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MEDIO ORIENTE

Egitto, Fratelli musulmani contro tutti

Esercito contro Fratelli musulmani. Fratelli musulmani contro  l’esercito, contro i cristiani e contro tutti coloro che non si oppongono al “colpo di Stato terrorista”.

Esteri 17_08_2013
proteste in Egitto

Esercito contro Fratelli musulmani. Fratelli musulmani contro  l’esercito, contro i cristiani e contro tutti coloro che non si oppongono al “colpo di Stato terrorista”. Dalia Ziada, responsabile dell’Ibn Khaldun Center” al Cairo denuncia: “I Fratelli musulmani hanno promesso attacchi massicci in tutto l’Egitto dopo la preghiera del venerdì a mezzogiorno. Lo chiamano il venerdì della rabbia! Considerando tutte le chiese e gli edifici governativi cui hanno dato fuoco negli ultimi due giorni, mi domando se qualcosa possa peggiorare ulteriormente! Per favore che Dio salvi l’Egitto dai terroristi!” Il giornalista siriano Naman Tarcha lancia un ennesimo grido d’allarme nel tentativo di farci aprire gli occhi: “I Fratelli musulmani sono un partito politico che si nasconde dietro la religione per prendere il potere”. 

Ormai la maggior parte degli egiziani, in particolare, e degli arabi, in generale, hanno le idee chiare: i Fratelli musulmani sono i peggiori nemici non solo della democrazia e dei diritti umani, ma anche e soprattutto dell’islam. I Fratelli musulmani non ragionano partendo dai diritti dei cittadini, ma dai diritti di quei musulmani che la pensano come loro ovvero di coloro che credono che islam e potere vadano di pari passo. Stupiscono quindi le dichiarazioni del nostro Ministro degli Esteri Emma Bonino, che tra l’altro conosce molto bene l’Egitto e parla l’arabo. Dopo l’incontro del Ministro con l’ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy, la Farnesina ha diramato una nota ufficiale. La Bonino ha ribadito al diplomatico che “l’uso della forza da parte delle forze di polizia è stato brutale, sproporzionato e non è giustificabile” e ha precisato che “l’aspettativa italiana è che cessino al più presto lo stato di emergenza, ogni tipo di violenza da parte di tutte le parti coinvolte in questa crisi, la repressione e gli arresti politici indiscriminati, e che le forze di sicurezza egiziane improntino la loro condotta al criterio del massimo autocontrollo.” Nel comunicato si sottolinea altresì il fallimento del tentativo di mediazione da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. 

Nessuno vuole certo giustificare un uso sproporzionato della forza, ma non si può semplificare la situazione come se ci fosse da una parte un popolo inerme e dall’altra il tiranno cattivo. Al contrario, basterebbe una lettura dei principali quotidiani arabi per comprendere che gli egiziani, quelli che si sentono cittadini d’Egitto e non della umma, la nazione islamica, sono tutti compattati contro i Fratelli musulmani. Anche un intellettuale come Ala al-Aswani, che durante la campagna elettorale per le presidenziali aveva chiamato a costituire un fronte comune contro Ahmad Shafiq a favore di Muhammad Morsi, oggi ha le idee molto chiare: “Abbiamo gruppi armati violenti che stanno uccidendo la popolazione. Mi dispiace molto, moltissimo, per le vittime di ieri a prescindere dalla fazione di appartenenza. Ma credo che lo Stato egiziano non avesse alternativa e sono convinto che i Fratelli musulmani siano responsabili di questa tragedia”. 

Basterebbe anche leggere il messaggio postato su Facebook il 14 agosto scorso sul profilo della sede di Helwan del partito della Libertà e della Giustizia, legato ai Fratelli musulmani, per comprendere non solo che l’incendio delle chiese il giorno successivo non è stato casuale, anzi è stato la conseguenza di un ordine ben preciso, ma anche che Morsi e i Fratelli musulmani considerano musulmani solo gli egiziani che si schierano con loro e che non attaccano i cristiani solo se accettano la sottomissione. Il messaggio recitava come segue: 

“Il Papa della Chiesa [copta] ha partecipato all’allontanamento del primo presidente islamico eletto

