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LA BATTAGLIA DEGLI EVANS

Alfie ancora nelle mani dei giudici: ora servono medici coraggiosi

Dopo essere stati convocati dall'ospedale per un possibile trasferimento all'estero di Alfie, i suoi genitori sono in attesa del verdetto del giudice, interpellato a loro insaputa. Ieri due ospedali italiani si sono fatti avanti, ma quello che serve è un medico disposto a dichiarare che il suo cervello è funzionale, come dimostra il video in cui Alfie risponde ai comandi del papà.

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Vita e bioetica 07_04_2018

Dopo che giovedì pomeriggio sono stati convocati dall’Alder Hey Hospital di Liverpool per un possibile trasferimento di Alfie, ricoverato da oltre 15 mesi, i suoi genitori, Thomas e Kate, sono ancora in attesa del verdetto del giudice dell’Alta Corte di Londra, Anthony Hayden. Lo stesso che lo scorso febbraio ha dato ragione all’ospedale sostenendo che il piccolo doveva morire perché «ha bisogno di pace», mentre l’avvocato dell’Alder Hey Hospital, Michael Mylonas, aveva chiarito che la vita di Alfie così «non ha senso». 

Infatti, dopo che Steven Woolfe, membro del parlamento europeo, verso le 16 aveva dichiarato che «l’ospedale è disposto a rivedere non solo la cura di Alfie e se è in grado di viaggiare in Italia, ma anche se esistono aerei in grado di trasportarlo e anche se l’ospedale in Italia è in grado di accoglierlo», alle 21 circa la madre del bambino, Kate, ha denunciato disgustata l’Alder Hey. Kate ha spiegato quello che era successo veramente, ossia che l’ospedale, senza comunicare nulla alla famiglia si era invece rivolto di nuovo al giudice Hayden, probabilmente per chiedere, come accadde a Charlie Gard, una misura coercitiva sullo stop della ventilazione a cui Thomas e Kate non vogliono acconsentire in nessun modo.

Nell’attesa di un responso, la famiglia ha ottenuto dal Besta di Milano la disponibilità a dare un parere sullo stato del bambino, mentre il Bambin Gesù di Roma ha ribadito che è pronto ad accoglierlo. Iniziative lodevoli, certo, anche se il punto non è né quello di dimostrare che il bimbo può essere accudito fino a morte naturale, dato che per i giudici e i medici inglesi chi non può migliorare da una certa "qualità di vita" deve essere eliminato prima, né quello di fare una nuova valutazione medica.

Anche perché per fare una analisi seria non bastano i dati già disponibili su Alfie, ma occorrerebbe sottoporlo ad esami più approfonditi, che fino ad ora sono stati negati alla famiglia, per trovare la causa della sua malattia e tentare una cura. E soprattutto perché queste malattie sono così rare e quindi imprevedibili da lasciare un ampio margine di discrezionalità alle prognosi. Basti pensare che secondo i medici dell'Alder Hey il piccolo sarebbe dovuto morire 15 mesi fa e che quando Alfie ebbe una crisi assicurarono ai genitori che sarebbe morto in quattro ore circa, mentre privato della ventilazione cominciò a respirare da solo (a quel punto, in mancanza di una sentenza, i medici furono costretti a ventilarlo di nuovo). 

Cosa serve dunque ad Alfie ora? Serve un ospedale disponibile a spendersi per trovare la causa della malattia, per provare a curare il piccolo e, nel caso sia necessario accompagnarlo fino a quando Dio vorrà. Serve un medico che abbia il coraggio di dire che il piccolo ce la può fare. Anche perché, come dimostrano i video, Alfie ha la stazza di un leone. Combatte da mesi per svegliarsi, pur drogato di farmaci (come è stato ammesso anche dal tribunale, l’antiepilettico con effetto sedante somministrato al bimbo è in dosi sproporzionate all’età e al peso).

I video dei giorni scorsi mostrano Thomas mentre gli dice più volte «muovi la spalla» e il piccolo ogni volta la muove (GUARDA I VIDEO!). Allo stesso modo quando il padre gli chiede di muovere i muscoli della pancia e di respirare Alfie risponde al comando. Ma perché nessun medico ha gridato che il bambino è vivo e vegeto e che il suo cervello non è quello di un vegetale? Com’è possibile che per gli "esperti" di ospedali e tribunali valga più la loro teoria della realtà? Come? Non c’è nessuno che abbia il coraggio di usare come prova l'evidenza, invece che presentare all'ospedale e ai giudici complicate analisi? Ce lo auguriamo davvero, perché il tempo si fa breve. E perché se per difendere la propria carriera nessuno rischia per salvare la vita di un paziente, significa che la medicina è stata tradita.

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