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EDITORIALE

Cicchitto predica, i cattolici tacciono

Le critiche dell'esponente Pdl alle parole del Papa a Lampedusa, esprimono una posizione culturale inaccettabile, ma che è comune anche a tanti cattolici in politica: la riduzione della fede a fatto privato. Ma è anche il segno di un cambiamento del Pdl.

Editoriali 12_07_2013
Fabrizio Cicchitto

“Un conto è la predicazione religiosa, altro conto è però la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile (…). Di conseguenza, anche in questa circostanza, va affermata una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa”. Queste parole dell’esponente del Pdl Fabrizio Cicchitto, riferite al viaggio di papa Francesco a Lampedusa e al fenomeno dell’immigrazione, sono in questi giorni al centro delle polemiche, anche da parte di chi ha osannato il Papa in maniera ipocrita.

In effetti Cicchitto, così come tanti esponenti dei diversi schieramenti, si è mostrato più preoccupato di difendere una scelta politica piuttosto che sforzarsi di capire cosa abbia detto e fatto il Papa, il quale peraltro non ha parlato di politiche migratorie né si è riferito all’Italia. Ma i nostri esponenti politici come sempre brillano per il loro provincialismo, che li porta a ridurre qualsiasi cosa accada nel mondo a meri interessi di bottega. Cicchitto, ovviamente, non fa eccezione.

Però quelle parole meritano un’attenzione particolare perché esprimono una posizione culturale – inaccettabile – ma molto diffusa anche in campo cattolico. Non è forse la stessa posizione di chi dice “io vivo la mia fede, ma in quanto rappresentante dello Stato devo pensare a tutti”, vale a dire la posizione classica del “cattolico adulto”? Ovvero, la religione ridotta a fatto privato, “Dio se c’è, non c’entra”: non c’entra con le scelte concrete della vita, da quelle personali fino alla politica. Così la necessaria distinzione tra Stato e Chiesa diventa una separazione netta, due mondi paralleli che neanche comunicano tra di loro.

Questa è però la negazione dell’Incarnazione, del cristianesimo come avvenimento che prende tutta la vita. L’incontro con Cristo, la fede, non offre soluzioni politiche precise, ma dona uno sguardo nuovo con cui guardare tutte le cose. E’ giudicare tutti i fatti della vita mettendosi nella prospettiva di Dio, come li guarda Dio. Tutti i fatti, non solo le inclinazioni “spirituali”. Nella fattispecie, a Lampedusa, il papa ci ha mostrato proprio questo sguardo di Dio, ovvero l’attenzione al bisogno dell’uomo, l’ascolto “del povero che lo invoca”, dove la povertà non è riducibile a una condizione economica. Per venire incontro a queste sofferenze, per limitarle, ci possono essere anche diverse e legittime soluzioni politiche e giuridiche, ma qualsiasi strada si tenti è l’uomo e il suo bisogno che va messo al centro dell’iniziativa. E questa centralità dell’uomo è frutto della civiltà cristiana. Basta guardare fuori dall’Occidente cristiano il (non) valore che si dà all’uomo per capire questa affermazione. Non a caso la disumanità del nostro mondo cresce con il progredire della secolarizzazione.

La posizione di Cicchitto è perciò antistorica e irragionevole, frutto di un laicismo che sta portando l’Europa, non solo l’Italia, verso il suicidio. Ma, come dicevamo, questa è anche la posizione di tanti cattolici, soprattutto in politica, per cui il cristianesimo è al massimo una spolverata di etica su scelte e iniziative che però prescindono totalmente dall’esperienza cristiana. E’ il motivo per cui i diversi cattolici in Parlamento e al governo non hanno nulla da dire su quanto sta avvenendo per leggi contro l’omofobia e a favore delle unioni gay (e su questo ci torneremo). E nemmeno hanno nulla da dire sulle affermazioni di Cicchitto.

Non si tratta semplicemente di difendere il Papa da accuse gratuite, ma di difendere la propria posizione in politica. Se non si reagisce neanche quando si mette in discussione la propria identità, vuol dire che quella identità o non c’è o si è smarrita.

E qui c’è un’ultima questione che lascia perplessi: dalle fila del Pdl non una sola voce si è alzata almeno per “correggere” Cicchitto. Né il segretario Angelino Alfano né altri leader né i cattolici che si sono candidati nel Pdl perché qui c’era spazio per una proposta politica in linea con la Dottrina sociale della Chiesa. A questo punto le cose sono due: o questo spazio non c’è più o in fondo della Dottrina sociale della Chiesa interessa poco. O magari tutte e due le cose insieme.
Si attende risposta.