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LE APPARIZIONI

Voci dal popolo di Medjugorje: così la vita è cambiata

Se, come ha detto Gesù, un albero lo si valuta da ciò che produce, le miracolose apparizioni della Madonna a Medjugorje sono una messe inesauribile di frutti buoni. Ecco le testimonianze di chi ha cambiato vita.

DUE LIBRI PER CAPIRE: PROPOSTA IMPERDIBILE PER I NOSTRI LETTORI

Ecclesia 19_07_2016
L copertina del libro di Gerolamo Fazzini su Medjugorje

Novità su Medjugorje: come già segnalato dalla Bussola, secondo il sito croato Vecernji List ripreso da altri siti della regione come Total Croatia News, papa Francesco starebbe per nominare un amministratore apostolico. Padre Lombardi, ancora in veste direttore della Sala Stampa vaticana, interrogato in merito da alcuni giornalisti il 4 luglio scorso, ha lasciato intendere che «sebbene non sia stata ancora presa alcuna decisione», questa ipotesi è seriamente valutata. 

Le attività pastorali inerenti la parrocchia resterebbero sotto la responsabilità dei francescani conventuali, da sempre aperti all’evento, ma la chiesa di San Giacomo potrebbe essere contestualmente eretta a Santuario, così che il culto mariano e l’accoglienza dei pellegrini verrebbero disciplinati direttamente dalla Sede apostolica e non più dalla diocesi di Mostar, il cui vescovo è notoriamente ostile alle apparizioni. Questa differenza di valutazioni fra i frati e l’ordinario diocesano rispecchiano una contrapposizione che nel tempo si è accentuata nella Chiesa intera, a ogni livello, fra chi da sempre guarda con sospetto a queste apparizioni considerate eccezionalmente lunghe e chi, invece, ritiene che in un’epoca svuotata dalla fede siano da ritenersi provvidenziali e pertanto autentiche. 

La nomina di un amministratore sarebbe un tentativo, a nostro avviso efficace, di sopire polemiche che sono sempre inutili e ricondurre il fenomeno e il culto collegato al discernimento e alle disposizioni di colui che nella Chiesa è super partes.  Resta inteso che, quali che siano gli sviluppi, siamo lontani da un pronunciamento definitivo dell’autorità della Chiesa perché il fenomeno è ancora in corso, benché si sia già, meno di un mese fa, celebrato il 35° anniversario.

Era, infatti, il 25 giugno 1981 quando la Vergine si rivolse per la prima volta a sei ragazzi di Medjugorje. In questi anni molte cose sono cambiate, la Jugoslavia è sparita dal mappamondo, ma in quel luogo dell’attuale Bosnia Erzegovina, a detta degli stessi sei veggenti, la Gospa, Madonna in croato, continua ad apparire! E per la data dell’anniversario, anche quest’anno, gente di ogni nazionalità si è riversata a Medjugorje per pregare la Regina nella Pace. Queste ultime due informazioni – la Madonna appare e la gente risponde – se non costituiscono certamente una novità, rappresentano, almeno per me, la notizia che immancabilmente mi intriga e  mi commuove.

Certo è che, se come ha detto Gesù, un albero lo si valuta da ciò che produce, questo evento sembrerebbe accompagnato da una messe inesauribile di frutti buoni. In tutti questi anni. Infatti, non sono mai mancate, e da tutto il mondo, le testimonianze di grazie, guarigioni fisiche e spirituali che hanno coinvolto persone di ogni lingua ed età, compresi cinesi e aborigeni australiani.

Anche nell’occasione del «trentacinquesimo» sono venute alla ribalta nuove storie, belle da raccontare come quelle che il giornalista Gerolamo Fazzini ha raccolto nel volume La mia vita è cambiata a Medjugorje. I pellegrini si raccontano (Ares, pp. 264, euro14). Il libro dà voce a testimoni famosi e no, accomunati da aver vissuto a Medjugorje un’esperienza che ha segnato la loro vita in modo indelebile. Fra i volti noti c’è anche il batterista Tullio De Piscopo, che ha sconfitto il tumore, ma è toccante anche la testimonianza di Eliseo Rusconi, il primo operatore turistico a organizzare, a seguito della sua personale conversione, i pellegrinaggi a Medjugorje. Il volume è impreziosito da un saggio del vaticanista Saverio Gaeta che aggiorna sul giudizio della Chiesa e della scienza e da un identikit del pellegrino italiano, il primo del genere, tratteggiato da Luca Pesenti, sociologo dell’Università Cattolica. Conclusioni: a Medjugorje, almeno per il campione analizzato, si raduna un popolo molto variegato, ma di gente che cerca una esperienza di fede profonda, non avvezza al sensazionalismo, che trova nella preghiera una risorsa efficace e che in genere torna dal pellegrinaggio con una maggiore attenzione alla vita sacramentale.