Il Papa della Chiesa ha accusato la sharia di arretratezza, immobilità e ostilità alla riforma

Il Papa della Chiesa sponsorizza il black block per diffondere il caos, i borseggiatori, gli assedi e gli attacchi alle moschee

Il Papa della Chiesa ha chiesto ai copti di unirsi alle proteste del 30 giugno per far cadere il presidente islamico

Il Papa della Chiesa si è opposto agli articoli [della Costituzione] riguardanti l’identità islamica e si è ritirato dalla Commissione per la costituente

Il Papa della Chiesa è stato il primo a rispondere all’appello di al-Sisi per conferirgli il mandato di uccidere i musulmani; e il risultato è stato di 500 morti prima della carneficina di oggi

Il Papa della Chiesa ha inviato un appunto all’attuale Commissione costituente chiedendo l’abrogazione degli articoli che fanno riferimento alla sharia

Dopo tutto ciò, la gente si chiede: Perché danno fuoco alle Chiese?

P.S. Dare fuoco ai luoghi di culto è un reato

Ma la dichiarazione di guerra, da parte della Chiesa, contro l’islam e i musulmani, è un reato ancora più grave

A ogni azione equivale una reazione”.

Riassumendo, i copti sarebbero all’origine dell’allontanamento di Morsi e della ribellione contro l’islam. Per questa ragione sono da punire. E sono stati puniti personalmente e nei loro luoghi di culto. Quanto agli altri egiziani, quegli oltre venticinque milioni che hanno firmato la petizione contro Morsi e quelli che non accettano più l’arroganza di Morsi, è la Guida Suprema dei Fratelli musulmani a definirli chiaramente nella sua “Lettera della Settimana”, datata 7 agosto. Le parole “tradimento” e “traditori” si ripetono ed per l’appunto è evidente l’accusa nei confronti dei musulmani appartenenti all’altro schieramento, tanto che cita il seguente versetto coranico: “Se Dio non respingesse gli uomini gli uni per mezzo degli altri la terra si corromperebbe, Dio è generoso con i mondi” (II, 251). Poche righe dopo viene citato un altro versetto coranico: “Ma non consideratelo un male, anzi per voi è un bene. Quanto a coloro che l’hanno riportata [la calunnia], ognuno di loro avrà il compenso del suo peccato e chi si è fatto carico della parte più grave avrà castigo tremendo” (XXIV, 11). Compito dei Fratelli musulmani, “unici detentori del vero islam”, sarebbe quindi riportare l’Egitto alla islamicità e alla morale islamica. La conclusione della Lettera allontana ogni dubbio sulle intenzioni tutt’altro che pacifiche dei Fratelli musulmani: “Allah è il più grande, Allah è il più grande, Allah è il più grande, non esiste altro dio al di fuori di Allah, Lui è il solo a mantenere la promessa, il Suo esercito è glorioso, sconfigge i partiti, non esiste altro di Dio al di fuori di Allah, adoriamo solo Lui con un culto sincero mentre gli infedeli lo odiano.” 

I Fratelli musulmani da sempre dividono l’Egitto e il mondo in amici e nemici di Dio, laddove i nemici di Dio sono i nemici dei Fratelli musulmani. I Fratelli musulmani e loro moschee ricevono e seguono i dettami della Guida Suprema senza obiettare. L’ordine è stato impartito. I martiri sono pronti. E l’Occidente non si illuda. Non sarà certo difendendo Morsi e la Fratellanza oggi che eviterà attentati terroristici domani. Se oggi combattono all’interno del mondo musulmano, domani accuseranno Europa e Stati Uniti di essere sionisti o imperialisti e ridaranno semaforo verde ai movimenti jihadisti e radicali affinché, come sempre, compiano il “lavoro sporco” in loro vece. 

Purtroppo fino a quando l’Occidente non comprenderà che l’islam e i musulmani non sono i Fratelli musulmani, fino a quando non ascolterà le voci interne al mondo arabo-islamico che ormai li definiscono i “Fratelli terroristi” oppure i “Fratelli che fingono di essere musulmani”, non uscirà dalla schizofrenia che lo vede da un lato predicare la tutela dei diritti umani e dall’altro sostenere e difendere chi ne è il nemico principale.