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Regno Unito

Carceri, no alla «segregazione binaria»

Alcune organizzazioni pro-trans si lamentano che vi sarebbe detenute che denunciano soprusi da parte di detenuti trans maschili e rifiutano la «segregazione binaria», ossia la divisione delle carceri in base al sesso.

Gender Watch 14_02_2021

Mermaids, Stonewall, Be: North, CliniQ, Consortium, Galop, Gendered Intelligence, GIRES  e Sparkle sono alcune organizzazioni inglesi che si battono per le rivendicazioni delle persone transessuali. Sotto la loro lente di ingrandimento sono finite, tra le altre cose, anche le condizioni dei trans nelle carceri. Ad esempio queste organizzazioni si lamentano che alcune detenute vogliano denunciare soprusi da parte di detenuti trans maschili, quando questi ultimi sono reclusi nei medesimi spazi dove sono recluse le detenute donne. Questi sarebbero comportamenti propri di un «femminismo carcerario» e di un  «femminismo transesclusivo» da condannare.

Inoltre sono contrari alla cosiddetta segregazione binaria, ossia i detenuti maschi scontano la loro pena in spazi diversi da quelli dove sono recluse le detenute donne.

Infine sono favorevoli a corsi di rieducazione  obbligatoria per i «transfobici».

Vi è da sperare che tali rivendicazioni sempre più bizzarre ad un certo momento provochino nel popolino un rigetto quasi epidermico, esasperino gli animi di tutti a tal punto da portare la coscienza collettiva a gridare in coro: «Adesso basta! Avete esagerato!».