Spizzicando fra le pagine del libro si rimane coinvolti soprattutto dalla freschezza delle testimonianze. Per darne prova ai lettori si anticipano qui alcuni stralci dai racconti di conversione del dott. Giorgio Calabrese, dietologo di riferimento del piccolo schermo e anche per la Juventus campione d’Italia, e di Massimo Rigoni, dentista affermato che, partito per caso alla volta di Medjugorje, ha finito per farsi prete.

Giorgio Calabrese. «Medjugorje fa bene alla salute». È il parere del presidente del Comitato di Sicurezza alimentare del Ministero della Salute. Docente universitario di Nutrizione, dietologo della Juventus e volto noto anche in Tv, il prof. Calabrese si è recato dalla Madonna dei Balcani nel 2003 con sua moglie, per il 25° di matrimonio: «Volevo festeggiare con un viaggio all’estero. Caterina mi accontentò, iscrivendoci a un pellegrinaggio a Medjugorje». La sistemazione non era la stessa di un paradiso tropicale – «L’albergo offriva servizi minimali. Alle 22 a letto e alle 6 già in piedi per pregare» – ma il contesto pur sempre di Paradiso parlava, specialmente durante l’adorazione eucaristica in parrocchia: «Un momento in cui senti la presenza di Dio, ti confronti davanti a Gesù vivo, sotto lo sguardo di Maria». Ma anche le persone che ha incontrato, gli destarono emozione: «Vedere gente che portava gli ammalati in barella sulle cime del Podbrdo e del Krizevac [le alture dove la Madonna è apparsa], pregando il Rosario e la Via Crucis, è una testimonianza di solidarietà indimenticabile». 

Avvenne anche un incontro inatteso: «Nella folla si manifestò qualcuno che gridava in modo disumano», ma nella preghiera ritornò la pace, a riprova che «se la Madonna combatte il Male nelle sue manifestazioni esteriori tanto più lo farà quando non lo si vede». Dopo quel primo viaggio per Giorgio e Caterina Medjugorje è diventata una meta fissa, ma anche la vita di ogni giorno è scandita ora da quella confidenza appresa in Erzegovina: «Io e mia moglie crediamo molto nella Madonna e il Rosario non può più mancare nella nostra giornata».

Massimo Rigoni. «Sono andato a Medjugorje nel giugno 1991, per il X anniversario delle apparizioni con mio fratello Roberto». Lecchese, di 51 anni, il dentista Rigoni è don Massimo dal 2004. La mamma gli aveva offerto quel viaggio per porre il matrimonio del fratello «sotto la protezione della Vergine», ma lui partì solo per accondiscendenza e curiosità. «Non ho visto o sperimentato nulla di straordinario: i “segni” di cui a volte si parla come “il sole che gira”». Però, nonostante la gran folla di pellegrini, «eravamo tutti pervasi da un clima di pace e di silenzio mai vissuti prima», che culminò «senza dubbio nella Messa sul monte Kri?evac».

Tornato in Italia riprese la vita di sempre: «A 27 anni ero molto superficiale. Avevo aperto uno studio privato e il lavoro mi permetteva di scappare e rifugiarmi nel piacere, nello sport, nella vita materialistica».  Guadagnava bei soldi il dentista e se li godeva all’insegna di donne e motori, ma «tutto questo non bastava… Mi mancava, e non lo sapevo ancora, la realtà più necessaria: una vera amicizia con Gesù». Due anni dopo, nel 1993, ritornando a Medjugorje, avviene l’incontro con suor Elvira Petrozzi, fondatrice della Comunità Cenacolo di recupero per tossicodipendenti: «Parlava di Gesù e del suo amore con una vitalità inimmaginabile. Davvero non avevo mai sperimentato una fede così viva come quella che brillava negli occhi e nel sorriso di Elvira e dei ragazzi che raccontavano la loro risurrezione». Risultato: «Compresi che anch’io ero un povero, un vero “tossico”, pieno di falsità e paure, con la tristezza e la solitudine nel cuore».

Rigoni nota che i ragazzi della Comunità hanno i denti ammalorati, decide allora di regalare dei macchinari odontoiatrici molto costosi. Si ripresenta con questo dono prezioso, aspettandosi un grazie… ma suor Elvira è spiazzante, al punto che Massimo lascerà la vita passata per seguirla: «Mi guardò profondamente, sembrava che mi leggesse dentro, e mi disse: “E tu chi sei?”. Ero imbarazzato ma d’istinto replicai: “Io sono il dentista!”. Lei, per tutta risposta: “Non ti ho chiesto che cosa fai, ti ho chiesto chi sei». Adesso lui sa: «Mi chiamo Massimo Rigoni, sono sacerdote e quando serve curo i denti gratis».

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