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L'INCONTRO

Trump dal Papa, accordo su vita e libertà religiosa

Il comune impegno a favore della vita e della libertà religiosa e di coscienza non è una cosina da poco. Si tratta di un indiretto ma chiaro apprezzamento della decisione di Trump di sospendere con effetto immediato ogni finanziamento del governo federale Usa a organismi che sia in patria che all’estero propugnano e praticano gli aborti. Eppure i media preferiscono evidenziare le divergenze fra Papa Francesco e il presidente Usa.

 

-MELANIA'S STYLE, SEMPLICEMENTE SE STESSA di Anna Bono

Cronaca 25_05_2017
Trump e Papa Francesco

E’ ovviamente troppo presto per capire fino a che punto l’incontro di ieri con Papa Francesco abbia smosso il presidente americano Trump dal livello prettamente politico di questo suo viaggio nel Levante e in Europa. Tale è stata infatti in modo inequivocabile  la natura del  suo appello di Riad a una comune mobilitazione di musulmani, cristiani ed ebrei contro il terrorismo islamista, volutamente ignaro delle responsabilità specifiche dell’Arabia Saudita al riguardo, nonché dei problemi non affrontando i quali l’islam ufficiale lascia la porta aperta a queste degenerazioni. Qualcosa in più si è visto invece nel  vertice di Betlemme con il presidente dell’Autorità Palestinese quando nel suo discorso, auspicando la pace tra Israele e Palestina, Trump  ha invocato in proposito l’aiuto di Dio. Un cenno del genere è meno sorprendente sulla bocca di un presidente Usa che su quella di un politico europeo; si è trattato però di un richiamo forte e non formale. 

Del colloquio di ieri con il Papa, che era privato, si può sapere soltanto quanto riferisce il comunicato della Sala Stampa Vaticana, come sempre misuratissimo. Dalle poche parole che, congedandosi, le due personalità si sono scambiate in pubblico si ha tuttavia avuto l’impressione che l’incontro sia stato importante per entrambe. Su che cosa precisamente il Papa e Trump si siano trovati d’accordo  non si sa, né si può sapere, ma le prossime settimane e i prossimi mesi ce lo diranno. Ad ogni modo è stato evidente che per entrambi ha trovato conferma il fatto che… “il diavolo non è così brutto come lo si dipinge”, come osiamo dire citando un proverbio efficace anche se non facile da citare in questo specifico caso.  

Il comunicato della Sala Stampa, reperibile sul sito del Vaticano, merita ad ogni modo di venire letto attentamente  tanto più che, almeno a giudicare  dai maggiori telegiornali, la grande stampa ha subito provveduto a censurarlo; e in questo hanno dato una bella mano anche vaticanisti tra i più sacrosanti. Tutti quanti si sono dilungati sui paragrafi successivi al primo, dove si afferma  che è stata auspicata “una serena collaborazione tra lo Stato e la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, impegnata a servizio delle popolazioni nei campi della salute, dell’educazione e dell’assistenza agli immigrati”, e che “I colloqui hanno poi permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale e alla promozione della pace nel mondo tramite il negoziato politico e il dialogo interreligioso, con particolare riferimento alla situazione in Medioriente e alla tutela delle comunità cristiane”. Tutto bene, ma perché ignorare il primo paragrafo ove si legge che “Nel corso dei cordiali colloqui è stato espresso compiacimento per le buone relazioni bilaterali esistenti tra la Santa Sede e gli Stati Uniti d’America, nonché il comune impegno a favore della vita e della libertà religiosa e di coscienza”? 

Il comune impegno a favore della vita e della libertà religiosa e di coscienza non è una cosina da poco. Si tratta di un indiretto ma chiaro apprezzamento della decisione di Trump di sospendere con effetto immediato ogni finanziamento del governo federale Usa a organismi che sia in patria che all’estero propugnano e praticano gli aborti. E così pure un apprezzamento del suo rifiuto di imporre a qualunque datore di lavoro, compresi quindi scuole e ospedali appartenenti ad organismi a ciò contrari, l’obbligo di stipulare per i loro dipendenti assicurazioni sanitarie che comprendono pure il pagamento delle spese per l’aborto. Negli Stati Uniti – vale la pena di precisare – la legislazione sull’aborto è una competenza degli Stati, e non del governo federale.  Con Obama il governo federale lo ha però promosso attivamente usando appunto la leva finanziaria, mentre Trump ha subito assunto una posizione opposta. D’altra parte, aggiungiamo per completezza, in quasi tutti gli Stati degli Usa dove l’aborto è legale, da diversi anni la legislazione  al riguardo sta diventando sempre più restrittiva. Ciò avviene non per chissà quale imposizione dall’alto, ma perché continua a crescere il numero di coloro i quali vorrebbero che l’aborto cessasse di essere una pratica ammessa dalla legge. 

Sarà interessante vedere se anche i quotidiani di oggi, che mentre scriviamo ovviamente non sono ancora disponibili, procederanno come i telegiornali di ieri sulla strada dell’oscuramento di quanto nel comunicato della Sala Stampa Vaticana non è gradito a chi detta legge nel mondo della comunicazione massmediatica.