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NUOVI PROBLEMI

Cimiteri sovrappopolati, le soluzioni impazzano

Dalle ceneri usate come proiettili alla liofilizzazione a uso delle barriere coralline. L'incertezza sul "dopo la morte" coinvolge anche i corpi.

Attualità 19_08_2011
cimitero

I grandi cimiteri sotto la luna ormai dobbiamo scordarceli. Il solito Sartori, che ogni ferragosto ci rammenta che siamo troppi, dovrebbe preoccuparsi invece del caro estinto. Ci sono megalopoli, come Londra, che non sanno più dove mettere i morti. E meno male che la vita (pardon, la vecchiaia) si è allungata, dandoci un po’ di tempo per riflettere. Dice il «New Scientist» che a Londra, appunto, hanno cominciato a cavar di tomba quelli morti da più di un secolo e metterli in una fossa comune, per far posto alle new entry.

Ma, come facilmente si intuisce, così il problema è solo rimandato, soprattutto tenendo conto dell'aumento della popolazione mondiale. Lo spazio, dite? Ci ha già pensato Gene Roddenberry, l’ideatore della saga di Star Trek: messo in una capsula e sparato nel sistema solare. Presumibilmente resterà attratto dalla massa gravitazionale e in orbita avremo un ulteriore satellite. Ma non tutti possono permetterselo. E poi, immaginate una nuova Fascia di Asteroidi costituita da bare?

Che il problema sia serio lo dimostra anche quel signore italiano che impazza su YouTube: in autostrada con una bara sull’auto; chissà dove la porta. La cremazione? Inquina da (è il caso di dirlo) morire. E riproporrebbe l’antica questione del nucleare, viste le esorbitanti quantità di energia che richiede. I soliti americani hanno pensato di liofilizzare il de cuius, poi chiudere il ricavato in una palla di cemento e inabissare il tutto nella barriera corallina, creando così un nuovo habitat per i microorganismi e le madrepore. Molto ecologicamente corretto, certo, ma cozza con l’atavico desiderio di andare a trovare il morto: ce li vedete i parenti con la tuta da sommozzatore? In effetti, sarebbe un bel business e tanti nuovi posti di lavoro. Ma chi li sente gli ecologisti? Infatti, avremmo i fondali affollati e un 2 novembre con le bolle.

Sempre dagli States viene l’ultima trovata: comprimere le ceneri dell’estinto e farne proiettili da fucile. In tal modo il picchetto d’onore non sarebbe più riservato ai soli militari: una scarica in onore del nonno e la bandiera ripiegata alla vedova. Oppure, lo spari addosso al ladro notturno, così che anche i defunti contribuiscano alla salvaguardia della proprietà. Peccato che solo negli Usa ci sia libertà di porto d’armi.

La pensata meno ridicola viene, anch’essa, dall’America, paese che, con tutto lo spazio che si ritrova, dovrebbe avere altro a cui pensare. Comunque, eccola qua: un bara di cartone sepolta in poca terra. Così si agevola la decomposizione e fai presto, poiché polvere eri e polvere ritorni. Con gran vantaggio per l’ambiente e il suo ciclo riproduttivo. Tra l’altro, la bara di cartone costa meno di una in palissandro. In effetti, ci avevano già pensato i musulmani, che fanno a meno pure della bara (usano un semplice lenzuolo). Il pensiero però corre ai soliti napoletani. Già hanno fatto sapere al governo che, crisi o non crisi, San Gennaro non si tocca. Eh, quello squaglia il sangue il 19 settembre, non lo puoi mica accorpare alla domenica successiva. E figuriamoci i funerali, la carrozza rococò con la pariglia di cavalli neri impennacchiati, il vetturino in frac e tuba, la banda in testa.

Rinunciare al mausoleo di famiglia? E dove li andiamo a mettere i ceri, i fiori, le corone, le gramaglie e le lacrime? Già Napoleone fece infuriare il Foscolo, che pure era suo estimatore, quando impose la direttiva giacobina sui cimiteri: fuori dalla città, per motivi “igienici”. Dopo secoli che la gente si faceva seppellire in chiesa o, tutt’al più, nel church yard, cioè dietro la stessa. Quando non nella fattoria, così che lo spazio dei vivi e dei morti fosse contiguo. E la memoria non venisse mai meno. Eggià: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Altro che barriera corallina o salve di fucileria.

Proposta: perché non tornare all’antico? Non sono pochi, infatti, quelli che possiedono un giardino. Costoro potrebbero utilmente seppellirvi i propri cari, lasciando posto al cimitero per chi il giardino non ce l’ha. Sarebbe un primo passo. Poi, si sa, da cosa nasce cosa.