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Omoeresie

Viganò: «Nella Chiesa si sta legittimando l’omosessualità»

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò: nella Chiesa «sull’omosessualità è in corso un’opera di legittimazione. A portare avanti questo discorso sono Prelati e teologi».

Gender Watch 30_07_2020

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che due anni fa fece scoppiare la bomba McCarrick, è stato intervistato dal sito Stilum Curiae. Riportiamo qui di seguito uno stralcio di questa intervista.

«Si vuole focalizzare l’attenzione sugli abusi su minori, deviandola dalla contestuale condanna chiara e doverosa dei comportamenti omosessuali che di quegli abusi sono spesso causa. Per Bergoglio e il suo entourage la sodomia non è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, come insegna il Catechismo. Le parole del Papa su questo tema – ed ancor più le azioni e le parole delle persone di cui si circonda – confermano purtroppo che sull’omosessualità è in corso un’opera di legittimazione, e che a portare avanti questo discorso sono Prelati e teologi che hanno manifestato senza equivoci di non essere fedeli all’insegnamento cattolico.

Proprio il Cardinal Tobin – i cui imbarazzanti messaggi sul cellulare parlano da soli  – ha chiaramente dichiarato di non condividere la condanna della sodomia presente nel Catechismo, rifiutandosi di definire gli atti omosessuali come «intrinsecamente disordinati». E queste affermazioni seguono l’appoggio del Cardinale al libro Building a bridge di padre James Martin s.j., che ha lo stesso contenuto. Ritroviamo quindi un Cardinale amico di McCarrick schierato in favore dei movimenti LGBT e il gesuita che Bergoglio ha nominato Consultore della Segreteria per le Comunicazioni della Santa Sede, invitandolo addirittura a parlare all’Incontro Mondiale delle Famiglie di Dublino del 2018 e ricevendolo in udienza. Anche il Cardinale Cupich si è espresso più volte a favore degli omosessuali e nel corso del Sinodo dei Giovani – cui egli è stato invitato a partecipare dal Papa senza essere stato votato dai Vescovi americani – è stato inserito nell’Instrumentum laboris il controverso tema delle relazioni omosessuali senza che alcun gruppo di giovani lo avesse chiesto. Ricordo, en passant, che Cupich fu imposto alla sede di Chicago da Bergoglio, contro il parere della Nunziatura.

Gli interessi sono quindi, palesemente, quelli della “lobby gay” che si è infiltrata nella Chiesa e che ha letteralmente il terrore che i buoni Pastori facciano luce sull’influenza che essa esercita nella Segreteria di Stato, nelle Congregazioni, nelle Diocesi e su tutta la Chiesa. L’osceno, anzi sacrilego affresco omoeretico che mons. Paglia ha commissionato per la Cattedrale di Terni è un arrogante manifesto ideologico che nessuna Autorità ha mai censurato né deplorato; i troppi affari finanziari del Sostituto della Segreteria di Stato mons. Edgar Peña Parra, legato al Card. Maradiaga, (coinvolto nello scandalo del suo vescovo ausiliare, Pineda, senza che ci sia notizia di un’iniziativa ecclesiastica verso di lui), e le gravissime accuse de Sexto che gravano su di lui e che ho ampiamente denunziato non ne hanno in alcun modo interrotto il cursus honorum in Vaticano; lo stesso dicasi per mons. Gustavo Óscar Zanchetta, che Bergoglio ha promosso e, in attesa di giudizio penale, ha recentemente rinominato Assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Dopo l’ordine di far confluire tutti i conti correnti delle Diocesi e delle Congregazioni religiose del mondo all’APSA, Zanchetta si trova a gestire le finanze della Chiesa (potendo vantare nel proprio curriculum l’autorevole diploma di meccanico elettricista) ed essendo allo stesso tempo facile oggetto di ricatti interni ed esterni. E non dimentichiamo l’opera di mons. Ilson de Jesus Montanari, Arcivescovo, Segretario della Congregazione dei Vescovi, Segretario del Sacro Collegio e Vicecamerlengo di Santa Romana Chiesa, a nome e per conto di chi poi l’ha elevato ai massimi ranghi della Curia Romana come premio per la sua fedeltà.

Credo sia indispensabile chiarire una volta per tutte lo stretto legame che vi è tra l’omosessualità e la pedofilia confermato anche dalle stesse statistiche: un legame che l’incontro in Vaticano ha scrupolosamente taciuto per non urtare la mentalità corrente diffusa anche tra molti Presuli. Ma sarebbe ipocrita e colpevole condannare la pedofilia sulla scia della vigente legislazione civile, senza condannare parimenti la sodomia, che il pensiero unico non ritiene penalmente rilevante ma che la Chiesa indica tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio».