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COP24

Cambiamenti climatici, un antidoto al catastrofismo

«Ultima chiamata per salvare il pianeta»; «Solo 12 anni per invertire la tendenza»; «è ormai troppo tardi». Il bombardamento propagandistico di questi giorni preludeva alla Conferenza sul clima apertasi ieri a Katowice (Polonia). Ma un libro scritto da alcuni scienziati italiani smonta la teoria del riscaldamento globale antropogenico.
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Creato 04_12_2018
Apertura della Cop24 a Katowice

E anche quest’anno è l’ultima chiamata per salvare il pianeta. È ormai un copione scontato quello che si recita a ogni Conferenza annuale sul clima sotto l’egida dell’Onu, e l’appuntamento di quest’anno a Katowice, in Polonia, apertosi ieri, non fa eccezione. Basta dare un’occhiata ai giornali e ai notiziari di questi giorni, pieni di allarmi e rapporti che raccontano di un mondo in agonia a causa del riscaldamento globale provocato dall’uomo; e di date limite per evitare la catastrofe finale che, come succede per la fine del mondo prevista dai Testimoni di Geova, si sposta sempre un po’ più in là.

Quella di Katowice è la Cop24, ovvero la 24esima Conferenza delle parti che hanno aderito alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) entrata in vigore nel 1994. Al centro dell’incontro, che durerà due settimane, è la verifica degli accordi di Parigi (2015), che prevedono l’impegno a mettere in atto politiche per contenere entro la fine del secolo l’aumento delle temperature entro i 2°C (meglio se 1.5) rispetto ai livelli pre-industriali (da allora, quindi in 200 anni circa, c’è stato un aumento di 0.9°C).

Quest’anno i dati più gettonati riguardano la previsione che la soglia psicologica degli 1.5°C possa essere superata già tra il 2030 e il 2050, e l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera arrivata alla cifra record di 405.5 ppm (parti per milione), livello mai raggiunto – dicono – negli ultimi 3-5 milioni di anni.

Le previsioni di catastrofi si accompagnano inevitabilmente alle lamentele e alle pressioni sui politici, incapaci di prendere decisioni drastiche adeguate alla minaccia che incombe sull’umanità. E ti credo, le misure politiche ed economiche richieste per “fermare il clima” sono draconiane: stop alle emissioni di CO2 da subito per poter arrivare a emissioni 0 nel 2050; riconversione urgente delle fonti di energia che devono essere tutte rinnovabili nel giro di venti anni; la riscoperta del legno come materiale di costruzione (e le foreste?), e così via. Chi è quel politico sano di mente che investirebbe buona parte del bilancio statale per riportare il suo popolo all’epoca precedente la Rivoluzione industriale (perché di questo si tratta)? Oltretutto in base a teorie scientifiche ancora tutte da dimostrare malgrado si voglia far credere il contrario.

E allora in questi giorni in cui saremo avvelenati e angosciati da previsioni catastrofiche che colpevolizzano i singoli cittadini, può valere la pena assumere un antidoto: un libro scritto da un gruppo di scienziati italiani che già da tempo si oppongono a questa isteria collettiva riguardo il clima, e invitano tutti a usare la ragione. Il libro è uscito proprio in questi giorni e si intitola “Clima, basta catastrofismi”, editrice 21mo Secolo. Riprendo qualche pillola, solo per aiutare il processo di disintossicazione da previsioni catastrofiche.

Cominciamo dall’anidride carbonica, la famigerata CO2: oggi la concentrazione nell’atmosfera è appena sopra le 400 parti per milione (ppm), prima della rivoluzione industriale era circa 300. L’aumento in questi anni è stato perciò di 100 ppm, che si vorrebbe tutti imputati alle attività umane. Ma mentre la concentrazione di CO2  è aumentata in modo lineare, il grande salto nell’uso dei combustibili fossili avviene dopo la Seconda guerra mondiale, e la temperatura ha avuto molti alti e bassi. Basti ricordare che negli anni ’70 gli allarmi sul clima riguardavano una prossima era glaciale e non il riscaldamento. Rimanendo però alla concentrazione, davvero queste 400 ppm sono tantissime? E lo scarto di 100ppm dall’inizio della Rivoluzione industriale? Riporto questo paragone: «Il tinello di casa vostra sarà 100 metri cubi, cioè 100 mila litri: 100 ppm fanno 10 litri. Ma 10 litri di gas alle ordinarie condizioni di pressioni e temperatura consistono in meno di una mezza mole di gas. Nel caso della CO2 mezza mole di carbonio significa sei grammi di carbonio, che è il carbonio contenuto in una candelina da torta di compleanno.

Riassumiamo: tutte le attività dell’intera umanità degli ultimi 160 anni hanno comportatop nel tinello di casa vostra un aumento di CO2 pari a quello che si ottiene bruciando una candelina. Questa è la consistenza del fenomeno di cui tanto si parla….».

Aggiungiamo qualche altro dato: non è vero che a causa del riscaldamento globale sono aumentati gli eventi estremi (uragani, precipitazioni violente, ecc.); «non bisogna confondere l’inquinamento con il riscaldamento globale»; non è vero che il 97% degli scienziati di clima condivide l’attribuzione all’uomo della causa del riscaldamento globale registrato dal 1850 ad oggi; la storia del clima ci dice che ci sono stati altri periodi di riscaldamento, come ad esempio durante l’Impero romano e nel Medioevo; che guarda caso gli scienziati chiamano “optimum” «perché favorevoli alla vita umana e all’agricoltura; «la previsione del clima futuro tramite l’applicazione di modelli matematici di tipo GCM non è tuttora praticabile con livelli di accuratezza sufficiente a giustificare scelte operative».

C’è ovviamente molto di più, ma ci sarà tempo in queste due settimane di leggere altre pagine di questo volume, per evitare l’avvelenamento da catastrofismo.