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IL CASO

Concerto per embrioni, l'ultima stravaganza musicale

Di certo è stato il concerto con gli ascoltatori più giovani nella storia della musica. Non erano ancora nati. L'ha inventato Emiliano Toso, biellese di 41 anni, biologo presso un centro di ricerche in Piemonte e che divide il suo tempo tra colture in vitro e tastiera del pianoforte. Compone musica per embrioni.

Vita e bioetica 13_01_2016
Il biocompositore Emiliano Toso

Di certo è stato il concerto con gli ascoltatori più giovani che mai si è avuto nella storia della musica. Non erano ancora nati. Si è inventato questo particolarissimo concerto Emiliano Toso, biellese di 41 anni, che di professione fa il biologo presso un centro di ricerche in Piemonte e che divide il suo tempo tra colture in vitro e tastiera del pianoforte. Compone musica per stimolare le cellule verso una sana crescita e per infondere serenità a quella parte di noi chiamata anima che invece non è fatta nemmeno di una cellula. 

Toso sposa una filosofia molto new age o post age, al cui interno c’è un po’ di tutto: l’oriente, l’evoluzionismo, il buddismo, il sincretismo, la gnosi e molto altro.  Il dna della musica di Toso sta nella relazione tra vibrazione ed emozione. «Ognuna delle nostre cellule» – spiega il biocompositore», percepisce tutte queste emozioni e filtra una particolare emozione che si diffonde in tutto il nostro corpo», questo perché «la musica creata diffonde l’emozione percepita dalle mie cellule». Il primo caso di musica cellulare o musica biologica o biomusica, vedete un po’ voi. Toso prosegue spiegando che «ognuno di noi è una cellula che fa parte di un Superorganismo». Insomma siamo tutti parte del tutto e «la musica aiuta la crescita, la collaborazione, lo sviluppo, la consapevolezza del Superorganismo». Una delle molte varianti del Deus sive natura (Dio, ovvero la Natura) di Spinoza: tutti noi siamo parte della sostanza divina.

Nella copertina del suo cd Translational il biologo biellese chiarisce il significato della sua musica: «quando viviamo una particolare emozione, ognuna delle nostre cellule filtra e percepisce vibrazioni che si riflettono sullo stato di tutto il corpo. Ogni giorno queste vibrazioni interagiscono con messaggeri biochimici che orchestrano le nostre attività consce e inconsce. La loro azione non si limita alla sfera personale, ma raggiunge l'espressione di gruppi, comunità e società con dinamiche che si sono sviluppate in milioni di anni per sostenere e aiutare l’essere umano nella propria evoluzione. La traslazione in musica di queste vibrazioni universali può aiutare a comprendere e migliorare lo stato di benessere e di cooperazione a diversi livelli di complessità e di organizzazione: cellula, uomo, umanità...e riavvicinarci alla nostra Anima». In breve, una catarsi liberatoria per fondersi nell’Uno. 

Ma torniamo al concerto per nascituri. Tale evento musicale è stato organizzato presso l’Istituto Marqués di Barcellona che si occupa di fecondazione artificiale. Toso ha installato il pianoforte nel laboratorio dove sono custoditi centinaia di embrioni e si è messo a suonare la sua musica cellulare che all’ascolto è, né più né meno, musica new age molto vicina per sonorità alla musica ambient (ci mancano solo in sottofondo il verso dei gabbiani e il rumore della risacca del mare sulla battigia). L’intento era quello di rendere gli embrioni più preparati al futuro impianto in utero. Forse una marcia funebre sarebbe stata più adatta al luogo, dato che la gran parte degli embrioni uditori era destinata a morte certa. Lo stesso centro Marquès, che crede negli effetti positivi della musica sullo sviluppo sugli embrioni, ha messo a punto una tecnica per diffondere il suono a livello intrauterino una volta che è iniziata la gestazione.

Il compositore cellulare però ha tenuto nel passato anche concerti per ascoltatori più anziani. Ma solo di poco. Infatti a volte si esibisce nel reparto maternità dell’ospedale di Biella ed altre volte invece la direzione dello stesso diffonde la sua musica, studiata apposta per il benessere del nascituro e della gestante, lungo i corridoi del reparto. È vero, vi sono studi che comprovano che il feto, però in fase gestazionale adulta, sente i suoni e reagisce di conseguenza. E dunque l’iniziativa del biocompositore è lodevole. Però, ci venga concesso l’appunto, dato che abbiamo già Mozart, il quale alla prova di test scientifici si è dimostrato assai efficace per il benessere dei nascituri, non andiamo a prendere il signor Toso, con tutto il rispetto per la sua arte. 

In secondo luogo, se ci sta a cuore davvero così tanto il benessere degli embrioni non uccidiamoli con la fecondazione artificiale e invece mettiamoli al mondo secondo quei principi naturali a cui si ispira la musica tosiana, cioè alla vecchia maniera dove non servivano freezer, stimolazioni ovariche e farmaci, ma solo un letto. Il concerto per provette lasciamolo ai nostalgici del futurismo.

 

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