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LA FRASE CHOC DELLA SENATRICE

Cirinnà, che brutta vita senza la coerenza

Quando si dice coerenza. La signora Cirinnà, con l’accento sulla “a”, ne ha da vendere; e deve averne venduta talmente tanta di coerenza da essere rimasta a secco. Dio, patria e famiglia? Gli stessi capisaldi a cui si è appellata quando le conveniva. 

Editoriali 11_03_2019
Il cartello che ha esposto al Cirinnà

Quando si dice coerenza. La signora Cirinnà, con l’accento sulla “a”, ne ha da vendere; e deve averne venduta talmente tanta di coerenza da essere rimasta a secco. 

Ieri al corteo femminista di Roma, molto rappresentativo delle donne italiane, visto che erano ben in 400, c’era anche la senatrice Monica Cirinnà, tutta contenta di esibire il suo bel cartello con la scritta “Dio-Patria-Famiglia: che vita de merda” (vedere qui).

Dunque, la senatrice piddina, capace di tanto francesismo, qualche problemino di coerenza in effetti deve averlo. 

In Dio lei potrà anche non crederci, o crederci part-time, però dovrebbe ricordare di aver vissuto con il suo Esterino Montino, stando a un articolo del Fatto Quotidiano del 23 giugno 2010, in un appartamento di 110 metri quadri vicino a Piazza Navona di proprietà di Propaganda Fide. A 360 euro al mese. Un po’ di riconoscenza per il Padrone di casa, no? E magari anche un po’ di rispetto verso la fede dei propri genitori e delle suore che l’hanno sopportata nella sua fanciullezza, nonché di milioni di italiani che dice di rappresentare, che in Dio ci credono e non ritengono affatto che la vita con Dio sia una m... 

Che dire della famiglia? Ci è nata, ci è cresciuta. L’ha mantenuta per un bel po’; e i suoi genitori devono essere stati reali e non degli stereotipi, come ama predicare ai quattro venti, visto che da due stereotipi non viene fuori un essere umano.

Tanto schifo poi, la Patria, alla Cirinnà non dovrebbe fare, visto che è da una vita che campa con i soldi che la Patria le dà. Ma non vogliamo metterla sempre sul lato pecuniario… La Cirinnà dovrebbe però spiegare come mai, quando doveva difendere la sua legge sulle unioni gay da chi faceva notare che era un tantino anticostituzionale, ostentava la sua fedeltà all’articolo 2 della Costituzione, e adesso con tanta leggerezza offende la Patria, dimenticando l’art. 52: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Tanto difensiva non sembrerebbe l’affermazione che la Patria è uno dei tre ingredienti di una vita dal sapore di letame. 

E questa sarebbe una Senatrice della Repubblica? Una che offende milioni di cittadini che credono in Dio, nonché gli immigrati clandestini che lei e il suo PD dicono di voler accogliere; che deride il sacrificio e la dedizione quotidiani di centinaia di migliaia di genitori per la propria famiglia; che sbeffeggia il sacrificio di milioni di nostri connazionali, che hanno dato la vita, per lo più nel fiore della giovinezza, per difendere la Patria. Se proprio la dedizione alla nostra Patria le dà problemi intestinali, si dimetta la Senatrice ed emigri: vada a mostrare il suo indomito coraggio di femminista per le strade di Kabul o di Giacarta e vediamo di che parere saranno da quelle parti nel leggere certi cartelli...

E i giornaloni che son sempre lì a controllare cosa posta Salvini sulla sua pagina Facebook, pronti ad additarlo come incolto e troglodita, chiederanno alla Cirinnà pubbliche scuse e dimissioni per aver offeso così la maggior parte del nostro popolo?

La piddina Cirinnà, con l’accento sulla “a”, deve avere qualche problema di coerenza anche in altri ambiti. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair (pensa un po’) il 12 aprile dello scorso anno, all’intervistatrice che le chiedeva se appoggiasse la candidatura di Maurizio Martina, la Senatrice rispondeva: “Sì, penso che sia un bene per il PD. Lo dico sapendo che Martina è un uomo, gli chiederemo una Segreteria paritaria”. Ma qualche mese più tardi, il 5 ottobre, a DIRE, dichiarava: “io sostengo Nicola Zingaretti perché lo conosco, perché so come ha lavorato bene in Regione e in Provincia”. Forse Martina non era così d’accordo con una Segreteria equamente divisa tra fiocchi rosa e fiocchi blu? O forse Zingaretti le ha promesso un posto come futuro Ministro per la Famiglia?

Se a Roma la Cirinnà ha sfiorato la bestemmia, a Milano le femministe emancipate, libere e indipendenti l’hanno centrata in pieno. Ovviamente non riproporremo la foto del cartello blasfemo con la scritta “il corpo è mio e non di quel...”; il resto lo lasciamo alla vostra immaginazione; e soprattutto alla vostra preghiera.