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Spiazzi, la Madonna della corona con vista mozzafiato

A strapiombo sulla Valle dell’Adige nella roccia del Monte Baldo in quel di Spiazzi, provincia di Verona, in una posizione davvero ardita è incastonato un santuario mariano dedicato alla Madonna detta della Corona. Già intorno alla metà dell'anno Mille, grazie alla presenza di benedettini del monastero di San Zeno a Verona, era qui viva la devozione alla Vergine.

Cultura 20_05_2017

A strapiombo sulla Valle dell’Adige, a circa 774 metri sul livello del mare, nella roccia del Monte Baldo in quel di Spiazzi, provincia di Verona, in una posizione davvero ardita è incastonato un santuario mariano dedicato alla Madonna detta della Corona per i monti che circondano questo incantevole luogo. Già intorno alla metà dell'anno Mille, grazie alla presenza di benedettini del monastero di San Zeno a Verona, era qui viva la devozione alla Vergine.

Alcune grotte scavate nel lato della montagna erano abitate, infatti, fin da allora, da monaci eremiti che solo verso la fine del XIII secolo costruirono una primitiva chiesetta sulle pareti della quale fecero realizzare da un maestro di San Zeno un affresco rappresentante Maria, assisa su un trono, con Gesù Bambino: la Madonna di Monte Baldo. Questa immagine trecentesca, ancora esistente, smentisce la pia tradizione che vorrebbe fare risalire la fondazione del Santuario all'anno 1522 e alla miracolosa traslazione, per intervento angelico, della statua della Madonna dall'isola di Rodi, all’epoca invasa dai musulmani. Il gruppo scultoreo della Madonna della Corona, venerato simbolo del Santuario, in pietra locale dipinta, risale alla prima metà del Quattrocento e rappresenta Maria che, addolorata, sostiene il corpo del Figlio deposto dalla Croce.

Nel 1625 una più ampia chiesa venne costruita sopra la precedente, inglobata nel nuovo presbiterio. I lavori si conclusero verso la fine dello stesso secolo, grazie all’impegno dei Cavalieri del Santo Sepolcro che nel frattempo erano subentrati ai benedettini. La facciata neogotica della fine dell’Ottocento protegge lo spazio sacro interno a croce latina e tre navate. L’aspetto attuale fu a esso conferito negli anni Settanta del XX secolo, quando la chiesa fu resa oggetto di una profonda ristrutturazione, fino a che Papa Giovanni Paolo II, in visita apostolica, non la consacrò nuovamente qualche anno dopo averla elevata a basilica minore.

Nella cappella delle Confessioni, al piano inferiore, c’è la ricostruzione di una Scala Santa, a imitazione di quella romana: i suoi ventotto gradini sono da risalire in ginocchio meditando sulla Passione.

Con il Cristo risorto termina il cammino che si deve compiere per raggiungere il santuario, lungo il quale siamo accompagnati dalle statue bronzee delle quattordici stazioni della via Crucis e da una via Matris, segnalata da sette capitelli che raffigurano i dolori della Vergine. Un percorso che attraverso Gesù, dunque, ci conduce a Maria.