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SCONTRO IN ASSOLOMBARDA

Cumenda delusi, il primo ostacolo del governo rossogiallo

Il discorso imbarazzante di Conte che alla platea di Assolombarda consuma il primo strappo del nuovo esecutivo con il ceto produttivo che gli riserva un'accoglienza tiepida. 

Politica 04_10_2019

Superamento di quota 100 e del reddito di cittadinanza, riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori  e rilancio della produttività attraverso una drastica contrazione del carico fiscale e una attenta revisione della spesa pubblica.

Il Presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, in occasione dell'assemblea annuale della sua associazione, svoltasi ieri a Milano alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dettato la linea al governo.

Le sue parole confermano la distanza tra i ceti produttivi del Nord e la classe dirigente che attualmente amministra il paese e che continua a voler penalizzare il ceto medio e l'iniziativa imprenditoriale. Il senso della distanza tra chi produce e chi governa il paese è tutto nella metafora utilizzata da Bonomi a proposito della legge di bilancio in via di preparazione: "Per salvare Alitalia e statalizzarla, l’esecutivo preferisce tassare il contante, i voli aerei e le merendine".

Bonomi ha chiesto al Governo una svolta reale della politica economica, non solo nelle intenzioni, con il fine di rilanciare la crescita senza nuovo deficit, puntando sulla riduzione del cuneo fiscale per 13-14 miliardi, le infrastrutture, Industria 4.0 e i giovani.  Il futuro delle nuove generazioni sta a cuore agli industriali del nostro Paese, che si mostrano sempre più insofferenti verso l’assistenzialismo delle misure che il governo intenderebbe varare, stando alle indiscrezioni.

Entro martedì 15 ottobre le linee programmatiche della legge di bilancio devono essere inviate a Bruxelles e quindi bisognerà trovare la quadra. Il Presidente di Assolombarda ha esortato Conte con uno “Stupiteteci”, riferito alla necessità di varare misure di sostegno al sistema produttivo. Occorre un cambio di passo rispetto al passato, alla luce di un Governo che "aveva promesso di cancellare la povertà e invece ci ha restituito alla stagnazione". Governo che non ha ascoltato in passato le imprese, con il risultato di fare risalire lo spread, di andare più volte allo scontro con l’Europa, per poi essere costretto a fare marcia indietro. Questo il punto di vista di Assolombarda. Bonomi ha contestato, come lo scorso anno, le scelte del vecchio esecutivo, come quota 100 e reddito di cittadinanza.

Alla Scala si è anche parlato di “modello Milano”, con riferimenti alla autonomia e alle diversità territoriali. Nel saluto iniziale il sindaco di Milano Giuseppe Sala, rivolgendosi a Mattarella, ha dichiarato: "Milano è una sorta di anticipazione del futuro. Chi vuole vedere come sarà l’Italia fra dieci anni deve venire qui. È il “modello Milano”, capace di coniugare impresa e ricerca, di attirare investimenti esteri ma anche di realizzare “misure inclusive” dal punto di vista sociale". All’Italia "serve una visione, un piano che dia l’idea di un Paese capace di valorizzare le sue qualità". Il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala ha aggiunto: "La digitalizzazione è fondamentale nel rapporto con i cittadini. Abbiamo un piano anche per le imprese: l’innovazione va perseguita mettendo insieme Pmi, centri di ricerca e istituzioni".

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, ha sottolineato: "La vera sfida è tra l’Europa e il mondo esterno. Il lavoro è un fondamentale punto di partenza per una ripresa di tutta la società: abbiamo amore per il paese e passione per l’impresa. Priorità a lavoro, infrastrutture e giovani: necessario ridurre la disparità tra i territori e ripristinare l’ascensore sociale per dare a tutti una possibilità di affermarsi". E ha aggiunto: "Occorre operare sulle infrastrutture. Ci sono stanziati 70 miliardi facciamo come Genova ed Expo, agiamo subito in deroga per sbloccarli. Non chiediamo all’Europa di fare più debito ma di accedere ai fondi per finanziare".

Nel suo discorso conclusivo dei lavori, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha cercato di rassicurare una platea di industriali ancora molto guardinghi e cauti nel giudicare il governo e ha assicurato che non ci sarà alcuna patrimoniale, né alcun aumento dell’Iva. Ma gli industriali settentrionali si chiedono: non finirà come con il governo precedente, che aveva promesso la flat tax?

Ma ancora più imbarazzante è stato il discorso del premier a proposito della guerra all’evasione fiscale. Il governo ipotizza di recuperare risorse scovando gli evasori, al fine di ridurre la tassazione per i cittadini. C’è tanto di già visto e di demagogico nei proclami di Palazzo Chigi. Basterà la demonizzazione del contante per riuscire nell’intento? Gli industriali non ci credono, e fanno bene.