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L'ANTIDOTO

CACCIA ALLE STREGHE

La famosa antropologa Margaret Murray lanciò l’idea che dietro la «caccia alle streghe» (dal Rinascimento fino a oltre la meta del Settecento) vi fosse in realtà «un movimento religioso medievale». Ma oggi gli studiosi ritengono la sua tesi superficiale e disonesta.

L'antidoto 23_07_2011
Caccia alle streghe
La famosa antropologa Margaret Murray (1863-1963) lanciò l’idea che dietro la «caccia alle streghe» (dall’epoca rinascimentale fino a oltre la meta del Settecento) vi fosse in realtà «un movimento religioso medievale diffuso e nascosto, basato sui culti di fertilità precristiani, le cui pratiche assomigliavano a quelle imputate alle “streghe” (…). L’opera della Murray un tempo era molto in voga –e lei scrisse addirittura la sezione sulla stregoneria di molte edizioni dell’Enciclopedia Britannica. Tuttavia, gli studiosi più rispettabili oggi concordano con Norman Cohn sul fatto che la conoscenza della Murray era, nelle migliore delle ipotesi, “superficiale e la sua padronanza del metodo storico inesistente” (I demoni dentro. Le origini del sabba e la grande caccia alle streghe. 1994. ndr).

Anzi, la disonestà dell’autrice nell’estrarre citazioni dalle confessioni, con modalità evidentemente tese a fuorviare i lettori omettendo le parti che non avvaloravano la sua tesi, è stata pienamente denunciata, e la sua opera ormai è considerata priva di valore (…). Vale la pena di ricordare che la Murray interpretò la morte di Giovanna d’Arco come un vero sacrificio rituale, finalizzato alla richiesta di un buon raccolto, e che alla fine sostenne che da Guglielmo il Conquistatore in poi, per i quattro secoli successivi, ogni re d’Inghilterra era stato in segreto sacerdote di questo culto delle “streghe”». Cfr. Rodney Stark, A gloria di Dio (Lindau, 2011), pp. 278-279. L’autore si chiede anche: «Qualora una cosa simile fosse esistita davvero, come avrebbe fatto a passare inosservata per più di un migliaio di anni?» (ib.)