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LA TESTIMONIANZA

Un'italiana nella bolgia del "sex mob" di Dusseldorf

Di Dusseldorf non si è parlato nei Tg. Ma, come a Colonia, anche qui si è abbattuta la violenza di bande di nordafricani a Capodanno. La Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato una testimone italiana, che ha assistito al "sex mob". E chissà quanti altri casi come questo non conosciamo ancora.

URGE UN'OPERA DI PREVENZIONE di V. Colombo

 

Esteri 17_01_2016
Il branco

“Sembrava di essere in una valle di lacrime. Ci siamo trovati davanti a scene assurde: donne che piangevano in ogni angolo della strada. Ragazze accerchiate da gruppi di ragazzi extracomunitari che le spintonavano, le toccavano tutte, se le passavano di quà e di là, ridevano di loro. Alcune si difendevano con urla e spintoni, altre attendevano terrorizzate che la scia furiosa si spostasse da un’altra parte. Una quantità così impressionante di extracomunitari non l’ho mai vista in vita mia”.

E’ questa la testimonianza che Sara, una giovane avvocato pesarese, rilascia in esclusiva  a La Nuova Bussola Quotidiana. Ma il suo racconto, seppur con inquietanti congruenze, non si riferisce alla città di Colonia (Germania), ormai nota a tutti per il pesantissimo attacco sessuale alle donne tedesche e per mano di un plotone di immigrati. Sara descrive, invece, quanto accaduto la notte di Capodanno 2015 nella vicina Dusseldorf. Una città di cui si è parlato poco o niente in relazione ai fatti denunciati, ma che – come potrete leggere  – ha avuto un destino davvero simile, troppo simile, a quello di Colonia. La Nuovabq ha denunciato sin da subito la fondata impressione che attorno a questi attacchi - pesanti, ripetuti e quasi certamente coordinati - ci fosse un colpevole silenzio di media e autorità. Un silenzio che nascondesse la reale portata del fenomeno.  L'impressione, purtroppo, è stata poi ampiamente confermata dall'esorbitante numero di denunce (ora 516) che sono piovute in questi giorni su Colonia e su svariate altre città: Amburgo, Bielefeld, Berlino, Stoccarda. Ora si aggiunge la città di Dusseldorf, con questa nuova testimonianza. E chissà quante altre ancora, di cui non abbiamo notizia.

C’è poi da sottolineare un secondo fattore che lascia attoniti: il tentativo di gran parte di media e autorità, di negare completamente la provenienza arabo-islamica di chi ha compiuto le suddette aggressioni.  La verità che sta emergendo dalle indagini è molto chiara: la quasi totalità degli indagati per le violenze di Colonia & co sono immigrati o richiedenti asilo di provenienza nord-africana. Ma nel nostro Paese, se dici la verità, passi per un cattivo xenofobo. Meglio tacere. O peggio ancora – come hanno fatto Repubblica e Corriere della Sera - attribuire la causa delle violenze ad un generico “maschilismo occidentale”, facendo così passare per stupratori gli uomini tutti (purchè occidentali). Ma anche di questo racconta la nostra testimonianza.

Sara, dove ha trascorso il Capodanno 2015?

Con un gruppo di sette amici, tre ragazze e quattro ragazzi, abbiamo deciso di trascorrere gli ultimi giorni del 2015 a Dusseldorf, in Germania. Siamo arrivati il 30 dicembre, ci siamo subito diretti nel centro storico, dove alloggiavamo, ed abbiamo avuto tutto il tempo per visitare quella che ci è parsa subito una città meravigliosa. Dopo cena abbiamo raggiunto Bolkerstrasse, una via piena di locali graziosi, e abbiamo trascorso una serata bellissima, senza alcun problema o fastidio. C'erano molti turisti, la città si presentava multietnica, ma ben equilibrata. Insomma tutto normale.

Poi la sera di Capodanno cosa è successo?

