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TERREMOTO EDITORIA

Cairo perde la causa con Blackstone. Ora dovrà cedere il Corriere?

Non si tratta solo di una vicenda immobiliare. I suoi effetti potrebbero scatenare un terremoto nel mondo dell’editoria e in particolare sulla proprietà del quotidiano più importante d’Italia. Il Corriere della Sera, infatti, potrebbe cambiare assetti proprietari. Ecco come e perché.

Attualità 17_05_2021

Non si tratta solo di una vicenda immobiliare. I suoi effetti potrebbero scatenare un terremoto nel mondo dell’editoria e in particolare sulla proprietà del quotidiano più importante d’Italia. Il Corriere della Sera, infatti, potrebbe cambiare assetti proprietari e Urbano Cairo potrebbe non essere più il dominus, alla luce del responso del collegio della Camera arbitrale di Milano in merito agli immobili di via San Marco e via Solferino, a Milano, di proprietà della casa editrice Rcs.

Dopo due anni dall’avvio del lodo arbitrale, in seguito al ricorso presentato da Rcs Mediagroup, relativo alla cessione avvenuta nel 2013 a favore del fondo d'investimento Usa Blackstone, il collegio della Camera arbitrale ha sancito la regolarità dell'impianto dell'operazione di dismissione, all'epoca approvata all'unanimità dal cda del gruppo di via Rizzoli - l'offerta di Blackstone era stata giudicata nell'ottobre e nel dicembre del 2013 quella economicamente più vantaggiosa - e completata dopo un lungo processo di selezione delle offerte gestito dall'advisor Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo) che aveva visto inizialmente prendere parte all'asta ben 31 soggetti interessati. Una sconfitta per Urbano Cairo e per il gruppo Rcs.

Nessuna irregolarità, dunque, nel contratto che nel 2013 aveva portato alla vendita della sede del Corriere della Sera di via Solferino a Blackstone. “Non è dato ravvisare nel comportamento di Blackstone (e, per essa, di Kryalos) nulla che appaia indiscutibilmente contrario ai doveri di correttezza e buona fede”, si legge nella sentenza. Secondo gli arbitri, “la parte acquirente ha legittimamente cercato di conseguire le condizioni per essa più vantaggiose, senza che sia emersa la prova di alcuna indebita pressione operata sulla controparte”.

Cairo aveva avanzato richieste risarcitorie nei confronti del colosso americano del settore real estate che, nel 2018, aveva definito la vendita di quei palazzi al gruppo assicurativo Allianz, che aveva offerto 250 milioni, più del doppio di quanto sborsato da Blackstone nel 2013 (120 milioni). Rcs aveva chiesto il risarcimento del danno quantificato nella differenza di valore tra il prezzo d'acquisto del fondo, 120 milioni, e il valore che, per la casa editrice, aveva realmente il blocco immobiliare oggetto della cessione, ovvero circa 250 milioni. Cairo e Rcs avevano quindi mosso a Blackstone l’accusa di aver approfittato della situazione di Rcs costringendo quest’ultima a svendere.

Una tesi che non è stata giudicata corretta da parte del collegio arbitrale. La decisione del collegio arbitrale mette una pietra sull'intera vicenda che aveva portato Urbano Cairo, proprietario di Rcs dall'agosto del 2016, a gridare all'usura da parte del fondo real estate americano. La conclusione del lodo arbitrale può aprire adesso nuovi scenari sul futuro assetto proprietario della casa editrice. Rumors mai confermati accennano a un interesse molto forte da parte di nuovi investitori come Leonardo Del Vecchio e la famiglia Pesenti, già storica azionista del gruppo ai tempi del salotto buono. Sembra che questa novità giudiziale possa disegnare nuovi scenari rispetto a quelli che si erano creati nel 2016. Sembra un po’ la rivincita dei vecchi poteri rispetto a Urbano Cairo, percepito come un outsider. Va ricordato che si tratta anche dell’editore de La7, che negli ultimi due anni si è assai appiattita sulla difesa dell’asse giallo-rosso e della figura di Giuseppe Conte. Tutto ciò prelude, quindi, a un rimescolamento di carte nell’intero ecosistema mediatico? Presto per dirlo, ma certamente l’era draghiana potrebbe determinare, oltre che uno scombussolamento degli attuali schieramenti politici, anche un riassestamento nei mobili equilibri del mondo dei media.

Rcs, per ora, si ritiene solo danneggiata dalle conclusioni del lodo arbitrale e preannuncia di passare al contrattacco: “La società, fermo restando che non condivide il giudizio dei due arbitri e che si riserva ogni valutazione e ogni diritto, sottolinea che anche dalle motivazioni del lodo non emerge alcuna scorrettezza o mala fede di Rcs, che viceversa ha agito per la doverosa tutela del patrimonio sociale, leso dal significativo differenziale di valore con cui nel 2013 è stato venduto l’immobile”, si legge nel comunicato diramato in serata dalla casa editrice milanese. 

L’intera vicenda, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, avrebbe però causato parecchi attriti all’interno del gruppo editoriale e anche con i vertici di Intesa Sanpaolo (banca che è la principale creditrice del gruppo), tanto che lo stesso Cairo potrebbe lasciare Rcs o quantomeno cercare un nuovo compratore.
Potrebbe esserci addirittura il colpo di scena che Blackstone acquisisca la Rcs o che comunque possa indurre Cairo a mettere in vendita la società. Nelle prossime settimane le nubi si diraderanno e lo scenario sarà decisamente più nitido.