stati dell'Unione europea e di Schengen per vedere la loro reazione e capire se sono d'accordo a partecipare alla missione anche con un nuovo piano operativo".

Si tratta evidentemente di aria fritta, non è chiaro cosa prevedrà il nuovo “piano operativo” e in ogni caso a settembre i migranti illegali giunti in Italia quest’anno potrebbe essere già raddoppiati.

Un’aria fritta utile forse ad aiutare il governo Gentiloni (la cui caduta impensierirebbe Bruxelles) a ridurre l’impatto dell’ennesima buco nell’acqua: siamo l’unico paese Ue che accoglie chiunque paghi i criminali per venire in Europa e chiediamo ai partner di fare altrettanto.

Ci ha risposto per le rime il presidente rancese Emmanuel Macron ribadendo che non accoglierà i migranti economici ("su questo non cederò allo spirito di confusione imperante") che in Italia tutti sembrano aver dimenticato a causa di un linguaggio politicamente corretto insopportabile e teso a foraggiare le lobby miliardarie del soccorso e dell’accoglienza.

Mentre tutti i paesi che confinano con l’Italia blindano le frontiere con l’Italia (ormai ridotta a la “Libia d’Europa”) il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha ricordato ieri che "sul fronte dell'accoglienza degli immigrati occorre cambiare sistema. La situazione non può restare così com'è. L'Austria è pronta a difendere le proprie frontiere, se questo si dovesse rendere necessario. Ma prima di tutto è l'Europa che deve difendere le proprie frontiere esterne.

Fintanto che i migranti salpati sui barconi dalla Libia vengono salvati in mare e in una decina di ore arrivano sulle coste italiane, la gente è invogliata a partire e il flusso non cesserà. Così come non smetterà l'immigrazione clandestina. I migranti devono essere fermati alle frontiere esterne e gli Stati africani devono essere incentivati a riprenderli. Ci sono Stati africani - ha aggiunto - che prendono grandi contributi dall'Unione europea e non vogliono accettare i migranti. Questa è una situazione che deve essere modificata radicalmente".

Kurz ha sottolineato che si tratta di "una questione di volontà politica che coinvolge tutta l'Unione europea. L'Italia va aiutata e la rotta del Mediterraneo va chiusa, così come è già avvenuto per quella balcanica. È una cosa che si può fare: lo stanno già facendo l'Australia, la Spagna e gli Stati Uniti". Per quanto concerne i salvataggi in mare, Kurz ha affermato che "quanti vengono tratti in salvo a poche decine di chilometri dalle coste libiche non devono essere portati in Italia, ma devono essere riaccompagnati nei Paesi da cui sono salpati”.