La sera di capodanno decidiamo di cenare a casa, dove ci tratteniamo fino alle 22:00 circa, per poi uscire. Ci incamminiamo sul Rheinufertunnel, la famosa passeggiata lungo il Reno, in direzione Burgplatz, per raggiungere la piazza dove avremmo festeggiato la mezzanotte.  Da subito notiamo l’enorme quantità di extracomunitari in giro per la città. Voglio precisare che non ho nulla contro gli extracomunitari in sé, ma l’inspiegabile quantità ed il loro comportamento, attirano da subito e inevitabilmente la nostra attenzione. Si muovono in gruppo, fanno come un grosso trenino, sono eccessivamente esuberanti e fastidiosi. Inizialmente non capiamo, pensiamo che si tratti di una sorta di “euforia di Capodanno”. Arriviamo in piazza, c’era moltissima gente, ci posizioniamo a ridosso della ruota panoramica per assistere allo spettacolo dei fuochi d’artificio: è li che iniziamo a renderci conto della situazione. Gruppi di immigrati si susseguono in continuazione, sono molesti, nelle parole e nei fatti. Urlano, accerchiano le ragazze, le toccano. Ci pare strano, ma vediamo molte ragazzine che sembrano in giro da sole e, perciò, sono facile preda di questi uomini. Ad un certo punto mi allontano, insieme ad un'amica, per andare alla toilette. Davanti a noi ci si palesa uno spettacolo assurdo: una ragazza, bianca come il latte con le gote rosse rosse (non mi dimenticherò mai quel volto), cerca di svincolarsi da un gruppo di extracomunitari, la spingono uno addosso all’altro, toccandola davvero ovunque. Piangeva terrorizzata mentre loro le ridevano in faccia.  Io e la mia amica ci affrettiamo a tornare dai nostri compagni: siamo costrette a tirare pesanti spintoni e spallate per farci strada tra questi uomini molesti. Decidiamo così di spostarci da quel luogo, pensando di tornare nella zona tranquilla della sera prima. Al nostro arrivo in Bolkerstrasse, la situazione è da non credere: sembra di essere in una valle di lacrime. Donne che piangono in ogni angolo della strada. Gruppi di immigrati che, se possibile, sono ancora di più: accerchiano le ragazze, sono pesantemente violenti e molesti. Si passano le donne di qua e di là, toccandole, urlano e ridono se le vedono piangere.

Mi scusi ma la polizia e le forze dell’ordine non facevano nulla?

Non abbiamo visto un poliziotto. Sì, si vedevano girare in macchina pattuglie e vigili del fuoco a sirene accese. Ma tra la gente non si vedeva un poliziotto o un agente. La gente era davvero moltissima, farsi spazio tra la folla era difficoltoso e lì in piazza, per le strade, tra la gente non vedevamo un agente.

Hanno aggredito anche voi?

Mentre torniamo a casa, un ragazzo nord-africano inizia a chiedermi con insistenza la sigaretta che stavo fumando e, nonostante io non gli dessi retta, continua pesantemente a infastidirmi. Cerco di allungare il passo, anche se la folla di gente è fitta-fitta, lui mi infila una mano sotto la gonna, con violenta insistenza, per poi ridermi in faccia fino a che il mio fidanzato riesce a raggiungermi e con uno spintone lo fa scappare. Un mio amico invece ha beccato due extracomunitari con le mani nella borsa di una ragazza e con il suo coraggio e la sua stazza li ha fatti correre molto lontano. 

In questi giorni si è parlato poco e astrattamente di come affrontare il tema sicurezza, e molto dell’identità e provenienza di questi violenti. Lei che ha visto, chi erano questi uomini?

Come le ho già detto, la città di Dusseldorf ci è apparsa subito una città multietnica e in questo abbiamo colto anche un aspetto positivo. La sera di Capodanno però la città era letteralmente invasa da stranieri, extracomunitari, verosimilmente di matrice arabo-islamica che si sono comportati in modo intollerabile per chiunque.

E il giorno dopo?

Tutto è tornato tranquillo, normale e sereno. Al momento ci è sembrato, come se tutti quegli uomini si fossero messi d’accordo.

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